I negozi di vicinato in montagna sono dei "presidi sociali". Marco Bussone: "Bene gli aiuti, ma serve un'operazione politica a livello europeo"
Dopo l'approvazione da parte della Giunta provinciale di Bolzano di ulteriori misure in supporto dei negozi di vicinato, con particolare attenzione ai piccoli centri di montagna, arriva il commento del presidente di Uncem Marco Bussone: "Questo tipo di attività vanno sostenute non solo con fondi una tantum, ma con interventi volti principalmente ad ampliare la loro offerta"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Il tema del supporto ai negozi di vicinato è fondamentale ovunque, e questi sono interventi indubbiamente molto utili anche in un territorio come quello della provincia di Bolzano che registra dati di spopolamento e fragilità economica minori rispetto ad altre zone della penisola come le Alpi Occidentali o gli Appennini".
Questo le prime parole con cui Marco Bussone – il presidente di Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – commenta l'approvazione da parte della Giunta provinciale altoatesina di nuove misure in supporto dei negozi di vicinato, che specialmente nei piccoli centri di montagna svolgono un'importantissima funzione economica e sociale.
Nel dettaglio, ad essere modificati saranno i criteri per gli incentivi straordinari a favore dei negozi e servizi di vicinato: se finora tali attività potevano ricevere contributi solo a patto che non ce ne fossero altre simili in paese, ora questi saranno previsti anche per il secondo esercizio e nel caso di attività presenti in edifici di proprietà della Provincia.
E proprio entrando in tema contributi, Marco Bussone allarga lo sguardo: "Sono convinto che questo tipo di attività vadano sostenute non semplicemente con fondi una tantum, ma con interventi volti principalmente ad ampliare la loro offerta".
L'obiettivo, per il presidente di Uncem, deve essere quello di accompagnare queste realtà, attraverso interventi strutturati e duraturi, nel diventare dei veri e propri centri multiservizio – in grado cioè di associare alla vendita di prodotti la somministrazione e l'erogazione di servizi come, ad esempio, la spedizione di pacchi – con l'obiettivo di far crescere sempre più il numero delle persone che varcano il loro ingresso, sia che esse siano residenti o turisti.
"Quando parliamo di questi esercizi presenti nei piccoli paesi montani va tenuto conto che sono dei veri e propri presidi sociali – osserva Bussone – che plasmano la comunità, diventando punto d'incontro per giovani, adulti ed anziani. Se vengono meno queste realtà, il rischio è quindi che venga meno il paese stesso e, appunto, la sua comunità".
E se gli interventi rappresentano l'ultimo anello della catena, per Bussone la questione va affrontata allargando i confini, e addirittura superandoli: "Credo che sia fondamentale partire, a livello nazionale ma soprattutto europeo, con un'operazione politica inerente al tema: c'è infatti un grave problema di marginalizzazione di questi luoghi, con conseguenze negative sulle comunità. Anche in relazione alla possibilità di una web tax per le grandi piattaforme di e-commerce, questa dovrà servire per sostenere proprio gli esercizi commerciali europei nelle località più fragili. In sintesi, il problema va affrontato su tre piani: locale, nazionale ed europeo".