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Cultura

Un'intera comunità al lavoro per organizzare un'iniziativa che ha più di 100 anni: la Befana, a Piandelagotti, è la festa più sentita

Un corteo con decine di maschere, figuranti e musici, dall’alba fino alla mezzanotte di domenica 5 gennaio, sfilerà per tutte le strade, le borgate e i ristoranti del paese. "È l’esatta rievocazione del viaggio compiuto oltre duemila anni fa da Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, i tre re astronomi guidati alla volta di Betlemme da una stella prodigiosa e luminosissima"

di
Generoso Verrusio
04 gennaio | 20:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Ci sono usanze e tradizioni che in alcuni paesi resistono meglio che altrove, conservano lo spirito originario, in definitiva aiutano i legami fra le persone a diventare più solidi e duraturi. Capita soprattutto nelle piccole comunità delle aree interne d’Italia e, in modo più marcato, in tanti paesi della nostra montagna. Alpi o Appennini fa poca differenza.

 

A Piandelagotti, piccolo paesino appollaiato sull’Appennino modenese al confine con la Toscana, nel mezzo di quella selva romanesca resa celebre dallo scrittore rinascimentale Ludovico Ariosto, sono ore di grandi e fervidi preparativi. L’intera comunità, non più di 100 anime, sta lavorando alla festa della Befana, che da queste parti – non si pecca di esagerazione – è l’evento più sentito e partecipato dell’anno.

 

Il giorno che secondo la tradizione cristiana precede l’arrivo dei re Magi a Betlemme per l’adorazione di Gesù bambino, a Piandelagotti si colora di storia e leggenda, di sacro e di profano.

 

Un corteo con decine di maschere, figuranti e musici, capitanati da Befana e Befanone, dall’alba fino alla mezzanotte di domenica 5 gennaio, sfilerà per tutte le strade, le borgate e i ristoranti del paese. Ai bambini porterà in dono dolci e leccornie, ai più grandi regalerà momenti di ilarità e spensieratezza. 

 

"È l’esatta rievocazione del viaggio compiuto oltre duemila anni fa da Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, i tre re astronomi guidati alla volta di Betlemme da una stella prodigiosa e luminosissima", ci racconta Mattia Fontanini, uno dei giovani che domenica prenderà parte alla processione.

 

In una performance che è insieme teatrale e sacra, ci saranno gli angeli e la stella cometa, i re Magi, i consoli romani, come pure i califfi, le odalische e i pastori. Tutti vestiti alla foggia antica, con costumi sgargianti e ricercati, passati di generazione in generazione e rammendati dalle sarte di Piandelagotti con tanta perizia e passione.

 

La tradizione vuole che in ogni casa raggiunta, l’allegra combriccola di personaggi mascherati canti e balli le canzoni popolari, ricevendo in cambio dolci e vino per ristorarsi. 

 

Erano i primi del Novecento quando nacque questa speciale festa. Con la soddisfazione che oggi, dopo oltre 100 anni, “la festa” è riuscita a diventare un appuntamento di richiamo per tutto il crinale tosco-emiliano e per le vallate vicine. 

 

"Il comitato organizzatore conta circa 60 persone", ci spiega ancora Mattia Fontanini. "E la cosa che più fa piacere è che gradualmente, sotto la regia della Proloco di Piandelagotti, l’evento sia riuscito ad aprirsi al contributo di tanti volontari che giungono persino da fuori regione". 

 

Sulle Proloco come motore di sviluppo e di dinamismo della montagna che sta fuori dalle mappe del turismo di massa, ci sarebbe tanto da dire. Così come, per converso, sull’assenza, talvolta, di una seria programmazione turistica da parte delle amministrazioni pubbliche: dai Comuni per risalire su, fino a Province e Regioni. Ma questa è un’altra storia, meritevole di uno spazio a parte. 

 

"In piazza ci riuniremo tutti insieme per il falò della Vecchina che insieme al 2024 brucia tutto quello che non ci è piaciuto e che desideriamo metterci alle spalle", conclude Fontanini. "Ci aspettiamo una grandissima partecipazione e in fondo, attraverso questa grande rappresentazione scenica, a metà tra sacro e profano, ricordiamo a noi stessi quanto siano importanti le radici e le origini del nostro paese".

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