Fugatti sui lupi: ''Rischio per l'economia e per la sicurezza delle persone'' e chiede autonomia di gestione (ma il Trentino se l'è meritata dopo la vicenda orsi?)
Nell'incontro con il commissario del Governo e i sindaci di alcune zone del basso Trentino dove ci sono state delle predazioni è emersa la volontà di intervenire con soluzioni autonome contro i lupi mentre resta sul tavolo il grave problema degli allevatori che ancora non difendono come dovrebbero i loro animali

TRENTO. Allarmisti all'arrembaggio? Il presidente Fugatti ci riprova e, dopo aver spedito in una specie di zoo ungherese l'orso M57, dando così prova di una grave incapacità di gestione del rapporto uomo-plantigradi (d'altronde l'emblema della politica della giunta leghista è stata la vicenda di M49, catturato tre volte perché in due casi era riuscito a scappare sotto il loro naso conquistandosi la solidarietà di tutti e anche il soprannome Papillon datogli direttamente dal ministro dell'ambiente) ora torna alla carica con la paura del lupo.
Oggi, infatti, si è tenuto un incontro con il commissario del Governo, prefetto Gianfranco Bernabei, e il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla quale hanno partecipato il presidente della Pat, Maurizio Fugatti accompagnato dal dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col, i vertici delle Forze di polizia territoriali, i rappresentanti del Corpo forestale del Trentino e i sindaci di Ala (Claudio Soini), Avio (Ivano Fracchetti), Samone (Andrea Giampiccolo) e Vallarsa (Luca Costa). In questi territori, si sono infatti verificate recentemente - in particolare in seguito alle ultime nevicate - alcune predazioni ai danni del bestiame a ridosso dei centri abitati e, nel caso di Samone, anche nei pressi della caserma dei vigili del fuoco volontari e della piazza centrale del paese.
Resta, infatti, il grosso problema legato ad allevatori che nonostante quanto ormai è acclarato non proteggono i loro capi e non mettono in campo quelle strategie di difesa necessarie a garantire la sicurezza degli animali domestici. Ma questo pare importare poco alla politica anche perché non paga elettoralmente richiamare i cittadini alle loro responsabilità ed è più facile, invece, agitare lo spettro del lupo cattivo. Ecco quindi che per il presidente Fugatti “non esiste soltanto un rischio per l’economia agricola e di montagna del nostro territorio, ma anche per la sicurezza delle persone alla luce del sempre più frequente avvicinamento alle case di branchi e singoli esemplari di lupo”. Rischi per le persone che non si sono mai verificati nemmeno nei territori dove i lupi sono molto più numerosi e presenti che in Trentino.
Fugatti ha dunque auspicato un’accelerazione sul fronte della definizione del piano per la gestione del lupo, con l’avvio della sperimentazione in provincia di Trento delle relative linee guida. “In questo modo potremo agire autonomamente rispetto alle diverse problematiche che le nostre comunità stanno vivendo” ha concluso il presidente. Un auspicio condiviso dal presidente e pochi altri visto anche come è stata gestita e sta venendo gestita la questione orso. Insomma non si può certo dire che la Giunta Fugatti si sia guadagnata ''sul campo'' la fiducia del Paese e dei ministeri competenti (e di conseguenza anche l'autonomia di azione) per quanto riguarda la gestione dei grandi carnivori sul territorio.
Secondo i dati riportati dal dirigente del Servizio faunistico Giovanni Giovannini, gli ultimi monitoraggi hanno confermato la presenza di oltre 20 branchi di lupo in Trentino (in aumento rispetto ai 17 del 2020), che possono essere composti da un numero minimo di 3 e da un massimo di 13 esemplari. Nel solo 2021 sul territorio provinciale (in particolare sui pascoli, ma anche vicino ai paesi) i lupi hanno compiuto circa 150 episodi di predazione, per un totale di 407 capi uccisi, 86 feriti e 128 scomparsi.
De Col ha evidenziato come ogni branco costi all’ente pubblico mediamente 10mila euro l’anno in termini di risarcimenti di bestiame e dotazione di strumenti di difesa come recinti elettrificati e cani da guardiania. Ad Ala sono presenti 3 branchi (Lessinia, Carega e Baldo) che nel 2021 hanno compiuto 33 episodi di predazione, per un totale di 21 bovini e 18 ovini uccisi; ad Avio è stata accertata la presenza di almeno un branco (Baldo) con danni registrati su un equino e su un bovino; nei comuni di Vallarsa, Terragnolo e Trambileno sono presenti invece almeno 2 branchi (Carega e Pasubio) per un totale di 5 attacchi (2 su cervi allevati e 3 su ovini) e 40 capi uccisi; Samone è interessato dal branco del Tesino (qui 2 cuccioli di lupo sono morti investiti) che ha compiuto 4 attacchi su ovini per un totale di 12 esemplari persi.