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Cultura

Tra un passato ormai svanito e un futuro da immaginare. La storia della cava di marmo rosso di Verzegnis ci interroga: che immagine vogliamo dare alle terre alte?

 Nel cortometraggio "In alto, sempre più in alto" di Annalisa Doriguzzi Breatta, premiato con menzione speciale al festival Cortomontagna 2024, vengono mostrati in un racconto poetico di immagini giustapposte, tra il tempo presente e riferimenti al passato, la cava di marmo rosso di Verzegnis, chiamata Lavoreit Ros, in Friuli-Venezia Giulia e i territori limitrofi 

di
Mara Vicino
24 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Come si possono raccontare e valorizzare luoghi di memoria, che sono mutati, hanno cambiato fisionomia e vocazione? Tutto è nelle mani di chi resta.

 

Nel cortometraggio In alto, sempre più in alto di Annalisa Doriguzzi Breatta, premiato con menzione speciale al festival Cortomontagna 2024, vengono mostrati in un racconto poetico di immagini giustapposte, tra il tempo presente e riferimenti al passato, la cava di marmo rosso di Verzegnis, chiamata Lavoreit Ros, in Friuli-Venezia Giulia e i territori limitrofi. La cava a cielo aperto si trova a 1690 metri s.l.m. e rappresenta ancora oggi una risorsa molto importante per il territorio e per l'estrazione del marmo rosso.

La costruzione dell’immagine del cortometraggio passa da incredibili campi larghi - dove il verde degli alberi e dei prati riempie gli occhi e lo schermo - a momenti in cui giovani ragazze e ragazzi (in pose che ricordano i film di Wes Anderson) tengono tra le mani foto d’archivio che rimandano alla storia del luogo.

Il filmato vuole documentare infatti presente e passato, focalizzando l’attenzione di chi guarda sullo stato dei luoghi, in particolare quelli collegati alla cava, e sul passaggio generazionale, elementi che convergono in un'unica comune memoria. I protagonisti, giovani ragazzi e ragazze, completano tale concetto permettendo al pubblico di interrogarsi con loro sul futuro di questi territori e sul ricordo delle genti che li hanno vissuti: una rappresentazione del passato narrata da voci moderne. Questa essenzialità e semplicità narrativa, dove l’immagine è centrale considerata l’assenza di dialoghi, riflettono le caratteristiche del territorio montano, a tratti crudo e difficile ma sempre vivo e schietto.

Il progetto è ideato e promosso dal Circolo Culturale "Pio Frezza" di Verzegnis allo scopo di valorizzare e promuovere l'uso alternativo dei luoghi della memoria, dove un giorno potrà non esserci più una cava (come in questo caso) o un impianto sciistico, oppure un lago e così via. Le ragazze e i ragazzi del CCV si immedesimano nei personaggi che hanno popolato e vissuto il territorio - e in particolare la cava di marmo rosso e le zone limitrofe - dall'inizio del '900 fino

agli anni '70. La loro intenzione è quella di essere un tramite tra un passato ormai svanito e un presente da loro rappresentato, con lo scopo di prevedere il prossimo futuro. Il circolo si pone delle domande che riguardano tutti i tempi e i luoghi montani: che immagine vogliamo dare del territorio? Che futuro immaginiamo?

Crediti fotografici: In alto, sempre più in alto, film still, di Annalisa Doriguzzi Breatta (Italia, 2024) – Menzione speciale al festival Cortomontagna 2024

 

Le immagini in bianco e nero mostrate all’interno del film provengono dalla Collezione privata Elvia Fior, Collezione privata Iside Deotto, Collezione privata Vidussoni Ezio.

 

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