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Cultura

(IL VIDEO) Montagna è sinonimo di solitudine? Non è sempre così: esempi e strategie da adottare per ridurre l’isolamento (e lo spopolamento)

"Dagli eredi della solitudine a nuove idee di comunità" è il titolo del prossimo appuntamento di "R-Evolution Green”, il ciclo di incontri al Teatro Verdi di Pordenone dedicati a una nuova visione della Montagna, curato da Mauro Varotto. L'evento di mercoledì 22 gennaio, alle ore 18, vedrà l’intervento di Annalisa Bonfiglioli e Giovanni Teneggi, che offriranno una riflessione sulle dinamiche sociali in atto nelle aree più marginali. In questo video, Marco Albino Ferrari introduce il tema dell'incontro

di
Redazione
20 gennaio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

A Pordenone prosegue “R-Evolution Green”, il ciclo di cinque incontri al Teatro Verdi dedicati a una nuova visione della montagna curato da Mauro Varotto, docente di geografia dell'Università di Padova e membro del Comitato Scientifico de L'AltraMontagna. 

 

La rassegna (qui il programma) propone una “inversione dello sguardo” sulle aree montane, superando l’approccio urbano e turistico per esplorarne il significato più profondo e complesso, attraverso le voci di esperti, scrittori, climatologi e storici. Negli incontri si parla di una Montagna viva e mutevole, un luogo che connette urbano e rurale, tradizione e innovazione, capace di mantenere una forte attenzione all’ambiente e all’uomo.

 

Gli appuntamenti, ospitati nel Ridotto del Verdi di Pordenone una volta al mese, da novembre a marzo, sempre di mercoledì alle ore 18.00 sono sostenuti da importanti istituzioni locali, come Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli e Camera di Commercio Pordenone-Udine, e godono del patrocinio di enti come Fondazione Dolomiti Unesco. 

 

Il terzo incontro, mercoledì 22 gennaio alle 18, si intitola “Dagli eredi della solitudine a nuove idee di comunità” e vedrà l’intervento di Annalisa Bonfiglioli, project manager e vicepresidente della Cooperativa Cramars di Tolmezzo e di Giovanni Teneggi, community designer e promotore di cooperative di comunità in Confcooperative. 

 

Nel 1973 usciva Gli eredi della solitudine, il celebre reportage sui masi delle valli più isolate dell’Alto Adige, all’indomani del più intenso processo di spopolamento della montagna italiana. A cinquant’anni di distanza da quell’inchiesta qual è la situazione demografica e sociale delle comunità di montagna? Quella solitudine è alle nostre spalle o è ancora presente, e in che forme? Quali idee e configurazioni di comunità oggi si stanno diffondendo nelle terre alte, e con quali risultati? L’incontro con due esperti della cooperazione in ambito montano ci consentirà di approfondire la conoscenza delle dinamiche sociali in atto nelle aree più marginali e le strategie da adottare per ridurre l’isolamento, favorire il dialogo e la cooperazione, costruire nuove forme di convivenza per la montagna del futuro.

 

A introdurre il tema della serata è Marco Albino Ferrari con un breve monologo che riportiamo di seguito.

 

 

"Nel 1973 usciva "Gli eredi della solitudine", il reportage struggente, umano e anche avvincente di Aldo Gorfer sui masi più sperduti dell’Alto Adige. Si era all’indomani della grande ondata dello spopolamento che aveva interessato tutte le montagne italiane. Oggi, a cinquant’anni di distanza, si può dire che sia in Trentino, sia in Alto Adige il fenomeno è terminato. Mentre non lo si può dire per altre zone delle terre alte italiane, dove molti giovani ancora fuggono in cerca di lavoro in città.

 

È un problema di risorse e di politiche, naturalmente. Ma cosa significa esattamente parlare di solitudine oggi in montagna? Non è una questione solo di residenti che si riducono. La questione è più complessa e poi si ripete spesso retoricamente che si può sentirsi molto più soli in città in mezzo a milioni di persone.

 

In realtà la questione, appunto, è più complessa e la solitudine oggi rischia di essere considerata così, una sorta di stereotipo per la montagna. La montagna uguale solitudine. Ma non è così. Ci sono molti esempi che ci dicono il contrario. Bè, ecco, per esempio, le cooperative di comunità oggi in Italia sono 350, e il 70% di queste si trova proprio in montagna. Questo ci dice che la montagna se vuole sa fare comunità, sa rimboccarsi le maniche, sa vincere la solitudine, guardando al futuro".

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