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Cultura

(IL PODCAST) Scarponi, piccozza e ramponi: da strumenti che potevano "falsare" il senso di una scalata, a mezzi indispensabili e familiari. La nuova puntata di "Alpigrafismi"

Parla di scarponi, piccozza e ramponi la nuova puntata di “Alpigrafismi”, il podcast de L’AltraMontagna, scritto, raccontato e prodotto dall’illustratore Andrea Bettega: "Un racconto antologico tra pagine di letteratura, analisi di opere artistiche, spezzoni di film, manifesti pubblicitari, e tutto quello che è stato prodotto dalla cultura pop riguardo le terre alte"

di
Redazione
23 maggio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La storia evolutiva degli attrezzi e dei mezzi tecnici che ci permettono di praticare attività outdoor in montagna è lunga e dettagliata, ma potrebbe essere interessante coglierne gli effetti e la presenza nella letteratura e nelle arti.

 

Ascensione del Cervino, arrivo in vetta (Gustave Doré, 1865); a destra, lo stemma del Club Alpino Svizzero

Ascensione del Cervino, arrivo in vetta (Gustave Doré, 1865); a destra, lo stemma del Club Alpino Svizzero

 

In principio era l’Alpenstock: un lungo bastone ferrato in punta, buono a cacciare marmotte e mantenere l’equilibrio sui pendii. Per anni e anni, fra Settecento e Ottocento, è stato utilizzato per le prime ascensioni dei ghiacciai europei, in coppia con martelli o mazze appuntite che servivano a scavare letteralmente dei gradini su cui camminare.

 

Ernst Platz, 1926 (a sinistra) e circa 1900 (a destra)

Ernst Platz, 1926 (a sinistra) e circa 1900 (a destra)

 

È da queste prove ed esperienze che nasce la piccozza, che oggi ha materiali più leggeri e forme più futuristiche, ma da sempre rientra negli stemmi e nelle illustrazioni come simbolo di potenza, fino ad arrivare ai giorni nostri in film e videogame, vedi "Tomb Raider".

 

Gran Campanaro, 1938-39, Von Edo Handel (a sinistra) e Warner Bros, Tomb Rider, 2018 (a destra)

Gran Campanaro, 1938-39, Von Edo Handel (a sinistra) e Warner Bros, Tomb Rider, 2018 (a destra)

 

Ulteriori estensioni simboliche dell’alpinista che si trovano in quasi tutte le raffigurazioni dall’inizio del ‘900 ad oggi, sono sicuramente i chiodi da roccia e i moschettoni

 

Questi oggetti, all’inizio visti con grande riluttanza dai cosiddetti “pionieri” dell’alpinismo perché li consideravano un qualcosa che poteva snaturare il profondo senso di una scalata, divennero però in seguito sempre più popolari, tanto da diventare affascinanti e addirittura familiari.

 

A sinistra, un'immagine degli anni '30; a destra, la copertina di un libro di Fritz Schmitt (1920-40)

A sinistra, un'immagine degli anni '30; a destra, la copertina del libro di Fritz Schmitt (1920-40)

 

Anche lo scarpone e in particolare quello chiodato è citato in opere popolari come canzoni e poesie, a volte questi “ferri del mestiere” possono acquisire il significato simbolico dei ricordi e una sensazione di conforto, a volte invece, possono raccontare storie pericolose e spaventose.

 

A sinistra, manifesto promozionale della Valle d'Aosta (Gino Boccasile, 1950); a destra, "Vecchio scarpone", edizioni musicali Ricordi (1953)

A sinistra, manifesto promozionale della Valle d'Aosta (Gino Boccasile, 1950); a destra, "Vecchio scarpone", edizioni musicali Ricordi (1953)

 

Scarponi, piccozza e ramponi sono gli elementi centrali della nuova puntata di “Alpigrafismi”, il podcast scritto, raccontato e prodotto da Andrea Bettega con il supporto de L’AltraMontagna che in 7 puntate racconterà le icone e i simboli della la montagna, analizzando scritti, raffigurazioni artistiche e cultura pop.

 

Andrea Bettega è un illustratore e designer vicentino, che realizza contenuti visivi per brand, aziende ed editoria, e innamorato delle terre alte fin da piccolo, ne ricerca e studia l’iconografia tra un trekking e l’altro. Nel 2022 ha aperto il blog “Alpigrafia”, che raccoglie tutto ciò che è comunicazione visiva e arte relativa alla montagna: dai poster di promozione turistica alle incisioni antiche, ai manifesti e opuscoli tecnici dei club alpini fino agli adesivi dei rifugi o degli hotel delle località montane.

 

Ogni puntata di Alpigrafismi parla di un simbolo: “Dalla stella alpina alla piccozza, dai rifugi alle croci di vetta, passando per gli animali e altre figure allegoriche, cercando di scoprire perché hanno acquisito un potere evocativo così forte, e provando al contempo a rivalorizzare opere storiche ancora oggi emozionanti”.

 

Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):

 

 

 

 

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