Due alpinisti trentini scalano una montagna di rifiuti, quella che ognuno di noi contribuisce a creare ogni giorno. Il documentario PrimAscesa premiato al Trento Film Festival
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
Viva l’originalità. Una piccola idea si trasforma in una grande idea, per provocare e denunciare la società dei consumi. Il documentario “PrimAscesa-La montagna creata dall’uomo”, presentato nella sezione Orizzonti Vicini (sold out in sala) al Trento Film Festival, tocca tutti da vicino.
Il regista trentino Leonardo Panizza, frequentatore della montagna, è al suo primo documentario-mediametraggio di cinquantadue minuti. Due sportivi trentini, Simon Sartori e Giovanni Moscon, esperti scalatori, si mettono in gioco e, con l’attrezzatura adeguata, raggiungono una delle cime inviolate della loro terra, una montagna formata dai rifiuti prodotti da tutti noi.
“Voglio vedere la merda e sentirmi merda” dice Simon nell’intervista iniziale. Per scendere, i due intrepidi alpinisti, utilizzano gli sci. Gli scarponi sono inondati dalla plastica. I due trovano nel percorso materassi e cucchiai. “Guarda un campo base” dice Simon.
Tra ironia e sarcasmo, si giunge in vetta, i coriandoli anticipano la discesa, da veri alpinisti, in libertà. Un’impresa ardita, per mettere il dito nella piaga dell’umanità. Un misto di casualità e genialità.
Il mediometraggio sarà in visione online fino al 17 maggio. Domenica 9 maggio, sarà nuovamente in proiezione in sala.
Poniamo al giovane regista qualche domanda di approfondimento.
Un documentario già premiato al Trento Film Festival, “PremiocinemAMoRe” te lo aspettavi?
No sinceramente, già è stata una soddisfazione essere selezionato al Tff. Questo premio ci ha colto impreparati. Ci ha fatto capire che una piccola cosa può avere un consenso. E’ una conferma che quello che abbiamo fatto ha un valore.
Psicologo come lavoro principale, regista, scalatore, musicista, quanti ruoli?
Insegno in un liceo di Tione, ho sempre avuto una passione per l’arrampicata, collaboro con riviste specializzate, sulla montagna e sull’impatto zero.
L’idea come è nata?
L’idea è nata da Simon. L'ho subito approvata. Siamo partiti in gennaio 2020, a febbraio le riprese si sono svolte in quattro giorni. Il pre-montaggio l’ho fatto in quarantena.
Che strumenti avete usato per le riprese e per la postproduzione, con dei collaboratori anche famosi, come il tecnico del suono, il pluripremiato Carlo Missidenti?
Le riprese sono state girate da due operatori e da un drone, la postproduzione con un’equipe , tutti validi professionisti. Avevamo un budget limitato, ci siamo autofinanziati.
Ci sono state delle difficoltà oppure è tutto scenografico?
Sì l’odore è forte, anche se sembra terra, perché come da protocollo, la discarica viene ricoperta di terra, sotto è immondizia. Provate a resistere due ore con la testa dentro ad un cassonetto, noi per tre giorni. L’odore era quasi insopportabile. Giovanni, con la maschera antigas, un po’ vecchia, aveva dei problemi di respirazione.
Sei anche un musicista, la colonna sonora è quindi importante?
Ho fatto il conservatorio, suono la chitarra e mi appassiona il jazz manouche, di Django Reinhardt (il signore degli zingari), sono suoi i brani della colonna sonora. Nel finale la canzone cantata da noi, intorno al fuoco viene dallo Zecchino d’Oro, con un testo sul mare, contro l’inquinamento. Poi ci sono dei pezzi composti dal musicista Davide Panizza. Pezzi che aumentano il senso di disgusto e la nausea.
Cosa vi ha trasmesso questa esperienza?
Ci si sente un po’ delle merde e si riflette sulle nostre scelte che non fanno bene all’ambiente. Questo periodo vissuto assieme ci ha allontanato dalle sciate in natura ma ci ha fatto pensare ad altri progetti. Per esempio andare a Roma a fare un trekking, dove c’è una delle più grandi discariche d’Europa.
I cinque cerbiatti nello sfondo, fra le immondizie, sono tranquilli in quel luogo innaturale, cosa ti fa pensare?
E’ evidente che la natura purtroppo è incosciente, siamo noi che dobbiamo essere consapevoli, metterci davanti alla realtà e fare le nostre scelte. Un lavoro collettivo per capire come la nostra vita influisca sul nostro ambiente. In un momento delicato per tutti noi, dove il confronto con la gente e le istituzioni sembra ridursi alle discussioni giornaliere in tv sui vaccini, questo documentario è di grande attualità. Basti pensare che proprio in questi giorni la Plastic Tax, imposta sul consumo di plastica monouso, è nuovamente slittata. La montagna creata dall’uomo sta franando su di noi.