“In Italia serve una rinnovata cultura forestale”: con 110 parole raccontate da 88 autori nasce “Foreste e Società - Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile”
Un volume che si propone come una “bussola” per orientarsi nel rapporto complesso, talvolta conflittuale ma al tempo stesso ricco di opportunità, tra persone, alberi e boschi
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“Fornire una bussola utile a viaggiare tra le parole che servono a comprendere il rapporto tra persone, alberi e boschi nell’era della crisi climatica”.
Con questo obiettivo nasce il “Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile”, un volume curato dal Prof. Marco Marchetti - ordinario di Pianificazione Forestale e Aree Protette alla Sapienza - e realizzato grazie alla collaborazione tra Fondazione AlberItalia ETS, Compagnia delle Foreste, SISEF e Accademia Italiana di Scienze Forestali.
Si tratta di un glossario ragionato, realizzato da ben 88 autori rappresentativi della conoscenza e del pensiero forestale italiano che, attraverso 110 parole chiave, stimolano numerose riflessioni proponendo una visione ampia e complessa sul rapporto tra umanità ed ecosistemi forestali.
“Ogni parola chiave, nel libro, è supportata da dati, informazioni, collegamenti, considerazioni e riferimenti per approfondire”, spiega l’editore Paolo Mori, di Compagnia delle Foreste, “alcuni autori sono specialisti, altri sono appassionati cultori capaci di collegare temi diversi ad una stessa parola chiave. Autori e parole chiave fanno di questo libro la bussola per politici, decisori, paesaggisti, ambientalisti, geografi, docenti di ogni ordine e grado, studenti, cittadini e anche tecnici forestali, interessati a orientarsi nel viaggio verso la gestione forestale del futuro. Se attribuire lo stesso significato alle parole è il primo passo per intendersi, allora questo dizionario può aprire le porte ad un futuro di collaborazioni e sinergie. Le parole sono il luogo dell’umano. Speriamo di averne trovate di utili per generare cura e bene comune”.
Il volume, attraverso i tanti lemmi raccolti (dalla A di “abbandono” alla V di “viabilità”, passando per termini come “ecologia”, “legno”, “multifunzionalità”, “paesaggio”, “spopolamento”) è sì incentrato sul tema forestale, ma racconta anche tanto, anzi tantissimo, di Terre Alte, come ha spiegato a L’AltraMontagna il curatore Marco Marchetti.
“La geografia forestale italiana è una geografia della montagna e della montanità”, spiega Marchetti, “storicamente tutta Italia lo testimonia fin dall’analogia rigenerativa del momento dei liberi comuni e delle signorie, con palazzi e chiese del rinascimento, dove fiorino e zecchino erano i dollari dell’epoca, con montagne boscose alle spalle. Poi, è da fine ‘800 che si cerca di scappare dalla rudezza della geografia della montagna, anzi delle Montagne, attese le grandi differenze nei sistemi alpini, prealpini e in quelli appenninici, costieri e insulari, caratterizzati da una forte energia del rilievo, e da una lunga storia di gestione multifunzionale. C’è stato un grande sviluppo, ma uno sviluppo squilibrato, che ha accentuato le disparità, non solo tra Sud e Nord, ma anche in modo più diffuso tra città e campagna, tra montagna e pianura, tra costa e entroterra. Oggi l’abbandono, raccontato con disperazione da non pochi consapevoli poeti e scrittori, cammina velocemente, insieme alle disuguaglianze, al declino della biodiversità, alla litoralizzazione e allo sterminio dei campi nelle pianure e nelle valli più grandi; fa crescere l’importanza dei boschi in montagna e la coincidenza delle geografie”.
“Ma oggi in troppe località delle montagne italiane il paesaggio tace”, sottolinea il curatore del volume, “i luoghi perdono integrità e persistenza e non comunicano più i segni e le ragioni della loro presenza. Nonostante la montagna in Italia goda di centralità geografica (con il 35% del territorio, a cui va sommato il 42% della collina), essa è rimasta marginale nella storia e nella memoria. La montagna luna park per gli abitanti delle città replica una specifica geografia dell’insostenibilità per ragioni energetiche, idrologiche, infrastrutturali, residenziali. Si tratterebbe di investire molto più di ora nella visione di una montagna che non sia soltanto oasi di pace e natura ad uso e consumo dei turisti, ma che veda il ritorno ad un ruolo attivo e consapevole dell’uomo come agente naturale capace di coltivare la diversità, contrastare l’avanzata incontrollata della vegetazione spontanea, recuperare la polifunzionalità delle foreste, ma anche la valorizzazione dello spontaneo e del selvatico, generare nuove opportunità”.
“Il volume è un glossario ragionato sul concetto di Gestione Forestale Sostenibile e un’antologia delle innovazioni che la accompagnano”, chiosa Marchetti, “tema vasto e variegato nelle sfumature, cruciali nell’uso di termini complessi (come, ad esempio, paesaggio e territorio oppure natura, terra, ambiente, biosfera). Non privo di incertezze e di infinite connessioni, discusso attraverso una serie di lemmi, termini, parole e locuzioni emersi negli ultimi anni. Serve ancora una cultura forestale nel Paese, ma rinnovata, al tempo delle policrisi che interagiscono e si succedono rapidamente”.
“Foreste e Società - Piccolo Dizionario di Gestione Forestale Sostenibile” è acquistabile sulla libreria forestale online “Ecoalleco” a questo link.