Temperature primaverili, niente pioggia e inquinamento che torna a salire: ecco servito il maltempo invernale. Poletti: “In quota possibili nuovi record di caldo”
Le temperature, in particolare in montagna, sono previste in risalita fino a valori pienamente primaverili nei prossimi giorni mentre le minime, dice a L'AltraMontagna Giacomo Poletti, ingegnere ambientale e membro dell'associazione Meteo Trentino Alto Adige, si sono mantenute già questa notte su livelli molto alti: “Gran parte dell'Europa occidentale è 'inglobata' in un enorme anticiclone”.
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Nessuna pioggia all'orizzonte, temperature che, in montagna, si avvicinano a livelli pienamente primaverili e inquinamento dell'aria in crescita negli strati più bassi. Dopo i pochi giorni 'freddi' vissuti nelle scorse settimane quindi (anche se di freddo 'vero', per così dire, non si può certo parlare), un nuovo anticiclone è già tornato a far sentire i suoi effetti in Europa, dando origine a un insieme di elementi che gli esperti di “Chi ha paura dei buio?” (un progetto di divulgazione scientifica) non esitano a definire: “Maltempo invernale”. In epoca di crisi climatica insomma, le prospettive si ribaltano e il 'bel tempo' assume ormai nell'immaginazione di molti l'aspetto e i colori di una nevicata invernale o di una gelata mattutina piuttosto che di una giornata di sole con minime ben oltre la media per il periodo. E il problema, aggiungono gli esperti, è che ci troviamo oggi solo all'inizio di questo “ennesimo dominio dell'alta pressione subtropicale”, che potrebbe durare per diversi giorni portando, dice a L'AltraMontagna Giacomo Poletti (ingegnere ambientale e membro dell'associazione Meteo Trentino Alto Adige) anche a possibili record di temperatura in quota.
“Diciamo – spiega l'esperto – che guardando al periodo sarebbe auspicabile un po' di neve, non certo una risalita anticiclonica come quella che stiamo osservando, centrata proprio sopra la Spagna, con effetti su tutta l'Europa occidentale. Nei prossimi giorni, in particolare da lunedì, lo zero termico schizzerà nuovamente verso l'alto raggiungendo i 3.300 metri in buona parte del Nord Italia, con picchi anche fino a 4.000 metri sul mar Ligure. Si tratta di un dato in linea con il periodo estivo di qualche decennio fa più che con condizioni invernali. Guardando per esempio al Trentino, già questa notte le minime, in particolare tra i 1.500 ed i 2.200 metri di quota, si sono mantenute su livelli molto alti: a Vason per esempio, sulla cima del Monte Bondone a 1650 metri di quota, la colonnina di mercurio non è scesa sotto i 6,2 gradi di minima. E la situazione è stata grossomodo questa su buona parte del territorio. Certo, in valle la situazione non sembra così estrema a causa dell'inversione termica, che 'protegge' i bassi strati da temperature eccezionali. Ma in quota i dati sono ben diversi”.
Allo stesso modo poi, l'inversione termica “intrappola” proprio negli strati più bassi gli inquinanti, causando un peggioramento della qualità dell'aria in pianura e nelle città. E come evidenziano da “Chi ha paura del buio?”, gli effetti sul fronte della concentrazione di biossido di azoto si fanno già sentire: “L'NO2 – dice Poletti – è uno dei marker principali dell'inquinamento stradale ed è prodotto in particolare dai motori diesel”. Proprio nell'assenza di precipitazioni e in condizioni di alta pressione imperante (sempre più presenti in epoca di crisi climatica sul nostro territorio) stanno i fattori principali che portano all'aumento dell'inquinamento nell'aria del quale gli ossidi di azoto rappresentano solo una parte: vanno aggiunte infatti le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5), ozono e monossido di carbonio.
Per quanto riguarda le temperature, ribadisce Poletti, da lunedì è previsto un nuovo aumento: “Non dovrebbero esserci condizioni di foehn troppo importanti – conclude – quindi in valle difficilmente si toccheranno temperature record. Diverso invece il discorso in montagna, dove sono possibili invece nuovi primati di caldo in particolare tra i 1.500 ed i 2.300 metri di quota. Il tutto proprio a ridosso dei giorni che, tradizionalmente, sono considerati i più freddi dell'anno e fino almeno ai primi di febbraio non ci sono precipitazioni in vista. La 'bolla' anticiclonica interessa poi buona parte dell'Europa occidentale: a Parigi ieri la minima è stata di 12 gradi e tutta la neve caduta nelle scorse settimane nella grande pianura europea è già scomparsa. Il 'freddo' attualmente è relegato in pratica alle estreme zone più settentrionali e orientali del continente, mentre l'anticiclone devia le precipitazioni dalla Scozia scendendo verso la Russia”.