Quando la promozione di un piccolo paese di montagna passa attraverso l'arte e la rigenerazione: Sagron Mis e il Festival Lapis, Laboratorio Artistico di Paesaggio Illustrato
Sagron Mis conta 175 abitanti ed è il comune del Trentino più distante dal capoluogo. Con tanti altri piccoli paesi dell’area dolomitica condivide una storia recente segnata da abbandono e spopolamento. In questo contesto la Pro Loco ha fatto una scelta particolare (e lungimirante) per dare nuova luce alla zona: puntare lo sguardo all’interno, facendo risaltare l’identità locale, ma anche all’esterno, aprendosi alla collaborazione attiva con realtà che possano apportare un contributo qualificato alla valorizzazione del territorio
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Valorizzare il territorio attraverso la cultura, l’arte e la rigenerazione: è ciò che accade in un piccolo paese di montagna, dove la pro loco fa da collettore tra la comunità locale e le nuove energie che arrivano da fuori. A Sagron Mis si è da poco conclusa la terza edizione di Lapis Festival, dove lapis sta per Laboratorio Artistico di Paesaggio Illustrato a Sagron Mis. Un’iniziativa che sta crescendo di anno in anno, richiamando illustratori da tutta Italia e coinvolgendo un team internazionale di architetti - riuniti nell’associazione Camposaz - che stanno lasciando un’impronta positiva sul territorio.
Sagron Mis è il comune più orientale del Trentino e il più distante dal capoluogo: 120 chilometri lo separano da Trento. Molti meno (50) da Belluno, in Veneto. Quasi un'enclave incastonata tra il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Con un’estensione di poco più di 11 chilometri quadrati compresi tra i 730 e i 2.486 metri di quota (la cima del Piz de Sagron, che svetta a ridosso del centro abitato), a Sagron Mis vivono 175 persone dislocate in varie frazioni. Con tanti altri paesi dell’area dolomitica condivide una storia recente segnata da abbandono e spopolamento; e se da un lato assiste alla mancanza di un ricambio generazionale, dall’altro chi vorrebbe insediarsi si scontra con la difficoltà di trovare una sistemazione, tra seconde case o edifici ormai inagibili.
In questo contesto si inserisce l’attività della Pro Loco Sagron Mis, che per promuovere la zona ha fatto una scelta particolare e lungimirante: puntare lo sguardo all’interno, per far risaltare l’identità locale, ma anche all’esterno, per aprirsi alla collaborazione attiva con realtà che possano apportare un contributo qualificato alla promozione del territorio.
L'ultimo esempio concreto di queste azioni si è avuto nel fine settimana di Lapis Festival, quando Sagron si è animato con diverse iniziative: dai laboratori creativi per bambini alla raccolta di illustrazioni inedite che ha visto 17 artisti confrontarsi sul tema “Metamorfosi - come è cambiata e come potrebbe cambiare la montagna e chi la abita”. Per tutta l’estate le loro opere si potranno ammirare nella mostra allestita per le vie del paese. Margherita Paoletti ha realizzato un murale che va ad aggiungersi a quelli creati negli anni precedenti e un gruppo di architetti e illustratori, nel workshop di architettura illustrata coordinato da Camposaz, ha lavorato insieme per tutta la settimana per realizzare un palco modulare in legno, utile alla pro loco e ad altre realtà del territorio.
A Sagron, i muri delle case parlano. Prima di tutto perché raccontano la vita di un tempo e quella che pulsa ancora oggi, grazie a chi ha scelto di restare. Ma anche perché accolgono i tratti di colore degli artisti che li hanno usati come tela per i murales o come supporto per esporre le illustrazioni (la mostra diffusa è visitabile liberamente, seguendo le frecce in legno a forma di matita realizzate insieme da illustratori, architetti e artigiani).
“Già da quando l’associazione è nata, 37 anni fa, nello statuto prevedeva tra le proprie attività l'abbellimento del paesaggio e la valorizzazione del territorio. E quindi cercare di rendere il posto un po' più bello, da sempre”, spiega Flavio Broch, componente del consiglio direttivo della Pro Loco Sagron Mis. Negli anni, questo obiettivo è stato perseguito in modi e forme diverse.
“Con il mondo dell’illustrazione ci siamo affacciati per la prima volta nel 2019, grazie ad alcune amicizie”, prosegue. “Il primo contatto è stato quello con lo studio d'arte Andromeda di Trento, per ospitare a Sagron Mis la mostra “Sradicati” sul tema della tempesta Vaia, che aveva colpito anche questa zona. Nel 2021, per abbellire la nuova sede della pro loco, è stato realizzato un murales ad opera di Nadia Groff, illustratrice trentina con cui avevamo già collaborato per la mostra”. Ecco il punto zero di quello che poi sarebbe diventato il festival Lapis, organizzato con il supporto del Comune di Sagron Mis e dell'azienda di promozione turistica Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi.
