L'albero di Natale del Papa e della discordia. Il sindaco di Ledro: "Polemica sul nulla. Diffuse informazioni sbagliate. Stanno rovinando una festa della comunità"
Renato Girardi, interviene sulla polemica nata dopo la decisione di donare un abete rosso alto 29 metri a Roma da posizionare in piazza San Pietro in occasione del prossimo Natale. "Ci sono persone che non c'entrano nulla con la nostra comunità e stanno rovinando una festa. Chi sta facendo polemica si dovrebbe informare prima di parlare"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“Siamo davanti a una polemica che si basa sul nulla. Sono state diffuse informazioni sbagliate solo per farne un caso di risonanza nazionale”. Il sindaco di Ledro, Renato Girardi, interviene sulla polemica nata dopo la decisione di donare un abete rosso alto 29 metri a Roma da posizionare in piazza San Pietro in occasione del prossimo Natale.
“Ci sono persone che non c'entrano nulla con la nostra comunità e stanno rovinando una festa” continua il sindaco riferendosi al "Comitato Quaranta e tremilioni" e al "Comitato per la Legalità e la Trasparenza del Trentino Alto Adige" che hanno inviato formale diffida al comune di Ledro per impedire l'abbattimento anche di una sola pianta. L'associazione "Bearsandothers", fra l'altro, ha lanciato una petizione sul sito Change.org nella quale si fa riferimento a ben 40 abeti che, secondo la realtà animalista, verrebbero tagliati nei boschi della val di Ledro per gli addobbi natalizi in Vaticano.
Una petizione, che , come già sottolineato in precedenza dal Comune di Ledro, contiene parecchie inesattezze, a cominciare dal fatto che solamente un abete sarebbe stato tagliato, quello scelto per adornare piazza San Pietro.
“Il testo appare suggestivo - scriveva il Comune nella nota ufficiale -, ma le imprecisioni non mancano. Vero che 40 alberi andranno verso il Vaticano ma, attenzione, solo 1 sarà tagliato nei boschi della Val di Ledro e si tratterà dell'abete rosso, alto 29 metri, che è stato selezionato per adornare piazza San Pietro. E gli altri 39? Verranno acquistati da vivai specializzati, perché la Santa sede aveva manifestato, fin dall'inizio, di prediligere gli abeti normanni, adatti agli interni perché non perdono gli aghi e minuti di un'altra particolare caratteristica: a Ledro non crescono (costo totale circa 6mila euro)”.
L'abete al centro della polemica, spiega il sindaco, verrà tagliato fra il 19 e il 20 novembre.
“Chi sta facendo polemica – spiega il sindaco – si dovrebbe informare prima di parlare. Abbiamo un'intera comunità felice di donare questo abete, ci sono 600 persone che vogliono andare a Roma e sono preoccupate per le cavolate che sono state sparate. Fra l'altro polemiche anche perché verrà mandato dal Papa e tutto quello che sta accadendo rattrista”.
Il sindaco Renato Girardi non è preoccupato delle diffide. “L'abete interessato – spiega Girardi – fa parte di alcuni lotti che devono essere tagliati. Abbiamo piani di abbattimento e le procedura seguita è regolare”.
Alcune riflessioni a margine delle dichiarazioni del sindaco Girardi (a partire da un articolo che avevamo pubblicato QUI)
Come ha ben evidenziato il Sindaco di Ledro, dal piano di gestione sostenibile e certificata PEFC dei boschi locali è previsto di utilizzare 5.600 metri cubi di legno: questo corrisponde a circa 3-4.000 alberi, qualche centinaio all'anno. Il numero può impressionare, ma significa molto meno di quanto il bosco cresce naturalmente, garantendo così la conservazione e la perpetuazione della risorsa forestale. Allora perché scagliarsi ogni anno contro un solo albero, proprio quello di Natale destinato al Papa? Perché è diventato un simbolo e la nostra società è ghiotta di certi simboli, spesso utili per ripagare il proprio senso di colpa collettivo.
È chiaro che non è certo risparmiando questo albero che si “salva la natura” o si rendono meno impattanti, se non di pochissimo per la questione del trasporto da Ledro a Roma, le festività natalizie. La natura (e con lei noi stessi) si salva con politiche, leggi, buone prassi e visioni lungimiranti, tra cui anche la gestione sostenibile delle foreste che prevede necessariamente anche il taglio di alberi per produrre servizi ecosistemici utili alla società e per sostituire materie prime di origine fossile.
Si potrebbe anche essere d’accordo nell’abolire la tradizione dell’albero di Natale, a patto però che vengano annullate in toto tutte le pratiche iper-consumistiche (e molto più inquinanti ed energivore di addobbi naturali come gli alberi!) che caratterizzano le festività natalizie, per tornare così alla sobrietà invocata dal “protagonista dimenticato” di questa celebrazione.
Siamo disposti a questo? Non crediamo. E allora lasciamo alla comunità di Ledro vivere serenamente questa tradizione che, al di là dell’aspetto prettamente simbolico, ha un impatto trascurabile sull’ambiente rispetto a tutto ciò che si muoverà avanti e indietro nel mondo per permettere a tutti noi di vivere spensierati le festività natalizie. Le lotte ambientali vere si fanno su altre scale.