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Cultura

Arte e cultura come strumenti per frenare lo spopolamento in montagna: la mostra internazionale “Coraggio” a Illegio, 300 residenti e 700 metri di quota

Nel minuscolo paese carnico di Illegio, ritorna per la ventesima volta la grande mostra internazionale estiva d’arte con opere di enorme valore, capaci di coinvolgere il grande pubblico. La mostra, nata da un'idea coltivata e stimolata da don Alessio Geretti, fin dai suoi primi passi mira a ridare vita al paese, con l'arte

di
Anna Pugliese
18 giugno | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Illegio è un paese di circa 300 residenti a 700 metri di quota, tra le Alpi Carniche, in Friuli. Un paese dove, come in gran parte della montagna friulana, si assiste ad una continua emorragia di abitanti e di intelligenze, dove la granitica resistenza dei carnici viene messa a dura prova dalla mancanza di servizi, di prospettive. Qui, 20 anni fa, da un’intuizione nata in paese, coltivata e stimolata da don Alessio Geretti, classe 1973, parroco di Illegio e del vicino borgo di Caneva, sbocciò l’idea dell’Associazione Culturale Comitato di San Floriano. L’idea era di ridare vita al paese, con l’arte. Grande arte che quest’anno celebra i vent’anni e inaugura una nuova esposizione, dal 18 giugno, dedicata al “Coraggio”.

 

Siamo stati ispirati dal Giubileo del 2000 a spalancare le porte della mentalità dei paesani e della Chiesa locale per puntare al riscatto delle terre povere e per inventare nuove forme per incontrare chi non crede e per annunciare la bellezza del Vangelo a chi l’ha dimenticata. Io, che all’epoca ero pievano di Illegio, e monsignor Angelo Zanello Vicario foraniale, abbiamo cominciato a ripensare la festa del patrono come un evento di musica e arte e teatro e filosofia e teologia”, spiega con entusiasmo don Alessio.

 

A Illegio volevamo dichiarare che le opere dell’ingegno umano appartengono tanto alle grandi capitali del mondo quanto a chi ogni giorno porta nella vecchia latteria del paese quel che ha munto nella stalla vicina. Così sono nate rappresentazioni teatrali, scritte con i giovani del paese e da essi stessi recitate, e molte pubblicazioni dedicate alle antiche leggende, storie talmente suggestive da indurre una folta squadra di archeologi a girare il territorio del paese usando i racconti pubblicati come fossero una mappa del tesoro,  ritrovandosi poi a intraprendere campagne pluriennali di scavi che stanno mettendo in luce tutto ciò che l’infallibile memoria orale di Illegio raccontava”. È nato così, un piccolo passo alla volta, il Comitato di San Floriano, intitolato al santo che protegge la comunità dall’alto di una  pieve di epoca carolingia. A partire dal 2004 il Comitato ha trasformato la vecchia abitazione del sacerdote in una Casa delle Esposizioni, si è dotato di un Teatrotenda,  ha coinvolto una quarantina di volontari, ha formato e dato lavoro a una trentina di giovani, ha messo all’opera un centinaio di studiosi di tutta Europa con l’obiettivo di  proporre ogni anno in paese una mostra internazionale d’arte cristiana e un’interessante rassegna di eventi collegati.

Illegio – in lingua friulana Dieç – è accolto da una conca che si apre improvvisamente, cinta dalle montagne. La strada termina in paese: a Illegio non si arriva di passaggio. E fino a qualche anno fa non vi giungevano che i pochi appassionati, persone che conoscevano la storia di questo borgo ricco di mulini, nato sull’acqua, capace di mantenersi praticamente intatto. Poi l’avvento della mostra: dal 2004 oltre 600.000 persone hanno visitato Illegio, attratte dall’arte.  C’è il fascino del borgo, certo, e l’effetto straordinario delle grandi opere in un paesino isolato tra i monti, ma ciò che fa la differenza è, soprattutto, lo specifico carattere delle mostre di Illegio. Sono esposizioni che non si limitano a “mostare” le opere d’arte ma fanno pensare, suscitano domande, aiutano a leggere il linguaggio dell’arte cogliendo in essa una delle più alte e intense forme di coscienza di sé che l’uomo genera da quando è su questa terra. Tanto che il format della mostra di Illegio ha raggiunto altre sale espositive, raggiungendo oltre un milione di visitatori.  “Beninteso, Illegio è il logo dell’intera opera in questione, per il fatto che essa è un’opera di comunità, il frutto di un paese pienamente coinvolto nella proposta culturale delle mostre e di tutto ciò che esse comportano. All’arte sono connesse nuove attività d’accoglienza e ristorazione, giovani decisi a impegnarsi nell’impresa qualificandosi con competenza e professionalità, tanti volontari che fanno vivere una complessa «macchina» che a sua volta anima il paese stesso e può generare ulteriore bene al territorio, case risistemate, accoglienza. Illegio ora è un simbolo e racconta che c’è futuro anche per le periferie più nascoste”, aggiunge don Alessio.

