Pista da bob a Cortina, Messner: "Una cosa scema, soldi buttati". E sui passi di montagna: "C'è troppo traffico. Serve un ticket come a Venezia"
Il Re degli Ottomila boccia la costruzione dell'infrastruttura a Cortina e spiega: "A Innsbruck è già tutto perfettamente preparato". C'è poi l'ormai eccessivo traffico sui passi di montagna che è diventato insostenibile: "Bisogna trovare una soluzione". Messner, venerdì 3 maggio, sarà al Trento Film Festival
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
TRENTO. La pista da bob a Cortina? “E' una cosa incredibile, una cosa scema”. A dirlo senza mezzi termini è il Re degli Ottomila, Reinhold Messner, che boccia di netto il progetto di costruzione della costosa pista da bob a Cortina in vista delle Olimpiadi che si terranno nel 2026. (Qui il link per acquistare il libro de L'AltraMontagna che approfondisce le tematiche che riguardano la pista da bob "Scivolone Olimpico")
Il progetto ha già fatto molto discutere per il costo che arriva a 122 milioni di euro a cui deve essere aggiunta poi la somma di gestione annua che supera il milione di euro per una manciata di atleti.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha più volte ribadito la propria contrarietà alla realizzazione dell’infrastruttura considerato che nel mondo ci sono già abbastanza piste per soddisfare il fabbisogno di un così modesto numero di praticanti.
“Perché si devono spendere così tanti soldi?” si chiede Messner che sottolinea come infrastrutture di questo genere siano già presenti in altre zone. “A Innsbruck è già tutto perfettamente preparato” chiarisce.
Appena al di là del confine, a Innsbruck e a St. Moritz, ci sarebbero già due impianti funzionanti. Trasferire le gare all’estero, sarebbe un’operazione più economica e sostenibile.
“Queste infrastrutture – continua Messner – poi non servono più e verranno abbandonate e non usate da nessuno. Perché si devono sprecare i soldi così per nulla?”.
E sulla protezione dell'ambiente di montagna il Re degli Ottomila ha le idee chiare anche per quanto riguarda la regolamentazione dell'ormai insostenibile traffico sui passi montani.
L'introduzione del tanto discusso ticket per entrare a Venezia potrebbe essere riprodotta anche per regolare il traffico in montagna. “Potrebbe essere un'idea” ha spiegato Reinhold Messner. “A Venezia hanno deciso così. Io penso – spiega – che altre zone delle Dolomiti potrebbero avere una sorta di ticket per consentirne il controllo".
“Un nuova strategia – continua Messner – molto facile per evitare di trovare i passi dolomitici sempre pieni di macchine. E' una questione di logistica, ma bisogna pensare a qualcosa. I passi dolomitici in determini periodi sono strapieni. Il problema lo ritroviamo sulle strade non sui paesaggi”.
Reinhold Messner sarà fra pochi giorni al Trento Film Festival. Sarà, infatti, presente, alla versione restaurata dell’edizione italiana del documentario di Werner Herzog, "La montagna lucente" che verrà proiettata venerdì 3 maggio al Teatro Sociale a quarant’anni dall’impresa e dall’uscita del film.
Il documentario racconta l'impresa dell'estate 1984, in cui Reinhold Messner e Hans Kammerlander sono impegnati in una delle più grandi imprese dell’alpinismo himalayano mai tentate fino ad allora: concatenare due Ottomila, il Gasherbrum I e il Gasherbrum II, in puro stile alpino, senza ossigeno, senza supporti esterni. Con loro c’è Werner Herzog, impegnato a girare un documentario su quella spedizione, destinata a portare l’alpinismo in una nuova era.