La chiamano "medaglia di legno": il Presidente Mattarella la valorizza, per Giordano è "da perdenti". Eppure il legno sta scalando il podio della società
Oggi su La Verità è uscito un articolo a firma di Mario Giordano dedicato alla decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di ricevere, e quindi anche di riconoscere, gli atleti che alle Olimpiadi sono arrivati al quarto posto. I toni usati dal giornalista sono decisamente critici, tant'è che s'intitola Se si lodano pure i perdenti, vincere è inutile.
È nato dunque il desiderio di scrivere una riflessione sui risvolti negativi di una politica che tende a ignorare le "medaglia di legno"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Vivere male. Vivere male a causa del diffondersi di un pensiero che, avallato da articoli come questo, crea un senso di insoddisfazione e di frustrazione in chiunque non riesca a primeggiare (che poi mi domando se Mario Giordano, nel suo ambito, possa entrare in un ideale podio giornalistico).
Vivere male per sentirsi in dovere di scrivere un pezzo così: certo, nuotare controcorrente, essere la voce fuori dal coro, a volte offre la possibilità di vedere cose sotto una luce diversa, ma assai più spesso è un faro utilizzato per illuminare se stessi. Al di là di questo, da un punto di vista umano mi domando che necessità abbia un giornalista di picchiettare sulla tastiera per macchiare un'iniziativa simbolicamente così importante.
Vivere bene e quindi ben vengano i riconoscimenti per chi non ce l'ha fatta per un soffio: nello sport, ma soprattutto nella vita. Perché a condizionare un risultato entrano in gioco migliaia di variabili, magari non attese, magari influenzate da una particolare condizione emotiva, fisica e sociale.
L'importante non è tanto il risultato, ma come l'abbiamo ottenuto. In quel "come" è custodito il segreto per camminare nel mondo in equilibrio.
Medaglia di legno
La chiamano “medaglia di legno” e forse l’espressione rispecchia un vecchio ed errato senso di inferiorità di questa materia prima rispetto ad altre, come nella favola dei “tre porcellini”, con la quale, a discredito del legno, ci insegnavano il “mito del mattone”.
Nello sport, “medaglia di legno” significa che sei rimasto senza oro, che va ovviamente ai primi, senza argento, che va ai secondi, senza bronzo, che va ai terzi.
Di legno è una medaglia immaginaria, che nella realtà non esiste, non viene consegnata, ma è soltanto un modo dire, un’allegoria: è la medaglia dei quarti, quelli che sul podio non ci salgono spesso per un soffio, per pochi centimetri o qualche frazione di secondo.
Una medaglia non tangibile, che si colloca a metà fra il rimpianto di non essere saliti sul podio e la soddisfazione di essere comunque tra i primi, nell'eccellenza di uno sport.
E il legno in effetti è un po’ così: arriva spesso quarto nell'immaginario collettivo, è importante, ma in pochi ne parlano.
Dovremmo però iniziare ad accorgerci di lui, perché in futuro potrebbe scalarlo quel podio. E la medaglia di legno diventare il simbolo di una rivincita sostenibile.