Il 18 giugno aprirà “Il Coraggio”, visitabile sino al 3 novembre 2024, con 40 capolavori che proporranno un viaggio nella bellezza di 2500 anni, partendo dall’antica Grecia per arrivare sino alla metà del Novecento. Sempre proposte con numerose visite guidate, comprese nel biglietto d’ingresso. Per far comprendere le finalità degli artisti, evidenziare connessioni e rendere più accessibili le iconografie più complesse.  “Con gioia, il gruppo di lavoro impegnato nell’allestimento della mostra può anticipare che la selezione delle opere prescelte è di qualità elevatissima, presentando dipinti e sculture dei più grandi maestri, tutti accomunati dal “Coraggio”, si legge nel comunicato che annuncia la mostra. Sette, soprattutto, sono gli artisti che spiccano. Si inizia dal Perugino – protagonista della  locandina dell’esposizione con un San Sebastiano che con coraggio e serenità totale prende di petto il suo destino, concesso dalla Galleria Borghese. Si passa al Caravaggio, con un’opera spettacolare, di grandi dimensioni, che si vuole mantenere segreta sino all’inaugurazione. E poi  Louis Finson, grande continuatore della magia di Caravaggio, che in mostra è presente con la sua opera più famosa e potente, e poi ancora Gianlorenzo Bernini e il Guercino, con due dipinti sinora mai esposti al pubblico. Si chiude con Arnaldo Pomodoro e Wassilij Kandinskij – spingendo il percorso fino al XX secolo, al contemporaneo. A  questi nomi se ne accostano altri di pari rango, ma soprattutto ci sarà  l’opportunità unica di gustare 11 opere che vengono da collezioni segrete, non accessibili.

Il racconto della mostra colpisce mente e cuore anche per il tema vibrante, la virtù del coraggio, una delle forze all’opera nella vicenda delle persone e dei popoli che l’arte ha maggiormente celebrato, insegnato e meditato, scelta da Illegio anzitutto perché in questo momento critico se ne avverte un acutissimo bisogno. “Le deformazioni del mondo sono l’effetto non solo di molti delitti, ma anche di moltissime viltà, superarle richiede il coraggio di riscattare la dignità umana e di ristabilire la verità e la giustizia senza calcoli e a dispetto di qualsiasi timore. La mostra di Illegio rincuorerà e lancerà un messaggio etico e spirituale, forte, la sentiremo come un atto di amore, di intelligenza e di speranza, offerto a tutti attraverso lo splendore di opere che mai avremmo pensato di poter vedere in Friuli”, fanno sapere dal Comitato San Floriano.  “Il concetto di coraggio comporta quello dell’agire in stato di sfida, con la coscienza del nostro limite e di quella fragilità che ci intimorisce: se non avessimo paure, saremmo spericolati, non coraggiosi”, si legge nella presentazione. A questo tema affascinante, la mostra di Illegio dedica un percorso che ricostruisce l’iconografia del coraggio, passando attraverso i suoi simboli, le sue figure emblematiche, di uomini e di donne, e le vicende mitologiche, bibliche, letterarie e storiche in cui brilla la virtù del coraggio, eroico, disinteressato, onesto. Un viaggio nella storia dell’arte che diventa un omaggio alla coscienza, quando sa reagire libera e lucida alle sfide più ardue.

 

Illegio vuole così consolidare la propria missione di “faro”, non solo artistico, con la gioia di essere arrivato al ventesimo anno di grandi mostre. Un paese di poco più di 300 abitanti nel cuore della Carnia, dove dal 2004 ad oggi sono giunte 1.500 opere. Un miracolo che ha portato entusiasmo, collaborazione, nuove sfide, nuove vite, voglia di migliorarsi ancora. Un vero simbolo di coraggio.

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