Referendum Biodistretto, la replica agli agricoltori della Cia: “In Svizzera vogliono proibire i pesticidi, noi solo incentivare il Bio. Puntiamo sempre più sulla 'qualità'”
Matteo Zini, tra i promotori del Referendum sul Biodistretto (che si svolgerà in Trentino il 26 settembre) dice la sua dopo le considerazioni della Cia del Trentino, che ha parlato del rischio di una “pesante frattura” tra cittadini e agricoltori: “Un problema esiste nel nostro sistema produttivo, la soluzione proposta in Svizzera è divisiva e impositiva, il Referendum sul Biodistretto invece punta solo ad incentivare, senza obblighi, la produzione Bio”

TRENTO. “In Svizzera hanno proposto in diverse occasioni di proibire del tutto l'utilizzo di pesticidi in agricoltura: quella sarebbe stata un'iniziativa drastica, impositiva e divisiva. Con il Referendum sul Biodistretto puntiamo invece ad incentivare la produzione biologica, un po' come già succede in altri ambiti, come ad esempio in quello relativo alla mobilità elettrica”. Le parole di Matteo Zini, insegnante laureato in scienze naturali e fra i primi firmatari del Comitato per il referendum (che si svolgerà in Trentino il 26 settembre), arrivano dopo l'intervento della Cia del Trentino (Qui Articolo) che negli scorsi giorni aveva parlato del rischio di una “pesante frattura” che l'iniziativa potrebbe determinare in uno “scontro tra cittadini e agricoltori”.
“All'interno della nostra proposta non c'è nessuna volontà di imporre particolari metodi di produzione – dice Zini – la vittoria del 'Sì' si tradurrebbe esclusivamente in maggiori incentivi all'agricoltura Bio e all'allevamento sul territorio provinciale. Se si parte dalla considerazione che esiste un problema nell'attuale sistema di produzione, quella del Biodistretto è la soluzione che noi promotori abbiamo individuato per una produzione più di qualità e sostenibile dal punto di vista ambientale e economico (Qui Articolo)”. L'altra soluzione, dice Zini: “E' quella che in diversi momenti hanno già proposto in Svizzera, di proibire del tutto l'utilizzo di pesticidi in agricoltura. In questo caso sì possiamo parlare di un'iniziativa drastica, impositiva e divisiva e sulla quale può nascere uno scontro”.
Il paragone avanzato da Zini è con le politiche che negli ultimi anni hanno riguardato la mobilità elettrica. “La comunità deve scegliere di incentivare le novità che ritiene più funzionali e utili al suo sviluppo – dice il promotore del Referendum sul Biodistretto – se da un lato è vero che l'agricoltura è un'attività produttiva, dall'altro bisogna considerare che le coltivazioni, in particolare le mono-colture intensive, hanno importanti ricadute negative sull'ambiente, che è un bene di tutti. Con la vittoria del 'Sì' si favorirebbero in poche parole l'abbassamento dei costi per le coltivazioni biologiche, l'aiuto tecnico per i contadini e la ricerca su sistemi produttivi meno impattanti e più sostenibili”.
Parlando dell'utilizzo di prodotti nel comparto agricolo, la Cia del Trentino aveva ribadito come “nessuna pianta sia orticola, cerealicola o arborea dà produzioni soddisfacenti e commerciabili, se non viene aiutata anche dal punto di vista fitoiatrico”. “Dipende dalle circostanze – risponde Zini – se per anni ho trattato pesantemente una pianta con fitofarmaci può darsi che, interrompendone l'utilizzo, possa calare la produzione. Ma è una condizione transitoria: nel corso degli anni, selezionando varietà più resistenti e mettendo in atto tutta una serie di meccanismi, partendo dalla diversificazione delle colture sul territorio (Qui Articolo), è possibile riuscire a trattare di meno o addirittura a non utilizzare prodotti”.
Fondamentale anche in questo contesto, continua il promotore del Referendum sul Biodistretto, è tenere a mente che la proposta ha come obiettivo una graduale conversione sul lungo periodo: “Uno dei nostri slogan è 'scegliere la qualità e non la quantità', l'idea è di puntare su un sistema economico differente, su filiere più corte. Se punto su una produzione più contenuta nei numeri ma più di qualità si mantengono gli introiti per i produttori e il benessere di tutte le parti in gioco, dai produttori stessi ai consumatori fino all'ambiente, migliora notevolmente”.