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Cultura

La riapertura di Notre Dame è una celebrazione del legno locale: 2.000 roveri testimoniano il legame tra una metropoli e il paesaggio che la circonda

Quella di oggi, 7 dicembre 2024, rimarrà una data storica per la Francia. Di fronte alle principali autorità politiche e religiose di tutto il mondo riapre a Parigi la Cattedrale di Notre-Dame, parzialmente distrutta da un devastante incendio. Per la ricostruzione della Cattedrale gotica è stato fondamentale il ruolo del legno: legno locale, proveniente da boschi pubblici e privati gestiti in modo sostenibile. I francesi hanno celebrato questa come una scelta di sostenibilità, di legame con il proprio territorio e con l'artigianalità locale 

di
Luigi Torreggiani
07 dicembre | 12:00

Quella di oggi, 7 dicembre 2024, rimarrà una data storica per la Francia. Di fronte alle principali autorità politiche e religiose di tutto il mondo riapre a Parigi la Cattedrale di Notre-Dame, parzialmente distrutta da un devastante incendio a metà aprile del 2019.

 

Ma cosa c’entra questo evento con la montagna? Con la nostra idea di “altra” montagna?

 

C’entra eccome: il collegamento lo si può trovare nello scheletro della Cattedrale, nella sua ossatura invisibile dall’esterno e solo immaginabile da dentro, camminando nelle sue navate con la testa all’insù.

Il legame è quello con il legno: legno locale, legno in molti casi massiccio e lavorato a mano da maestri d’ascia.

 

Per la ricostruzione fedele della Cattedrale gotica è stato infatti scelto, volutamente e non senza dibattiti e polemiche iniziali, di utilizzare lo stesso identico materiale del passato: legno principalmente di rovere, coltivato nei boschi francesi e utilizzato seguendo piani di gestione, quindi nella piena sostenibilità.

 

I ricordi tornano ad un’estate di un paio di anni fa, quando, dopo un viaggio in bicicletta tra Parigi e la Normandia, prima di tornare a casa abbiamo fatto un’ultima pedalata nel centro della capitale francese, passando ovviamente anche per Notre-Dame, in quei mesi ancora un cantiere completamente off-limits.

 

Di fronte alla recinzione che delimitava la Cattedrale rimasi folgorato dal modo in cui, attraverso grandi fumetti applicati ai pannelli, era stato scelto di raccontare la ricostruzione di quel simbolo nazionale, narrando le storie di chi era impegnato in prima linea per riconsegnare a Parigi la sua perla. “Una straordinaria avventura umana”, veniva definito il cantiere da un grande disegno raffigurante i volti fieri di operai, carpentieri e progettisti.

Già in una di queste storie a fumetti il legno era il grande protagonista: utilizzato non solo per ricreare il tetto e le guglie, ma anche per rinforzare la struttura, grazie a nuove soluzioni tecniche possibili attraverso moderne tecnologie. Tra le scene disegnate, una era proprio ambientata in bosco, dove il fumettista (non certo un esperto forestale!) aveva piazzato una trave già bella squadrata, ignorando il necessario passaggio in segheria. Ma a contare era il messaggio: la Cattedrale stava rinascendo anche grazie al legno dei boschi francesi, delle colline e delle montagne locali.

Sono servite circa 2.000 roveri per ricostruire la cattedrale, 1.000 delle quali donate gratuitamente dai proprietari forestali francesi. Alberi prelevati per la metà in boschi pubblici e per l'altra metà in boschi privati. Questi numeri, apparentemente enormi, rappresentano in realtà una piccola percentuale delle querce utilizzate annualmente in Francia in base ai piani di gestione forestale. Tutto, insomma, è stato svolto secondo i cicli di coltivazione del bosco e nella piena sostenibilità: a dimostrarlo è la certificazione di progetto PEFC ottenuta dal cantiere della Cattedrale. 

 

In molte foreste dove sono stati utilizzati gli esemplari più grandi un cartellino, attaccato alla ceppaia, ricorderà per molti anni a venire la destinazione di quel tronco a chiunque passerà di là. E sulle testate dei tronchi destinati alla ricostruzione è stato applicato un marchio ben riconoscibile, con un logo raffigurante la Cattedrale, permettendo così a proprietari, tecnici e operatori forestali di sentirsi parte di un grande progetto collettivo.

Nella ricostruzione di Notre-Dame, insomma, il legno locale ha avuto un ruolo fondamentale e i francesi non hanno certo avuto paura di raccontarlo, come troppo spesso accade da noi, per il timore di ricevere critiche da chi si scandalizza a priori per l’abbattimento di un albero. Anzi, questa operazione è stata l’occasione per trasmettere un messaggio potentissimo: una risorsa locale e rinnovabile come il legno, proveniente dalla selvicoltura e dalla buona gestione del territorio, è al centro di una “straordinaria avventura umana” tutta da raccontare e di cui andare fieri.

La ricostruzione di Notre Dame è stata un vero e proprio laboratorio, carico di simboli, che il governo francese ha scelto sapientemente di narrare fin dall'inizio anche attraverso la sensibilità di grandi fotografi e un portale informativo dedicato.

 

Le immagini che pubblichiamo in questo articolo, tratte dal portale francese, sono affascinanti e testimoniano un legame vivo tra una grande metropoli europea come Parigi e i boschi, presenti sulle colline e le montagne, in un paesaggio gestito con cura. Mostrano l'uso del legno per una ricostruzione fedele del passato, ma lo proiettano nel futuro. Ci fanno immaginare infiniti possibili utilizzi di questa materia prima, che può essere prodotta in modo rispettoso dell'ambiente e che conserverà per secoli la CO2 intrappolata dagli alberi durante la loro vita. Queste immagini ci permettono di ragionare anche sui nostri boschi, sul loro valore spesso inespresso a causa dell'abbandono o di una gestione non abbastanza lungimirante. Un valore che potrebbe essere sapientemente bilanciato tra esigenze ecologiche, economiche e sociali.

Chissà se il Presidente Mattarella, entrando oggi nella navata centrale di Notre-Dame, guarderà in alto, pensando alla forza reale e simbolica del legno. Chissà se penserà a quel 40% circa del nostro Paese che è coperto da boschi. Chissà se sognerà, anche per un istante, di inaugurare qualcosa di simile - non solo una Cattedrale, una grande opera, ma una storia esemplare di esseri umani e territorio - anche da noi.

 

Tutte le immagini sono tratte dal portale https://rebatirnotredamedeparis.fr. Qui i crediti: https://rebatirnotredamedeparis.fr/credits

 

Qui sotto il video ufficiale della riapertura, dove il legno è protagonista a partire dall'abbattimento delle roveri alla lavorazione dei tronchi, fino alla messa in opera della guglia e della "foresta" (così viene chiamata la struttura lignea del tetto della Cattedrale):

 

l'autore
Luigi Torreggiani

Luigi Torreggiani è giornalista e dottore forestale. Collabora con la rivista “Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi” e cura per Compagnia delle Foreste la comunicazione di progetti dedicati alla Gestione Forestale Sostenibile e alla conservazione della biodiversità forestale. Realizza e conduce podcast, video e documentari sui temi forestali. Ha pubblicato per CdF “Il mio bosco è di tutti”, un romanzo per ragazzi, e altre storie forestali illustrate per bambini. Per People ha pubblicato “Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano”, scritto a quattro mani con Pietro Lacasella. 

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