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Attualità

Sul cantiere della pista da bob di Cortina. Ecco LE IMMAGINI. Sarà veramente un impianto "ecosostenibile" come dice Salvini?

La pista da bob sta prendendo piano piano forma tra i boschi ai piedi delle Tofane. Aiutati da un po' di fotografie del cantiere, sviluppiamo una riflessione a partire dalle parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini

di
Pietro Lacasella
16 luglio | 09:22
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Ma la pista da bob di Cortina? È calato il silenzio?

 

La pista da bob sta prendendo piano piano forma tra i boschi ai piedi delle Tofane (riporto un po' di immagini gentilmente raccolte dalla pagina "L'occhio del Gigiát"). 

 

Mi ero ripromesso di non scriverne più per un po', e infatti così ho fatto, perché avevo la percezione che questa infrastruttura nascesse da necessità difficili da inquadrare all'interno di uno schema logico. 

Se perfino il Comitato Olimpico Internazionale ha sollecitato a più riprese l'Italia ad organizzare le gare all'estero, adottando infrastrutture esistenti e operative - forse spaventato dal pachiderma accasciato sui pascoli di Cesana-Pariol (pista realizzata in occasione di Torino 2006 e abbandonata a pochi anni dall'inaugurazione dopo essere costata 110 milioni di euro) - significa che il progetto ampezzano non convince nemmeno i vertici olimpici. 

Ma quante volte, nella storia, abbiamo assistito a scelte prive di razionalità? Quante volte ci siamo guardati indietro e abbiamo pensato: "Ma come hanno fatto a prendere una decisione così?"

 

Una risposta la troviamo nella dichiarazione del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, rilasciata due settimane fa al termine di un sopralluogo al cantiere:

 

"Dopo il 2026 non ci sarà un buco in mezzo al bosco (il buco c'è già, a prescindere dalla longevità dell'infrastruttura n.d.r.) Vi sarà una attività unica, perché è il primo impianto di questo genere, ecocompatibile, senza ammoniaca, a impatto zero, con 10mila alberi in più".

Da queste parole emerge una presunta e discutibile sostenibilità ambientale del progetto, ovviamente ben lontana dall' "impatto zero" sbandierato dal ministro. Ma di questi tempi, si sa, si ama tingere di "verde-sostenibilità", di "verde-eco", qualsiasi opera. Trovatemi oggi un progetto che non sia decorato con la medaglia alla sostenibilità. 

Ma al di là del valore semantico delle parole, alterato a piacimento per giustificare soprattutto i progetti meno rassicuranti, non si prende mai in considerazione che il termine sostenibilità non ha solo un'accezione ambientale, ma anche economica e sociale.

Il costo dell'opera è lievitato. Le stime oggi parlano di 150 milioni di euro (a cui bisogna aggiungere le ingenti spese di gestione annua).

Dal punto di vista sociale, quale sarà l'indotto prodotto da uno sport che in Italia conta appena 59 atleti? Quanto ci metteranno a rimarginarsi le ferite emotive dei molti ampezzani contrari alla realizzazione dell'infrastruttura? 

Ho deciso che tornerò a scrivere di bob, non tanto per una fissazione personale, ma per provare a lasciare una traccia di un fenomeno che in Italia prende ciclicamente forma: sacrificare le risorse della collettività in favore degli interessi di pochi. Ecco, forse è questo lo schema "logico" in cui si inserisce l'opera.

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