Evento speciale a Trento: ''Monica'', un'eroina contemporanea nelle sale alla presenza del regista trentino Andrea Pallaoro
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Una presenza intrigante. La protagonista del film “Monica” di Andrea Pallaoro, in concorso alla 79esima Mostra di Venezia, è Trace Lysette, è transgender e poteva essere la vincitrice della Coppa Volpi.
Ma il premio è andato al mostro sacro Cate Blanchett con “Tàr” di Todd Field. Però Trace si conquista un posto sulle copertine e viene applaudita calorosamente in sala. Una femminilità che non ci si aspetta. La trentacinquenne americana famosa per il serial tv “Transparent”, è stata scelta fra più di trenta candidate.
Trace è stata consulente per il film “The Danish girl” e per la prima volta si ritrova protagonista. La parte le sembra cucita addosso, a suo agio in una storia in cui si rispecchia. Una donna torna dopo anni a casa dalla madre ammalata di Alzheimer, Eugenia (l’apprezzata attrice americana Patrizia Clarkson) che non la riconosce.
Questo cambiamento fisico di Monica, era un ragazzo, viene vissuto anche dal fratello Paul (Joshua Close) con un certo distacco. L’unico in cui lei si riconosce è un nipotino, che le da modo, durante il saggio in cui lui canta l’inno nazionale, di rivendicare la propria identità. Il film non cerca di dare giudizi, importante è ciò che non viene svelato.
Si vuole dar spazio ai silenzi per far riflettere su elementi universali come l’abbandono, l’accettazione, il riscatto, il perdono. Il regista, nato a Trento e trasferitosi negli Stati Uniti a diciassette anni, dopo un master in regia in California, si laurea in cinema all’Hampshire College del Massachusetts, ma non dimentica le sue radici.
Alter ego Luis Bunuel, Michelangelo Antonioni negli occhi e nel cuore, con una splendida fotografia curata da Katelin Arizmendi, Pallaoro sceglie inquadrature strette studiate nel formato quasi quadrato per rendere intimi i sentimenti della protagonista. La realtà si mescola alla finzione dove il regista rivive la malattia della madre.
“Negli ultimi anni, il confronto con la malattia di mia madre mi ha portato a riflettere sul mio passato e sugli effetti psicologici dell’abbandono", commenta il regista. Il cammino verso la presa di coscienza di Monica, un’eroina contemporanea che rinasce e perdona, si fonde alla bellezza delle inquadrature.
Pallaoro con “Medea” presentato a Venezia70, nella sezione Orizzonti, ha vinto il Marrakech Film Festival come miglior regia e il Premio New Voice/ New Vision Award all’International Palm Spring Festival. "Hannah” alla 74esima Mostra di Venezia ha fatto vincere alla protagonista Charlotte Rampling l’ambita Coppa Volpi. Il film è il primo capitolo della trilogia sulla donna, una donna che perde la sua identità.
“Monica” una donna che fa i conti con il suo passato e rivendica la propria identità, è il secondo capitolo della trilogia. Il film ha vinto il Jerome Foundation Grant. In futuro: la conclusione della trilogia al femminile.
“Monica” nelle sale dal 1 dicembre sarà a Trento il 9 dicembre al cinema Vittoria alle ore 20.45 con la presenza di Andrea Pallaoro. Ingresso libero ma necessaria la prenotazione.