Cortina non è solo alberghi e piste da sci: nasce il Museo Diffuso della Letteratura delle Dolomiti, una guida per conoscere un territorio di incomparabile bellezza
Tanti gli scrittori che hanno viaggiato tra queste montagne riportando poi nelle loro pagine memorie e impressioni. Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Saul Bellow, Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Edward Morgan Forster, Goffredo Parise, Vladimir Nabokov, Eugenio Montale, Alberto Arbasino, Giovanna Zangrandi, Indro Montanelli, Giovanni Cenacchi, Rolly Marchi, Giovanni Comisso e molti altri. E furono due viaggiatrici inglesi, Amelia Edwards ed Elizabeth Tuckett, le prime a raccontarne e descriverne le bellezze
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Da un’idea del vulcanico promotore di cultura e valori civili Francesco Chiamulera, nasce Accadde a Cortina, il Museo Diffuso della Letteratura delle Dolomiti: un itinerario di segnaletica culturale, 18 cartelli dislocati nei luoghi più significativi del centro di Cortina e della Valle d’Ampezzo. Tanti gli scrittori che hanno viaggiato tra queste montagne riportando poi nelle loro pagine memorie e impressioni. Ernest Hemingway, Dino Buzzati, Saul Bellow, Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto, Edward Morgan Forster, Goffredo Parise, Vladimir Nabokov, Eugenio Montale, Alberto Arbasino, Giovanna Zangrandi, Indro Montanelli, Giovanni Cenacchi, Rolly Marchi, Giovanni Comisso e molti altri. E furono due viaggiatrici inglesi, Amelia Edwards ed Elizabeth Tuckett, le prime a raccontarne e descriverne le bellezze.
Buzzati amava così tanto le Dolomiti da impegnarsi in più occasioni per difenderle, ad esempio scrivendo un pezzo memorabile, Salvare dalle macchine le Tre Cime di Lavaredo, pubblicato dal Corriere della sera il 5 agosto del 1952. Scritto con efficace stile narrativo, contribuì a preservare le Tre Cime da uno scempio irreparabile: con il pretesto delle Olimpiadi, programmate a Cortina nel 1956, alcuni imprenditori di pochi scrupoli avevano suggerito di realizzare una strada che collegasse il lago di Misurina al rifugio Locatelli, passando sotto le Tre Cime e giungendo poi in Val Fiscalina. Buzzati mise in guardia i lettori: «Ricordiamoci che la natura sta diventando un’autentica ricchezza. Di tale ricchezza le Dolomiti sono una miniera prodigiosa che il mondo sempre più ci invidierà. Ma se la si sfrutta ciecamente, per la smania di pomparne i soldi, un bel giorno non ne resterà una briciola. Sono montagne delicate, basta poco a deturparle». La vetta che amava di più era la Croda da Lago, salita una prima volta a diciassette anni, nell’agosto del 1923. Nel 1966, in occasione del suo sessantesimo compleanno, il suo amico Rolly Marchi volle regalargli una scalata insieme a lui e a Lino Lacedelli proprio su quella cima. Buzzati quelle montagne non si limitò a raccontarle, le dipinse anche. Le crode dei Marden sotto la luna (1969) lasciano intravedere rupi affilate e scabre immerse nell’azzurro della luce lunare: è il dipinto che più di ogni altro esprime il suo senso della solitudine, malinconico e inquieto.
Ernest Hemingway incontrò per la prima volta la scrittrice e traduttrice Fernanda Pivano a Cortina, all’albergo Concordia, nell'autunno del 1948. Cinque anni prima, la traduzione di Addio alle armi, libro vietato dal regime fascista, era costata l’arresto alla Pivano a Torino da parte delle SS tedesche. Hemingway le voleva bene anche per questo, un mese dopo le scrisse: “Qualunque cosa tu scriva su di me e qualunque opinione tu abbia su di me sono ok per me. Non proverei mai ad influenzare alcuna critica”.
Ho dato un piccolo contribuito ad Accadde a Cortina ricordando Rigoni Stern e Giovanni Cenacchi. L'ultima volta che Mario Rigoni Stern parlò in pubblico lontano da Asiago e dalle sue montagne fu nell’altipiano ampezzano di Ra Stua, davanti alle Crepe de Socroda e alla Croda d’Ancona, nell'agosto del 2007; raccontò storie di montagne, di boschi e di pascoli, e di una natura da preservare per il futuro, se questo pianeta vuole averlo un futuro. “Nell’andare per le Dolomiti il mese di settembre è sempre il più bello; non ci sono più i pericolosi temporali estivi che nei pomeriggi si annunciano improvvisi scaricando fulmini e grandine su pareti, ghiaioni e boschi (…). La brezza settembrina muove i rami dei larici che incominciano a cambiare colore e il sussurro del vento che al mattino sale dalle valli si confonde con quello dei “rù”, i torrenti”. Per Cenacchi, alpinista, esploratore e scrittore troppo presto scomparso, gli altipiani di Sennes, di Fodara Vedla e di Lerosa, l’alpe del lago di Fosses, erano l’emblema di una montagna da vivere con sorridente malinconia, senza i rischi delle grandi altezze, che pure amava e frequentava: “L’escursione al lago di Fosses è forse l’emblema dell’emozione e del particolare tono di spirito suscitato dall’ambiente degli altipiani sopra Ra Stua (…). Qualunque pensiero abbiate con voi, l’Alpe di Fosses e quella di Sennes sono i posti migliori delle Dolomiti in cui possiate portarli a spasso”.
Saranno aggiunti altri autori? Sì, ad esempio la poetessa e grande traduttrice di letteratura francese Dianella Selvatico Estense, stimata dai nostri maggiori poeti del Novecento e scomparsa proprio a Cortina il 26 agosto 1999.
Una montagna di libri, la rassegna letteraria creata e portata avanti da Francesco Chiamulera, la Libreria Sovilla, guidata dal maestro libraio Franco Sovilla, la Biblioteca civica, diretta sino alla sua scomparsa, un anno fa, dal bravo Mauro Polato (conserva dediche e autografi di Saul Bellow e di Rolly Marchi), e adesso questa iniziativa del museo diffuso, dimostrano che Cortina d'Ampezzo ha una grande e solida vitalità intellettuale, non è solo alberghi e piste da sci, è anche memoria e cultura, in un arco dolomitico d’incomparabile e perdurante bellezza.