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Cultura

"Bisognerebbe fermare gli automezzi dove arrivano i servizi pubblici. Poi tutti a piedi". Una lezione di Mario Rigoni Stern che non vale solo in montagna

Una lezione che, se trasferita in pianura, potrebbe alimentare il trasporto pubblico, quello a pedali e, perché no, in alcuni casi anche quello a piedi, decongestionando città ormai soffocate dal loro stesso traffico

di
Pietro Lacasella
21 agosto | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Per ogni presenza umana nell'ambiente di montagna che non sia per lavoro, studi o sorveglianza, bisognerebbe fermare gli automezzi dove arrivano i servizi pubblici. Poi tutti a piedi: chi ha passione vera camminerà, gli altri si fermeranno ai bordi del bosco che è sì un bene di tutti, ma non è da tutti".

 

Così affermava Mario Rigoni Stern che, oltre a essere uno dei maggiori esponenti culturali del secondo dopoguerra, ci ha trasmesso un'immagine dei territori montani priva di stereotipi, narrandone il volto più limpido, ma anche le sfumature più ruvide. Sfumature che possono includere le problematiche legate a un'economia - il turismo - che nel garantire innegabili benefici economici, spesso rischia di erodere ambienti e società.

 

In agosto, come evidenziato dallo scrittore altopianese, molte strade forestali aperte al transito si trasformano in una babele di macchine, di moto e negli ultimi decenni di quod. Centinaia gli automezzi parcheggiati a bordo strada; centinaia le marmitte rimbombanti che coprono i suoni leggeri del bosco e iniettano nell'aria esalazioni poco gradevoli.

 

Tuttavia, se ci pensate, sono le stesse esalazioni e gli stessi rumori con cui si deve fare i conti quotidianamente, e in misura di gran lunga maggiore, nei grandi centri urbani. Perché lamentarsi in montagna, quando il problema, a quote inferiori, è nettamente maggiore?

 

Le parole di Rigoni Stern acquistano un significato profondo perché l'utilizzo massiccio dei veicoli a motore (da parte di chi appunto non se ne serve per lavorare, studiare o sorvegliare il territorio) infrange un messaggio che i territori montani possono ancora trasmettere a chi sale al fresco per qualche giorno: l'uomo contemporaneo può sentirsi appagato svincolandosi da auto e moto.

 

Una lezione che, se trasferita in pianura, potrebbe alimentare il trasporto pubblico, quello a pedali e, perché no, in alcuni casi anche quello a piedi, decongestionando città ormai soffocate dal loro stesso traffico.

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