“Era piaciuto molto al paese il fatto di avere un’illustratrice sul territorio, che lavorava lì. Praticamente si era dentro un bar: lei lavorava, i paesani interagivano, dando spunti: era nato qualcosa di bello e allora abbiamo pensato che avremmo potuto riprovarci all’aperto, in paese”.
L'idea iniziale era quella di far realizzare alcuni murales legati alle tradizioni e alla storia del paese. Con la prima edizione di Lapis, nel 2022, ne arrivano due: il primo, creato da Nicola Degiampietro, illustra la vita dei minatori (qui si estraeva il mercurio). Il secondo, “El sol che torna” di Stefano Gaio, riprende una ricerca fatta da alcuni paesani sul fatto che Sagron per buona parte dell’inverno resta in ombra, salutando il sole il 18 novembre per rivederlo il 24 gennaio.
Dopo la prima mostra degli illustratori, “nel 2023 abbiamo provato a fare le cose un po’ più sul serio, affidando a Nadia Groff e Giorgia Pallaoro la direzione artistica del festival” ricorda Broch, “mentre la pro loco ha continuato ad occuparsi dei murales - se ne sono aggiunti tre firmati da Lorena Scremin, Lorenzo Abram e Mirka Perseghetti - e a implementare il programma con nuove proposte. Con la partecipazione di Camposaz abbiamo aggiunto una parte residenziale: illustratori e architetti di diverse nazionalità si sono stabiliti per una settimana a Sagron, ospiti nell’ex canonica, per progettare e realizzare una struttura artistica in legno che è andata ad abbellire un punto centrale del paese”.
A proposito di dare nuova luce al paese, sin dalla prima edizione anche gli abitanti hanno dato il proprio contributo. La risposta dei residenti, infatti, è stata positiva: oltre a chi ha messo a disposizione la propria proprietà c’è chi, sapendo che sarebbero arrivate persone a visitare la mostra, si è dato da fare per ripulire qualche angolo malandato, chi ha imbiancato la facciata, chi si è dedicato alla preparazione dei pasti per i partecipanti. Piccoli segni di cura, innescati probabilmente da una nuova sensibilità diffusa anche grazie al festival.
Non solo arte, a Sagron si assiste anche alla rigenerazione di spazi che non svolgono più la funzione che hanno avuto in passato, ma che possono comunque continuare a essere utili alla comunità. Così, l’ex canonica diventa foresteria per gli artisti e gli architetti in residenza durante il festival; l’ex asilo è ora un luogo di ritrovo per tutti.
“Come pro loco da sempre ci occupiamo di questa cosa. Nel 2000, quando l’ultimo bar del paese aveva chiuso da poco, abbiamo aperto il nostro circolo all'interno di una sala del municipio”, racconta Broch. Nel 2020-21 è iniziata la collaborazione con Camposaz, per recuperare l’ex asilo. “Prima abbiamo sistemato il giardino, chiuso e inutilizzato da quasi vent’anni, e poi la sala interna: dotata di arredi modulari, adesso può svolgere varie funzioni: può ospitare conferenze, mostre, riunioni, laboratori per bambini. E d’estate diventa un bar al servizio della comunità, perché attorno un’ attività del genere manca”.
La Pro Loco conta 150 soci, alcuni dei quali non risiedono a Sagron Mis ma sostengono l’associazione da lontano. I volontari attivi sono quelli che la popolazione può offrire, ma il gruppo si amplia grazie alla collaborazione con realtà esterne, come nel caso di Lapis. “Questo è molto bello e funzionale”, afferma Broch, “perché a volte la paura di crescere è proprio quella di non avere le forze per farlo. Se invece lo fai coinvolgendo attivamente altre associazioni e figure professionali da fuori, le possibilità aumentano e la visione si amplia”.
A proposito degli illustratori che hanno preso parte al festival finora, l’intento della pro loco è di coinvolgere di anno in anno nuovi nomi. “Questo anche per cercare di avvicinare più persone possibili del mestiere. Il nostro sogno? Che questo diventi una sorta di presidio per gli addetti ai lavori, che possono venire a Sagron in occasione del festival, e incontrarsi, vivere un’occasione di scambio”.
E mentre la pro loco è già al lavoro per la prossima edizione, l’invito per tutti è di visitare Sagron Mis e la mostra diffusa con le opere degli illustratori che offrono molteplici spunti di riflessione sui cambiamenti climatici, culturali e sociali che stanno interessando “l’altra montagna”.
Foto di Simone Febbrari