Paesaggi ghiacciati in assenza di neve: cos’è la galaverna, fenomeno fragile e prezioso
“La galaverna”, spiega la meteorologa Sofia Farina, “si forma per adesione di goccioline di nebbia sopraffuse - ovvero allo stato liquido seppur a temperature anche molto inferiori allo zero - che ghiacciano sulle superfici esposte”
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
“Può capitare di svegliarsi in una fredda giornata e di trovare il territorio imbiancato senza che si siano verificate nevicate”. Con queste parole Sofia Farina, meteorologa, inizia a spiegare un fenomeno suggestivo nella sua particolarità: la galaverna.
I paesaggi avvolti dalla galaverna sembrano chiusi in una stanza senza tempo. Il terreno ghiacciato crocchia e si frantuma sotto ai piedi, come se gli scarponi pestassero cocci di vetro; i cristalli di ghiaccio offrono alle superfici (degli alberi, delle pareti, dei prati, …) un aspetto raffinato, quasi ambizioso, brillando sotto i raggi del sole; l’aria scorre pulita, intrisa di quel profumo che sa di assenza tipico della neve.
Ma in questo caso, come dicevamo, di neve non si tratta: “La galaverna”, spiega Farina, “si forma per adesione di goccioline di nebbia sopraffuse - ovvero allo stato liquido seppur a temperature anche molto inferiori allo zero - che ghiacciano sulle superfici esposte”.
“Se la formazione della galaverna avviene in assenza di vento”, prosegue la meteorologa, “essa avvolge interamente l’oggetto esposto. Se invece la nebbia è sospinta dal vento, il deposito si forma, contro intuitivamente, sul lato esposto al vento”.
Quello della galaverna è un fenomeno prezioso nella sua fragilità: può infatti essere sufficiente un lieve aumento della temperatura per privare il paesaggio il suo manto prezioso.
Pertanto, sulle superfici coperte di galaverna non solo si manifesta una singolare precipitazione atmosferica, ma è riflesso anche un suggerimento per affrontare la nostra esistenza che, costantemente protesa in avanti, spesso rischia di trascurare il presente.