''Se li tocchi li uccidi'', ecco cosa non fare (e perché) se si incontra un cucciolo
L'appello del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise vale per i cuccioli di cervo nobile ma può essere esteso a tantissimi altri selvatici
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
''Se li tocchi li uccidi'', così comincia il post del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise che invita gli utenti a prestare attenzione ai cuccioli di cervo. Una pratica, purtroppo, sempre troppo diffusa è quella di accarezzare, toccare, in qualche caso addirittura abbracciare, i piccoli ungulati che magari durante lo sfalcio emergono da dove erano stati lasciati dalla madre. Un tale comportamento, però, è sbagliatissimo e molto pericoloso per lo stesso animale e va evitato a qualsiasi latitudine.
''A maggio - spiega il Parco - hanno visto la luce, come ogni anno, i cuccioli di cervo nobile, un animale selvatico ampiamente diffuso all'interno del Parco come nel resto dell'Appennino Centrale. Un animale maestoso ed elegante il cui incontro, anche se ormai molto comune qui nel Parco, lascia sempre senza fiato. Alcuni paesi del Parco sono celebri per avere una presenza stabile di cervi, ormai confidenti, nelle zone limitrofe alle aree residenziali. Una grande meraviglia, sia per i turisti, sia per le comunità locali, che per rimanere tale richiede responsabilità e consapevolezza da parte di tutti''.
Ecco quindi l'invito che può essere esteso a tutti e non riguarda solo i cuccioli di cervo nobile del Parco ma gli i piccoli di qualsiasi ungulato.
''Durante le settimane successive alla nascita, le femmine di cervo sono solite lasciare soli i propri piccoli, in luoghi da esse considerati sicuri e nascosti, come cespugli e radure con erba alta. Qualora vi doveste trovare di fronte a tale situazione - prosegue il parco - non preoccupatevi, il piccolo non è stato abbandonato ma è una situazione del tutto naturale. L'unica azione da fare è quella di allontanarsi con rispetto, evitando di disturbare e soprattutto di toccare il cerbiatto. Toccare un piccolo appena nato, infatti, significa "trasferire" il nostro odore di esseri umani all'animale stesso, condannandolo ad essere in seguito abbandonato dalla madre perché non più riconosciuto''.