Contenuto sponsorizzato
Cultura

"Qui in montagna abbiamo bisogno di liquidità e sgravi fiscali, da soli non ce la possiamo fare". A Frassinoro, Appennino modenese, chiude l'ultima edicola

A 1.130 metri, la storica edicola di Frassinoro di via Roma 48, l’unica di tutto il paese, sta per chiudere e al momento nessuno, almeno ufficialmente, sembra intenzionato a garantirgli una prosecuzione. Sarà un segno dei tempi, ma un’edicola che chiude, di per sé, non è mai una buona notizia. Quando poi succede in un luogo d’alta quota, il problema assume i contorni drammatici della desertificazione imprenditoriale e produttiva

di
Generoso Verrusio
31 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

FRASSINORO. Sarà un segno dei tempi, ma un’edicola che chiude, di per sé, non è mai una buona notizia. Quando poi succede in un luogo d’alta quota, il problema assume i contorni drammatici della desertificazione imprenditoriale e produttiva. Che, vale la pena ricordarlo, tanto ha inciso e continua a incidere sullo spopolamento (irreversibile?) delle terre alte della Penisola. 

 

La brutta novella, il cui epilogo ha i giorni contati di questa chiusura d’anno e l’evidenza di alcuni avvisi affissi sulle vetrine con l’asettica scritta “svendita totale”, interessa il comune montano più alto dell’Emilia Romagna, Frassinoro, appollaiato sull'appennino modenese. 

 

A 1.130 metri, la storica edicola di Frassinoro di via Roma 48, l’unica di tutto il paese, sta per chiudere e al momento nessuno, almeno ufficialmente, sembra intenzionato a garantirgli una prosecuzione. 

 

Insieme alla rivendita di giornali chiuderà anche il piccolo negozio alimentare vicino, la cui proprietà è in capo al medesimo titolare, Daniele Ferrari. E purtroppo, come capita in questi casi, i motivi che stanno alla base di una scelta così dolorosa quanto necessaria sono immancabilmente gli stessi: la mancanza di continuità generazionale, i costi esosi di mantenimento dell’attività e la crisi della carta stampata con l’avvento del web e della gratuità di alcuni prodotti informativi.

 

«Ho resistito con tutte le mie forze finché ho potuto, ma adesso alzo bandiera bianca», ci racconta al telefono il titolare, 67 anni e da almeno un paio in pensione. 

 

A fine novembre ha congedato i due dipendenti e a giorni abbasserà le saracinesche definitivamente. E dire che è un’attività che sfiora i 90 anni di storia. Sua mamma, Rita Marcolini, la rilevò nel 1968 da una signora che l’aveva aperta nei primi decenni del secolo scorso. 

 

Ha dato da mangiare a tutta la famiglia: Rita, Daniele, le due sorelle Antonella e Luana e il papà Duilio che, come era prassi in quegli anni, per aumentare e diversificare le entrate ha lavorato anche nei campi. «È sempre rimasta a conduzione familiare e fino a 10, 15 anni fa aveva anche un ritorno economico» precisa Daniele. «Oggi non più. Qui in montagna abbiamo bisogno di iniezioni di liquidità e sgravi fiscali, da soli non ce la possiamo fare. Basta guardare quello che sta accadendo con il mercato immobiliare: le case vengono svendute a prezzi infimi. Dapprima era un fenomeno circoscritto alle borgate, ora interessa direttamente il centro di Frassinoro».

 

Qualcuno interessato a subentrare? «Mi auguro ci possa essere», ci tiene a rimarcare Daniele. Voci ufficiose vorrebbero come assai probabile un interessamento da parte del gestore del bar del paese. Ma per avere qualche conferma ufficiale occorrerà attendere il 2025. 

 

«Avremmo bisogno di azzerare gli errori e gli orrori che certa politica ha fatto 60 anni fa», conclude con un filo di rassegnazione Daniele. Che però non rinuncia a un pizzico di vis polemica. «Era giusto spingere in pianura tante persone per alimentare la richiesta di manodopera dell’industria? Forse sì, ma oggi ne paghiamo le conseguenze. Mettersi in proprio è un rischio ovunque, farlo in montagna rasenta la follia. Oggigiorno la generazione più giovane preferisce scendere in pianura e adattarsi a un posto di lavoro comodo, stipendiato e senza particolari grattacapi. Ma per la nostra amata montagna, duole ammetterlo, è il canto del cigno».

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 22 gennaio | 11:00
Ad imporsi è stata la Svizzera, che annoverava tra le proprie fila anche ex calciatori di assoluto livello come Benaglio, Mehmedi, Chapuisat e Frei, che in finale ha piegato per 8 a 6 la Germana. L'evento si disputa dal 2010, è giunto alla 13esima edizione e richiama un gran pubblico nella città del Canton Grigioni
Attualità
| 22 gennaio | 06:00
Il primo cittadino di Valbondione, Walter Semperboni, difende il progetto di collegamento dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola. Poi attacca: "Gli pseudo ambientalisti che fanno yoga nel bosco mi propongano un'alternativa"
Sport
| 21 gennaio | 20:00
L’atleta del team La Sportiva segna un nuovo traguardo nella storia del bouldering italiano. L'impresa compiuta a Tintorale in Abruzzo: ''Big Slamm non è stato solo un semplice sasso o una scalata difficile, ma un vero maestro di vita''
Contenuto sponsorizzato