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Attualità

"Il progresso civile e democratico può subire brusche e preoccupanti regressioni". Leggere Mario Rigoni Stern per interpretare le elezioni europee

Elezioni europee: tra "brusche e preoccupanti regressioni" e idee giovani e nitide da cui ripartire. Tra queste una rinnovata concezione delle montagne: non più barriere, ma spazi aperti, di convivenza, dove le diversità si abbracciano in un dialogo rispettoso e fecondo

di
Pietro Lacasella
10 giugno | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Mentre il progresso scientifico si muove in avanti seguendo una linea retta, quello civile e democratico può subire brusche e preoccupanti regressioni".

 

Non si poteva partire che da una citazione di Mario Rigoni Stern - punto di riferimento stabile di questo portale d’informazione - per sviluppare una riflessione sulle elezioni europee. Le parole, riprese oggi dal suo biografo Giuseppe Mendicino, risultano quanto mai attuali se ci focalizziamo sulla progressiva avanzata dell’ultradestra (e qui le “brusche e preoccupanti regressioni”).

 

Come analizza Ferdinando Cotugno, giornalista di Domani, “in Germania gli eredi del nazismo sono il secondo partito, in Francia c'è una crisi di nervi politica gravissima con l'estrema destra alle porte, in Belgio è venuto giù tutto, in Olanda era successo sei mesi fa, in Italia lo sappiamo”.

 

Brusche regressioni, quindi, che esponenti culturali come Rigoni Stern, testimoni e al contempo vittime di ideologie nazionaliste e antidemocratiche, avrebbero sofferto profondamente. Pensiamo a Primo Levi, Ada Gobbetti, Nuto Revelli, Tina Merlin, ma anche ai tanti nomi meno noti che hanno speso la vita a raccontare le infide traiettorie storiche che hanno portato alla deflagrazione della Seconda guerra mondiale: perché raccontare – erano giustamente convinti – è il primo passo per formare una coscienza civile.

 

Ma in questa fase regressiva, per fortuna, c’è qualcosa che avanza; c’è una luce nitida, da guardare con speranza in un’ottica di impegno civile per il mantenimento di strutture sociali democratiche e attente alle reali esigenze del nostro tempo. A evidenziarla è ancora una volta Cotugno: “Ci sono candidate e candidati giovani, venuti dalla società civile e dall'attivismo, che hanno fatto campagne bellissime, stracolme di idee, e portato decine di migliaia di voti, trascinando di nuovo in politica comunità e mondi scoraggiati da decenni”.

 

È da questi giovani che bisogna ripartire per irrobustire un’idea di Europa più civile e democratica, ma anche, come suggerisce Uncem, da una rinnovata concezione delle montagne europee: non più barriere, ma spazi aperti, di convivenza, dove le diversità si abbracciano in un dialogo rispettoso e fecondo.

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