''Aline, la voce dell'amore'', il fascino dell'energia. Un film che ha sbancato i botteghini francesi
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
La pandemia ha fatto aumentare le disuguaglianze. La maggior parte delle donne ha perso il lavoro oppure è diventata precaria. Nel mondo del cinema ci sono delle eccezioni che fanno la differenza.
Una di queste è la francese Valerie Lemercier. Attrice, regista, scrittrice, una forza della natura.
In “Aline. La voce dell’amore”, ispirato alla vita di Celine Dion, Valerie è regista, sceneggiatrice, produttrice e attrice. Scusate se è poco.
Il film, presentato fuori concorso al 74 Festival di Cannes ha sbancato i botteghini francesi. La regista ha voluto, questa è la particolarità, essere anche la protagonista di questo biopic.
Molto romanzata e ricca d’amore la vita della cantante, si parte dalla sua terra e dalla sua famiglia. Siamo nel Quebec, a Charlemagne, il marito dice alla moglie che non vuole avere figli. Ne concepiranno quattordici e Aline è proprio l’ultima, 1968.
Una voce speciale quella di Aline vissuta in una semplice famiglia che pratica musica.
Si suona spesso assieme alle feste e Aline è la più richiesta. La madre Sylviette Dieu (la brava Daniele Fichaud, sullo schermo.) la sostiene, il fratello maggiore manda una musicassetta ad un produttore famoso in Canada, Gui Claude Kamer (interpreta il ruolo il canadese Sylvain Marcel). “Abbiamo un diamante grezzo”, esordisce. E la ragazzina dodicenne viene convocata.
Stupisce tutti Aline, la carriera è assicurata. Ma la ragazza crescendo mantiene una certezza, l’attrazione e l’immenso amore per il suo produttore discografico Kamer (nella realtà Renè Angeil). Lui sposato due volte, anch’egli innamorato, divorzia, ha ventiquattro anni più di lei. Nonostante gli ostacoli che la madre cerca di crearle, Aline non molla. I due si sposano. Arriveranno qualche tempo dopo anche i figli, tre.
I concerti si susseguono, poco tempo per la famiglia, tanto per il pubblico. Tra mise da popstar, make up, cambiamenti estetici e lezioni d’inglese, Aline si fa apprezzare da un pubblico sempre più vasto.
Già destinata, è il suo obiettivo, a diventare una cantante famosa, con molta ironia e leggerezza Aline affronta il palcoscenico, sicura di avere davanti l’attenzione dei suoi cari.
La famiglia è la cosa più importante e la cantante lo conferma nella scena finale, sul palco con il brano scritto da lei “Ordinaire”. “Sono una ragazza molto normale”. Una ragazza che ha vinto quattro Grammy Awards, due Golden Globes, quattro World Music Awards e ha venduto 250 milioni di copie di album in tutto il mondo.
Tra tutti “My Healty will go on” colonna sonora del film di James Cameron, “Titanic” (vince un Oscar e un Golden Globe e rende Aline un’icona anche nella moda).
La regista attrice, simile fisicamente a Celine, ha romanzato elegantemente alcune scene, come quella dell’anello nel gelato. Una cura del dettaglio che rende il personaggio speciale nella sua semplicità.
I brani nel film sono cantati da Vittoria Sio e sono egregiamente interpretati da Valerie.
“Non abbiamo incontrato Celin Dion, dice la regista, ma ho letto e guardato molto su di lei. Ne sono molto affascinata, dall’energia, dalla personalità, m’interessava lavorare sull’essere la sua copia". Valerie Lemercier, non perdiamola di vista.
Il film “Aline. La voce dell’amore” è programmato nelle sale del cinema Modena di Trento.