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Ambiente

Proteggere le ultime edere giganti dall'arrampicata sportiva: ''La rimozione (senza regole) distrugge habitat e rompe catene alimentari e cicli ecologici''

L'appello del Wwf del Trentino e dell'Associazione Altissimo di Nago per la zona di Oltrezengol, a Nago Torbole, frequentatissima da scalatori di tutto il mondo. ''Installati cartelli a protezione delle ultime edere non ancora divelte, dopo un lungo iter burocratico. A differenza degli arrampicatori che, apparentemente, non devono affrontare alcun impedimento nonostante i danni al territorio. Questo evidenzia non solo una disparità di trattamento, ma anche una mancanza di regolamentazione che va a discapito dell'ambiente''

di
Luca Pianesi
25 giugno | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

''Pensiamo sia cruciale capire e rispettare il delicato equilibrio tra natura e attività umane. Questa area è un punto caldo per l'arrampicata sportiva ma allo stesso tempo, da ben prima di essere raggiunta dalla presenza umana, ha sempre ospitato le edere giganti che rappresentano fondamentali microhabitat per una miriade di specie di uccelli e insetti impollinatori. La loro rimozione per creare nuove vie di arrampicata non solo distrugge immediatamente habitat preziosi, ma interrompe anche importanti catene alimentari e cicli ecologici''. Così Aron Iemma presidente del Wwf del Trentino spiega perché sabato 15 giugno, assieme ad altri attivisti dell'Associazione Altissimo di Nago e del Wwf (entrambe parte del sodalizio tra associazioni “Coordinamento Ambiente Alto Garda e Ledro”) si sono recati nell'Alto Garda ed hanno affisso quattro cartelli su altrettante edere giganti nella zona di Oltrezengol, a Nago-Torbole.

 

L'obiettivo è quello di dire 'basta' danni causati dall'apertura di nuove vie di arrampicata in quella che è una delle aree maggiormente attrattive per gli scalatori. ''Queste piante - prosegue il Wwf del Trentino riferendosi alle edere giganti -grazie alla loro estensione e alla struttura intricata, offrono rifugio e siti di nidificazione per diverse specie, oltre a essere una fonte di nutrimento per molti insetti impollinatori, cruciali per la biodiversità locale. L'installazione dei cartelli a protezione delle ultime edere non ancora divelte è avvenuta solo dopo un lungo iter burocratico, a differenza degli arrampicatori che, apparentemente, non devono affrontare alcun impedimento nonostante i danni al territorio. Questo evidenzia non solo una disparità di trattamento, ma anche una mancanza di regolamentazione che va a discapito dell'ambiente''.

 

Come spesso capita, insomma, è una questione di equilibrio tra il desiderio degli sportivi (in questo caso) di godere della natura e la necessità di preservare habitat delicati è complessi. Le pareti rocciose, con le loro caratteristiche uniche, ospitano animali e piante altamente specializzate, come l'avifauna rupestre, che include gufo reale, falco pellegrino, aquila reale, e il rondone maggiore: la nidificazione di questa specie era stata già accertata nel 2023 dagli attivisti, con praticamente contemporaneo rinvenimento di un pullo morto probabilmente a causa del disturbo causato dalla presenza umana..

 

''In definitiva - conclude Iemma - pensiamo sia cruciale capire e rispettare il delicato equilibrio tra natura e attività umane. Esistono esempi virtuosi di collaborazione tra amministrazioni e cittadini, che hanno portato a ordinanze di chiusura permanente o temporanea di pareti rocciose per proteggere almeno i momenti di vita cruciali per queste specie, dimostrando che una collaborazione tra sport e natura non solo è possibile, ma arricchente e desiderabile soprattutto in un territorio con una pressione turistica eccezionale che sempre più deve interrogarsi sui migliori modi per preservare intatte le proprie bellezze naturalistiche''.

 

L'ordinanza del Parco dei Colli Euganei per tutelare ''uccelli'' e 'habitat''

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