Non è sufficiente fabbricare edifici: bisogna costruire comunità. Il ruolo dell'architettura per arginare lo spopolamento dei territori montani
L'architettura non deve ripiegarsi in se stessa, ma provare a rivolgersi al territorio e alle persone che lo abitano. Può così stimolare relazioni, esigenze ricreative, creatività e cultura
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Per chi abita i territori montani, ma anche per chi li studia o li frequenta con curiosità, è da anni diventato inevitabile parlare di servizi.
“Per arginare lo spopolamento servono più servizi essenziali per un vivere dignitoso”, è il mantra. Da questo ritornello (sacrosanto!) prende spesso forma un breve elenco, che abbiamo condiviso su L’AltraMontagna in diverse occasioni: “Bisogna investire su sanità, trasporti ed educazione”.
Un tridente importantissimo per provare a sfibrare il corpo rigido dei problemi sociali che affliggono molte comunità montane.
Tuttavia, osservando l’elenco con attenzione, si percepisce un’assenza. Manca parzialmente, infatti, quell’entità pulsante in grado di offrire slancio vitale al territorio. Mancano quegli spazi sociali capaci di saldare i legami comunitari e, nel fare ciò, di stimolare relazioni, esigenze ricreative, creatività e cultura.
Allo stesso tempo, però, sono convinto che questa piccola falla narrativa verrà presto colmata, perché – ormai da anni – possiamo apprezzare iniziative proiettate a rigenerare la trama sociale attraverso una progettazione volta a oliare i meccanismi della collettività.
Per farlo correttamente, però, è necessario dialogare con la popolazione, mediare tra le diverse esigenze e le effettive possibilità, e attivare un processo partecipativo nella riscrittura del territorio.
Antonio De Rossi, architetto, docente universitario al Politecnico di Torino e membro del comitato scientifico de L’AltraMontagna, da anni sta provando a muoversi in questa direzione. Uno degli ultimi progetti di cui si è occupato interessa Castel del Giudice (Molise), paese di circa 300 abitanti destinatario dei 20 milioni della Linea A del Bando Borghi. Questa realtà, anche grazie all’impegno e all’esperienza di studiosi come Letizia Bindi - Direttrice del Centro Biocult all’Università degli Studi del Molise, dove insegna Antropologia Culturale e Sociale - sta vivendo un processo di rigenerazione sociale, energetica, culturale e, appunto, architettonica.
Come informa De Rossi in un’interessante intervista pubblicata da Maria Fioretti su Orticalab , “insieme a Laura Mascino, Federica Serra e Matteo Tempestini abbiamo lavorato su sette progetti principali: un nuovo bar e ristorante con spazio di vetrina per i prodotti locali, pensato come centro comunitario del paese, denominato Agrifood-tech di Comunità ; un progetto di housing sociale per il neopopolamento; un forno con una macina comunitaria. Poi ci siamo concentrati sul progetto davvero importante, quello del centro culturale chiamato La scatola creativa e su una residenza collegata, ma anche su un ostello pensato per il turismo giovanile e per attività di ricerca, e infine sulla riattivazione di altre residenze, con annesso un incubatore di start-up. Sostanzialmente si tratta di una vera e propria opera di infrastrutturazione sociale ed economica, che per il comune potrebbe essere davvero molto importante, soprattutto perché tutte le proposte e le azioni sono state presentate e discusse regolarmente con la popolazione. Anche gli studenti e le studentesse del Politecnico hanno avuto modo di conoscere il luogo, vivendolo, essendo stato oggetto di studio all’interno del corso nel 2023”.
L’architettura acquista così un ruolo attivo: non si ripiega infatti in se stessa, ma si rivolge al territorio. Una visione evidenziata da un secondo passaggio dell’intervista: "Forse il limite più grande del Bando Borghi - sostiene l’architetto - è quello di concentrarsi sui singoli comuni, piuttosto che su reti territoriali. L’obiettivo per noi è lasciare qualcosa sul territorio che superi la semplice costruzione di edifici o la fruizione culturale, puntando invece alla creazione di abilità e saperi duraturi".