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Al Mart il figurativo è protagonista: da Giovanni Pisano a Giuliano Vangi, da Michelangelo a Donatello

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 16 luglio 2022

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Tutto occupato al Mart di Rovereto. Il figurativo ha invaso ogni angolo e muro. Dalla piazza alle pareti, pure all’ingresso. In piazza le sculture di Giuliano Vangi introducono un “Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo”.

 

L’allestimento curato dall’archistar Mario Botta (nel 2000 ha progettato proprio il Mart) vuole esaltare le doti plastiche e pittoriche dello scultore.

 

Vangi nasce a Barberino di Mugello vicino Firenze nel 1931, trascorre un periodo in Brasile per tornare poi in Toscana. L’abilità nel dipingere e nello scolpire viene messa in luce dai lavori recenti realizzati per la mostra.

 

Un pannello lungo 36 metri, disegno del 2022, ci accoglie all’ingresso. Attorno, senza cronologia, sculture recenti dialogano con il passato, da Giovanni Pisano a Donatello a Michelangelo con tre disegni ed altri artisti dal Gotico al Rinascimento.

 

Lavori di Vangi recenti come “Paesaggio in granito nero” del 2021, oppure “Donna nel tubo” del 1967-68 che rappresenta la donna, con lo sguardo fisso schiacciata dentro un cilindro, che cerca la libertà in quegli anni di lotte per i diritti ancora adesso negati, vedi gli Stati Uniti con l’aborto.


Le donne sono un soggetto ricorrente come “Giulia vestita di verde”, impreziosito dal marmo verde e dalla giada, del 1990. O “Maddalena nuda” del 2011. Chi non costa non vale.

 

Lo fa capire il presidente del Mart Vittorio Sgarbi, staccatosi finalmente dal cellulare, perché deve intervenire all’anteprima del 30 giugno che esordisce: “Giuliano Vangi è lo scultore più pagato d’Italia”.

 

Durante l’intervento le parole volano, episodi e situazioni del passato, quando Sgarbi era il curatore del Padiglione Italiano alla 54esima Biennale del 2011. Migliaia le recensioni, quasi tutte negative - dice e si dilunga commentando le critiche con appellativi inopportuni.


Voleva togliersi un sassolino dalla scarpa? Chissà, ne ha tanti di sassolini.

 

Anche all’inaugurazione della mostra su Bansky al Palazzo delle Albere di Trento ce l’aveva con l’architetto Renzo Piano che ha progettato il Muse e il quartiere “Le Albere”. Eppure è proprio lui Sgarbi, che propone il dialogo fra Gotico, Rinascimento, Barocco e contemporaneo.

 

Il critico d’Arte poi prosegue con una nota positiva: Vangi donerà una sua opera al Mart. Lo scultore è apprezzato anche in Giappone dove nel 2002 viene realizzato il “Museo Vangi” a Shizuoka-ken. Il Museo appare nel video in mostra per la regia di Emerson Gattafoni.


L’uomo, la donna e la loro condizione umana sono al centro della ricerca dell’artista che dice nel video: “L’uomo è un gran disastro”.

 

Intanto il Mart propone pure i lavori di un artista, Alex Katz, anch’esso novantenne, esposti nello stesso piano, l’ultimo, ma dalla parte opposta. E’ la mostra, curata da Denis Isaia e nel titolo è un “omaggio a Fellini”: “Alex Katz. La vita dolce”. L’artista newyorkese è del 1927.

 

Il pittore è cresciuto nel Queens ed adora ancor oggi la moglie Ada, la sua musa - che continua a dipingere - come simbolo della donna americana. Donne, amici, parenti, momenti di vita fermati, con colori compatti e forme pure. Nessuna inquietudine e tanta gioia di vivere in Katz che dice “Io credo nella bellezza”.

 

Ora Katz vive nel Maine e a Manhattan ha il suo studio che, nonostante l’età, frequenta assiduamente.

 

Ma non è tutto. Tante altre mostre al Mart: “Arte e Eros. Klossowski, Molinier, Bellmer, Rama”, da un’idea sempre di Vittorio Sgarbi e Massimo Minini.

 

La mostra - non adeguata ai minori, decisa appunto per il periodo estivo - è curata ancora da Denis Isaia. Poi, in esposizione, anche l’interessante lavoro del pittore trentino Senesi, un progetto mai realizzato, per la morte improvvisa in un incidente ferroviario nel 1978 dell’artista.

 

“Luigi Senesi. Progetto cromo paesaggistico” è il disegno e la colorazione del complesso edilizio di 82 alloggi a Povo. Senesi era in Commissione per la tutela del paesaggio.

 

Il progetto era in deposito all’Itea, resterà ora al Mart. Molte altre le rassegne in corso, tra plasticità e pittura, all’insegna del figurativo. Anche se l’Arte Contemporanea è astrazione.

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