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Cultura

Tra le montagne, ecco il "Giardino del vino più bello d'Europa". La Piana Rotaliana Königsberg protagonista al New European Bauhaus Festival di Bruxelles

La piana Rotaliana da secoli è definita il "Giardino del vino più bello d’Europa". Il Consorzio Turistico Piana Rotaliana Koenigsberg ha chiamato a raccolta docenti del Politecnico di Milano, architetti, agronomi, operatori turistici e alcuni "disegnatori d’idee" per discutere sul rapporto vite-paesaggio-montagna

di
Nereo Pederzolli e l'AltraEnogastronomia
21 aprile | 15:00

Lo sguardo spazia su vigneti di Teroldego, quelli che caratterizzano la piana Rotaliana, da secoli definita il "Giardino del vino più bello d’Europa". Appellativo più ostentato che meditato. Per discutere sul rapporto vite/paesaggio/montagna, il Consorzio Turistico Piana Rotaliana Koenigsberg ha chiamato a raccolta docenti del Politecnico di Milano, architetti, agronomi, operatori turistici e alcuni "disegnatori d’idee".

 

Tutti accolti sull’ardita struttura dello skywalk, l’acciaio sorregge vetri in grado di camminare con la sensazione di librarsi nel vuoto. Per una full immersion nel paesaggio rotaliano, areale incastonato tra pareti rocciose e l’amenità delle colture viticole.

 

Visioni, valori, esperienze, sproni e prospettive approfonditi in un convegno sul monte che sovrasta Mezzocorona. Micro altopiano esclusivamente pedonale, custode di antichi mestieri montanari, piccolissimi campi strappati alla roccia.

Tanti gli stimoli e gli spunti per custodire l’habitat vitivinicolo, valorizzare il corollario di montagne che circonda la vallata dove scorre l’Adige affiancato dal Noce.

 

Insediamenti urbani, ruolo di viticoltori che curano il paesaggio con amore, seminando fiori e piante benefiche tra filari di viti, colorando i pali di sostegno, rendendo variegato il panorama. Bello da vedersi, per essere spinta turistica e ovviamente incoraggiare al consumo di vino blasonato - Teroldego su tutti - ma pure ‘piccole produzioni locali’, vere chicche di biodiversità.

 

Le relazioni hanno (forse) esagerato definendo eccellente sia i prodotti come le opportunità. Parlando di etica mista all’estetica, il sovescio ( la semina di erbe benigne tra i filari di vigne ) per tracciare linee floreali che scandiscono ritmo e colori del paesaggio stesso.

 

La Piana Rotaliana però può vantare il fatto di aver ricevuto a Bruxelles il grande riconoscimento ed onore di presenziare il 9 aprile scorso alla cerimonia di apertura del New European Bauhaus Festival.

 

Rassegna internazionale all’interno del programma dell’Unione Europea (Neb) che mira ad avvicinare i territori e la vita quotidiana delle persone agli obiettivi di sostenibilità, a largo spettro; sfida entro il 2050 (Green Deal), focalizzando l’attenzione su tre punti cardine: estetica, sostenibilità e inclusione.

 

Per rilanciare il progetto europeo legato a questo Festival è iniziato l’evento - una tre giorni di studi e confronti - denominato “Tra le montagne: il Giardino del Vino più bello d’Europa”. L’evento è stato selezionato tra i 5 migliori progetti tra oltre 950 proprio per l’aderenza ai principi del Neb.

 

Il potenziale turistico è stato presentato da Rosa Roncador, direttrice del Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg, che sta lavorando alla costruzione di un’identità turistica del territorio attraverso un percorso di sviluppo strategico, grazie anche al contributo della comunità, per portare la Prk a essere un vero e proprio “Giardino del Vino” (nome anche del progetto di sviluppo).

 

Del resto il paesaggio è da sempre un tema centrale delle promozioni enologiche. Non solo quello riferito al Giardino del vino più bello d’Europa. Il paesaggio come stato dell’animo, valore aggiunto per ogni dinamica socio culturale, turistica, economica. In quanto è un valore aggiunto. Spiegarlo è utile agli stessi operatori stanziali: serve per capire, per essere istruiti sul futuro.

 

Degustare vino ricordando il luogo d’origine è uno sprone altamente significativo. Perché noi guardiamo con gli occhi, ma vediamo con i ricordi. Tutto è parte integrante dell’esperienza sensoriale. Il paesaggio è anche quello che non si vede, ma in grado di raccontare ogni inconfondibile aspetto del luogo. A partire dalla constatazione che il cielo è l’altra metà del paesaggio terrestre, specialmente quando - saliti in funivia sul Monte di Mezzocorona - lo sguardo spazia verso le Dolomiti di Brenta.

 

Giù, sul greto scavato da Adige e Noce le viti diventano stilemi scenografici grazie al lavoro dei viticoltori. Sono loro che ‘scrivono’ sul suolo allevando la vite nel modo più consono. Al convegno più volte è stato ribadito come la cura del territorio sia una responsabilità di tutti e, solo collaborando, potremo migliorarlo e renderlo attrattivo e esteticamente “bello” per tutti, ospiti e abitanti. In quanto è stato dimostrato che solo un territorio vitato ben conservato è in grado di suscitare indimenticabili emozioni e farsi veicolo di un messaggio.

 

Un vino, per essere buono quanto indimenticabile, deve anche essere bello: come? Rendendolo bello curando il paesaggio. E’ la bellezza dell’habitat - citando Baudelaire - che imprime al vino la sua anima.

l'autore
Nereo Pederzolli e l'AltraEnogastronomia

Nato a Stravino, micro-borgo rurale in Valle dei Laghi, tra Trento, le Dolomiti di Brenta e il Garda. Per 36 anni inviato speciale Rai in programmi e rubriche agroalimentari, filmmaker, da oltre 30 anni degusta vini per la guida del Gambero Rosso e ha pubblicato numerosi testi di cultura enogastronomica. È editorialista e colonna del quotidiano online ilDolomiti.it e per l'AltraMontagna racconterà di enogastronomia 'eroica', di Terre Alte ed alte quote, di buon vino e buon mangiare.

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