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Ambiente

L'importanza di proteggere il silenzio in montagna: limitare l’accesso ai veicoli a motore in alcune fasce orarie o in determinati giorni?

Le montagne stanno oggi affrontando una minaccia crescente: l’inquinamento acustico. Il rumore del traffico motorizzato sta coinvolgendo in maniera significativa il paesaggio sonoro di questi luoghi, influenzando negativamente la fauna e l’ambiente. L’associazione Mountain Wilderness France ha realizzato un monitoraggio per comprendere e quantificare questo problema

di
Sofia Farina
01 marzo | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Le montagne stanno oggi affrontando una minaccia crescente: l’inquinamento acustico. Il rumore del traffico motorizzato sta coinvolgendo in maniera significativa il paesaggio sonoro di questi luoghi, influenzando negativamente la fauna e l’ambiente. Per comprendere l’entità del problema, l’associazione Mountain Wilderness France ha avviato il progetto #WilderPass, con l’obiettivo di misurare scientificamente l’impatto sonoro del traffico sulle strade di montagna.

 

 

IL PROGETTO WILDERPASS: MONITORAGGIO DEL RUMORE IN SEI SITI ALPINI

 

Durante le estati del 2023 e 2024, Mountain Wilderness France, con il supporto di diversi enti di protezione ambientale, ha posizionato sensori acustici in sei siti montani particolarmente soggetti al traffico veicolare: Col du Cucheron (Chartreuse), Col d’Izoard (Queyras), Col de la Cayolle (Gorges du Daluis), Route des Crêtes (Vosges), Route de Bellecombe (Vanoise) e Route du Charmant Som (Chartreuse).

 

Grazie agli strumenti utilizzati, sono stati registrati i livelli sonori ambientali che sono stati poi confrontati con il rumore generato dai veicoli in transito. I risultati ottenuti sono allarmanti: il rumore del traffico è in media 13 dB più alto rispetto al rumore naturale di fondo. Un aumento che non altera solo la qualità dell’ambiente sonoro, ma ha anche conseguenze dirette sulla fauna selvatica e sul benessere dei visitatori.

 

 

L'IMPATTO DELL'INQUINAMENTO ACUSTICO SULLA FAUNA

 

L'inquinamento sonoro in montagna non è solo una questione di fastidio per gli escursionisti in cerca di pace. Infatti, studi condotti in diversi ecosistemi hanno dimostrato che il rumore eccessivo altera i comportamenti naturali della fauna selvatica, mettendo a rischio l’equilibrio degli ecosistemi.

 

L'inquinamento acustico ha conseguenze profonde sugli ecosistemi montani, in particolare sulla fauna, che si vede costretta a modificare i propri comportamenti per adattarsi a un ambiente sempre più disturbato. Cervi, camosci e rapaci, ad esempio, tendono a evitare le aree più rumorose, alterando i loro schemi di attività e spostandosi verso zone meno adatte alla loro sopravvivenza. Questo comporta un aumento dello stress, che incide negativamente sulla loro capacità di riprodursi e di nutrirsi in modo efficace.

 

Anche la comunicazione tra le specie animali viene fortemente compromessa. Molti uccelli e anfibi, che fanno affidamento sui segnali acustici per il corteggiamento, la difesa del territorio e il riconoscimento tra individui della stessa specie, si trovano in difficoltà in un ambiente dominato dal rumore del traffico. Il frastuono sovrasta i loro richiami naturali, riducendo la possibilità di trovare un partner o di avvertire la presenza di predatori, con un impatto diretto sulla sopravvivenza e sul numero delle popolazioni.

 

 

QUANTO DURA IL DISTURBO SONORO?

 

I dati raccolti dal progetto WilderPass evidenziano che le strade di montagna non sono solo brevemente disturbate, ma subiscono un impatto sonoro significativo per diverse ore al giorno: e in particolare 2 ore e 15 minuti al giorno per le strade senza uscita e 6 ore al giorno per i passi di montagna frequentati dal traffico veicolare. Ciò significa che, per gran parte della giornata, il paesaggio sonoro naturale viene interrotto dal rombo dei motori, impedendo a visitatori e abitanti della montagna di godere del silenzio e della quiete.

 

 

SOLUZIONI POSSIBILI: VERSO UNA MONTAGNA PIÚ SILENZIOSA

 

Il progetto non si limita alla denuncia del problema, ma si impegna concretamente nella ricerca di soluzioni per ridurre l’inquinamento acustico in montagna. Un primo passo fondamentale è la sensibilizzazione del pubblico, affinché i visitatori siano consapevoli delle conseguenze del rumore in alta quota e adottino comportamenti più rispettosi dell’ambiente. Un turismo responsabile può fare la differenza nel preservare la tranquillità delle aree montane, riducendo l’impatto sonoro e promuovendo esperienze più autentiche a contatto con la natura.

 

Accanto alla consapevolezza, è necessario intervenire direttamente sulla regolamentazione del traffico. Limitare l’accesso ai veicoli a motore in alcune fasce orarie o in determinati giorni può contribuire significativamente alla riduzione del disturbo acustico. Inoltre, l’incentivazione di mezzi di trasporto alternativi, come autobus elettrici o biciclette, rappresenta una strategia efficace per garantire la mobilità senza compromettere la quiete dell’ambiente.

 

Un altro aspetto cruciale riguarda l’adozione di misure di mitigazione per ridurre l’impatto del rumore. Tra queste, la creazione di barriere naturali che possano assorbire il suono, l’utilizzo di tecnologie a basse emissioni sonore e una migliore gestione del traffico nelle aree più sensibili. Ogni intervento di questo tipo contribuisce a mantenere un equilibrio tra l’accessibilità della montagna e la necessità di proteggere il suo paesaggio sonoro.

 

Infine, affinché questi cambiamenti possano essere realmente efficaci, è indispensabile una stretta collaborazione con i territori. Il coinvolgimento delle amministrazioni locali, dei parchi naturali e delle associazioni ambientaliste è essenziale per elaborare regolamenti e strategie di protezione acustica su misura per ogni specifica area montana: solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile garantire un futuro più silenzioso e rispettoso per questi preziosi ecosistemi.

 

Come sottolineato da Mountain Wilderness nel suo dossier tematico sulla questione, il silenzio è un bene prezioso che va preservato e ogni decibel di rumore in meno può fare la differenza per la fauna, per l’ambiente e per il nostro benessere.

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