È forse il romanzo che meglio riflette il carattere della montagna contemporanea. "Il duca", più di una semplice storia
Tra le montagne del duca invece rimbomba il ronzio delle motoseghe dei boscaioli, scorrazzano i fuori strada, le transumanze si fanno con l’aiuto del camion, non tutte le persone – com’è normale che sia – sono sempre leali e men che meno fedeli e coerenti. Non è una montagna che si presta alla copertina di una rivista turistica, ma è una montagna vissuta, una montagna ruvida, forse meno idilliaca, ma sicuramente più reale
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Lo storico e scrittore bellunese Matteo Melchiorre è il vincitore della Targa Foroglio - Premio internazionale alpino, che gli è stata consegnata domenica 25 agosto ad Ascona, sulla sponda svizzera del Lago Maggiore.
"Con il suo lavoro di riflessione e con i suoi romanzi in particolare Il duca - si legge nella motivazione del premio -, ha saputo raccontare, con grande qualità di prosa ed evitando gli stereotipi, tracce di vita alpina che intersecano storia e presente, evidenziando in modo brillante quanto le vite dipendano dall’ambiente in cui vengono vissute. E viceversa".
Il duca è ambientato in una valle e a ben guardare si sviluppa proprio come una valle. Vi è infatti un racconto centrale, dove confluiscono, come tanti rapidi torrenti, altre storie. Storie di montagna che si intrecciano alla trama principale senza interromperla, ma completandola.
Storie di boschi, storie di animali, storie di uomini. Storie che spesso abbracciano l’attualità dei nostri rilievi e la veicolano in modo efficace grazie a una trama estremamente appassionante.
Fin dalle primissime pagine del libro si percepisce il desiderio dell'autore di svincolarsi dai luoghi comuni che spesso accompagnano la letteratura alpina: territori incontaminati, legami fraterni, collaborazione tra compaesani, purezza d’animo, amicizie inscalfibili, e così via.
Tra le montagne del duca invece rimbomba il ronzio delle motoseghe dei boscaioli, scorrazzano i fuori strada, le transumanze si fanno con l’aiuto del camion, non tutte le persone – com’è normale che sia – sono sempre leali e men che meno fedeli e coerenti. Non è una montagna che si presta alla copertina di una rivista turistica, ma è una montagna vissuta, una montagna ruvida, forse meno idilliaca, ma sicuramente più reale.
Un ritrovato realismo, quindi, capace di indicare la via verso una narrazione più limpida degli orizzonti alpini. Una narrazione capace di guidarci nella complessità antropica e naturale delle nostre montagne.
Nel corso della premiazione, Matteo Melchiorre, introdotto dal giornalista Sergio Frigo, ha dialogato con Martino Giovanettina sui temi dei suoi libri (da Storie di alberi e delle loto terra, a La via di Schener, vincitore del Premio Rigoni Stern, al più recente e pluripremiato Il duca, che in Italia ha venduto oltre 25mila copie ed è in fase di traduzione in diverse lingue) e sul suo rapporto con la montagna, segnato dall’amore, ma anche dal disincanto per i disagi che viverci comporta. I contenuti della serata saranno oggetto di una pubblicazione a cura dell’ Agenzia Kay.