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Cultura

Il docufilm che racconta Mario Rigoni Stern: scrittore capace di arrivare alle persone senza scadere nel populismo

Domani, 26 luglio, a Cortina nell'ambito del Dolomiti film festival, verrà proiettato il docufilm "Il Sergente dell'Altopiano". Alla proiezione sarà presente il biografo Giuseppe Mendicino

di
Pietro Lacasella
25 luglio | 17:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Mario Rigoni Stern era capace di arrivare alle persone senza scadere nel populismo.
Una qualità che acquista particolare valore in un'epoca dove gli slogan e le false lusinghe si stanno subdolamente insinuando nel discorso pubblico. 

 

«(...) Mi arrivavano delle voci strane. C'erano dei professori che leggevano "il Sergente" e dicevano: ma guarda questo come si permette di scrivere. "I topi!" Punto esclamativo e basta; "Il lepre"; ... Insomma passavano il libro con la matita rossa e blu, per divertirsi poi a farmi dire come io, ignorante qual ero, mi fossi permesso di scrivere un libro. Lasciavo dire; non me ne importava niente, perché vedevo che quando questo libro l'avevo portato a Carlo il pastore, Carlo il pastore si mise a leggerlo con tanto interesse e con tanto amore, e capiva tutto quel che avevo scritto». 

 

Da questo passaggio, così tenero e commovente, emerge tutto il potenziale comunicativo della sua scrittura.
Una scrittura capace di raccontare la complessità del mondo senza banalizzarlo; senza manipolarlo a proprio piacimento; senza inciampare in semplificazioni ingannevoli.

Domani, 26 luglio, a Cortina nell'ambito del Dolomiti film festival, verrà proiettato il docufilm Il Sergente dell'Altopiano dedicato a Rigoni Stern. Gli autori, Tommaso Brugin e Federico Massa, hanno saputo cogliere la poesia e qualità letteraria dello scrittore asiaghese. 
Alla proiezione sarà presente il Giuseppe Mendicino, biografo di Rigoni, che ha di recente presentato il docufilm a Radio Cortina (Qui il suo intervento).
Suggestioni poetiche che emergono anche dalla locandina di Nicola Magrin.

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