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Cultura

IL VIDEO. Più lento, più profondo e più dolce: l'esatto contrario delle Olimpiadi Milano Cortina 2026

I Giochi olimpici e, nello specifico la pista da bob di Cortina, si fanno emblema di quella società della competizione che Langer invitava a ripensare

di
Pietro Lacasella
22 febbraio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Con l’inizio dei lavori per la realizzazione della nuova e discussa pista da bob di Cortina, che per ora si stanno concretizzando attraverso l’abbattimento del lariceto, viene naturale riflettere su un celebre discorso di Alexander Langer a cui oggi, in occasione dell’anniversario della nascita, L’AltraMontagna ha deciso di dedicare una serie di articoli, approfondimenti e ricordi.

 

“Voi sapete – dice Langer – qual era il motto che il barone de Coubertin (fondatore dei Giochi olimpici moderni n.d.r.) ha riattivato per le moderne Olimpiadi, prendendolo dall’antichità? È il motto del Citius, cioè più veloce, Altius, più alto, e Fortius, più forte e possente. Citius, Altius, Fortius era un motto giocoso di per sé, un motto per le Olimpiadi che erano certo competitive, ma che erano in qualche modo un gioco. Oggi queste tre parole potrebbero essere assunte bene come la quintessenza della nostra civiltà e della competizione della nostra civiltà: sforzatevi di essere più veloci, di arrivare più in alto e di essere più forti. Questo è un po’ il messaggio cardine che oggi ci viene dato”.

 

“Io vi propongo – prosegue Langer – al contrario il Lentius, Profundius e Soavius. Più lenti invece che più veloci, più in profondità invece che più in alto, e più dolcemente o più soavemente invece che più forte, con più energia, con più muscoli. E credo che da questo punto di vista ci sia oggi una domanda di un cambiamento di civiltà: probabilmente con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo”.

 

Langer parlava così al convegno giovanile di Assisi nel 1994. Sono passati trent’anni, eppure il suo auspicio per una società più lenta, più profonda e più soave si manifesta solo in alcune frange sociali: bolle isolate che in sporadiche occasioni riescono ad uscire dall’enclave in cui sono confinate.

Nel suo discorso Langer parte proprio dalle Olimpiadi, e l’esempio – da lui utilizzato esclusivamente in termini metaforici – non potrebbe essere oggi più attuale. I Giochi olimpici e, nello specifico la pista da bob di Cortina, si fanno emblema, massimo simbolo, di quella società della competizione che Langer invitava a ripensare.

 

E purtroppo non si parla della sana competizione sportiva, ma di una competizione politico-economica che tende a massimizzare i profitti per pochi a discapito dei benefici collettivi. Per come si stanno mettendo le cose, probabilmente anche la vicenda della pista da bob segnerà una sconfitta per chi, con civiltà e preparazione, ha cercato di indicare a più riprese la via del buonsenso.

 

Tuttavia, se gli organizzatori sentono profumo di vittoria, non si rendono conto di averla ottenuta con i muscoli, ma allo stesso tempo con il fiato corto.

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