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Cultura

Avete mai dormito in libreria? Una notte all'Alpe Colle, che attraverso i libri ci proietta nel futuro della montagna

"L’avamposto di libri in alpeggio, l’idea di far nascere lavoro e qualità in montagna cerca di scardinare anno dopo anno l'assunto del dover per forza spostarsi altrove. Una sfida non semplice, una sfida capace di generare sinergie tra diverse realtà poiché un territorio montano deve saper tenere aperto il dialogo con le città e allo stesso tempo non ripiegare su di esse, ma strutturarsi come soggetto indipendente, aperto a un confronto, ponendo istanze, ospitalità, cultura, tradizioni, tecnologie e nuove visioni del mondo"

di
Pietro Lacasella
10 ottobre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Avete mai dormito in una libreria? Fino a qualche giorno fa a me non era mai capitato. Facciamo quindi un passo indietro e torniamo a venerdì sera.

 

I fari della macchina tagliano bassi la notte mentre nastro grigio dell'asfalto si alza sinuoso attraversando boschi e paesi. Sulla sinistra si intravvede il guardrail, oltre il quale, per qualche istante, emerge dal buio la sagoma avorio delle betulle o quella più distesa del faggio. Di tanto in tanto appare un muretto a secco.

Intorno domina un nero inchiostro, quasi le montagne fossero scivolate nel fondo di un pozzo. 

Sto per raggiungere Marco Tosi, un amico che vive di libri o meglio: che vive assieme ai libri. È un libraio e da qualche anno ha deciso di svincolarsi da quell'immaginario che tende a considerare la cultura una peculiarità dei poli urbani.

 

Ha smesso di seguire le più consuetudinarie traiettorie di mercato, ma non ha abbandonato i libri. Li ha portati con sé, nelle sue geografie, nell'Alpe dove ha lavorato di immaginazione per offrire al territorio nuova linfa.

 

Quando parcheggio e spengo i fari, per qualche istante il buio avvolge anche me. Proprio in quel momento mi accoglie la voce di Marco. Non vedo un granché, ma seguendo le sue parole arrivo fino alla porta della Libreria Alpe Colle (ne avevamo parlato QUI). Pochi minuti più tardi siamo davanti alla stufa, circondati da scaffali traboccanti di libri, a chiacchierare del presente e del passato della libreria. L'edificio (che all'epoca non svolgeva l'attuale funzione) fu demolito durante un rastrellamento nazifascista, per poi essere ricostruito a guerra conclusa, nel 1951. A testimoniare quella tragica vicenda, incorniciate e appese a una parete, ci sono alcune fotografie in bianco e nero. Altri scatti d'epoca immortalano pascoli estinti, abbandonati con lo spopolamento e inghiottiti dall'avanzata del bosco.

"La grande sfida di oggi è restare - riflette Marco - provare a immaginare un futuro nel luogo in cui si è nati. La crisi della provincia italiana negli ultimi vent’anni ha impoverito tanti territori dal punto di vista dei rapporti umani, delle capacità e delle risorse legate a intere generazioni che per diversi motivi hanno dovuto abbandonare paesi e cittadine per confluire nelle grandi città o andare all’estero".

 

Dopo una breve pausa aggiunge: "L’avamposto di libri in alpeggio, l’idea di far nascere lavoro e qualità in montagna cerca di scardinare anno dopo anno proprio questo assunto del dover per forza spostarsi altrove. Una sfida non semplice, una sfida capace di generare sinergie tra diverse realtà poiché un territorio montano deve saper tenere aperto il dialogo con le città e allo stesso tempo non ripiegare su di esse, ma strutturarsi come soggetto indipendente, aperto a un confronto, ponendo istanze, ospitalità, cultura, tradizioni, tecnologie e nuove visioni del mondo".

Quello di Marco è uno sguardo morbido sul futuro, capace di calibrare le trasformazioni sulle rinnovate caratteristiche del territorio. Un territorio che, come sostiene con convinzione, dovrebbe favorire il dialogo tra le diverse tra le diverse sensibilità che lo frequentano, perché solo attraverso il confronto si può immaginare una società più equilibrata.

 

"Non capita tutti i giorni di dormire in una libreria, per di più a 1200 metri di quota", rifletto prima di raggiungere un letto al primo piano. Accompagnato da una piacevole sensazione di novità sono precipitato, insieme alle montagne, nel fondo nerissimo del pozzo.

 

Nota: la libreria non prevede la possibilità di pernottare. Ho avuto questa fortuna in quanto amico di Marco. In compenso connette periodicamente le diverse realtà che lavorano sul territorio con interessanti iniziative. Per rimanere aggiornati vi consiglio di seguire la libreria sui social (Instagram e Facebook)



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