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Ambiente

"L'obiettivo è ripensare al futuro delle terre alte e affrontare la crisi climatica", 5 le proposte selezionate da Fondazione Cariplo nel bando "Montagne in transizione"

Si è chiuso il bando "Montagne in transizione", un'iniziativa di Fondazione Cariplo che punta a stimolare i territori a ridefinire la fruizione delle destinazioni e affrontare le sfide del futuro: "La risposta arrivata dai territori dimostra l'urgenza e l'interesse a rinnovare l’economia delle terre alte con un approccio inclusivo e sostenibile"

di
Luca Andreazza
21 novembre | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Partecipazione, inclusione e modelli alternativi di sviluppo, queste le chiavi per un'offerta del turismo in grado di rilanciare aree in quota e che affrontano un momento di difficoltà. Sono 5 i progetti selezionati da Fondazione Cariplo a chiusura del bando "Montagne in transizione", un'iniziativa dell'ente filantropico che punta a stimolare i territori a ridefinire la fruizione delle terre alte lungo le tre direttrici della sostenibilità. Centrale naturalmente l'ambiente ma senza mettere in secondo piano le dimensioni economiche e sociali. La sfida, infatti, è quella di assicurare uno sviluppo armonico e coerente di questi pilastri.

 

"Il bando cerca di stimolare processi di immaginazione civica, coprogettazione e dialogo tra gli attori delle comunità locali” , afferma Matteo Barbato, program officer dell’Area Ambiente di Fondazione Cariplo e referente del bando. "L’obiettivo è incoraggiare le persone a ripensare il futuro delle proprie terre, lavorando insieme per costruire soluzioni partecipate alle sfide che già oggi le aree montane si trovano ad affrontare nello scenario del cambiamento climatico. È un invito a immaginare nuovi modelli di vita, lavoro e coesione sociale".

 

La montagna, infatti, soffre per l’incremento della temperatura. Un aumento che sui rilievi viaggia a velocità doppia rispetto a quello medio globale e che entro il 2050 potrebbe raggiungere i 2-3 gradi in più rispetto a oggi. Un trend che ha già fatto arretrare frontalmente i ghiacciai dell’arco alpino di molti metri, anche di una sessantina in appena due anni, e che porta all’aumento irreversibile di frane e di valanghe di roccia e detriti. Inoltre le attività umane possono mettere a rischio la biodiversità.

 

Un altro problema è legato alla sempre maggiore scarsità della "risorsa neve", che impatta sulla vita degli ecosistemi idrici e anche, naturalmente, su un certo tipo di economia turistica tradizionale basata sugli sport invernali, sci alpino in primis. Un contesto delicato e in questo senso Fondazione Cariplo ha pubblicato il bando, rivolto alle organizzazioni non profit e agli enti pubblici, per sostenere progetti e strategie partecipative orientati alla transizione ecologica in quelle aree montane del proprio territorio di intervento storicamente caratterizzate dal turismo invernale su neve.

 

Un bando che ha riscosso un grandissimo interesse: sono stati ben 17 i progetti presentati da diverse realtà con l'obiettivo di promuovere la diffusione e la strutturazione, coerente e coesa, di economie alternative, anche attraverso la destagionalizzazione dell’offerta turistica. La sfida è, infatti, quella di superare l’isolamento culturale, il declino demografico, la marginalizzazione e la carenza di servizi per migliorare la qualità della vita delle terre alte.

 

"La risposta arrivata dai territori dimostra l'urgenza e l'interesse a rinnovare l’economia delle terre alte con un approccio inclusivo e sostenibile, rendendo la montagna un luogo di vita, lavoro e innovazione non solo legato al turismo stagionale", prosegue Barbato. "Consapevoli di questa sfida, la Fondazione punta a riproporre il bando il prossimo anno, con una dotazione di risorse ancora più significativa per ampliare ulteriormente l'impatto positivo sul territorio".
 

Al termine di una complessa e interessante selezione, Fondazione Cariplo ha assegnato un contributo a 5 progetti, per un importo complessivo di 285 mila euro.

 

Nel dettaglio "Montagne condivise" con capofila Socialfare Impresa sociale. Un piano che si inserisce nella valle Antigorio-Formazza e che cerca di stimolare un cambiamento partecipato e la co-costruzione di un modello di vita e di lavoro in grado di valorizzare la montagna oltre il turismo stagionale.

 

La volontà è di stimolare un cambiamento sociale ma anche economico attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e dei nuovi abitanti nella co-costruzione di un modello di vita e lavoro che valorizzi la montagna oltre il turismo stagionale. Gli obiettivi principali sono creare economie alternative durature, facilitare il dialogo tra vecchi e nuovi abitanti e costruire una rete di supporto con istituzioni e associazioni locali, integrando le prospettive di tutte le categorie sociali coinvolte.

 

Selezionato anche il progetto "Forcora attiva", con capofila il Politecnico di Torino, che si sviluppa si sviluppa nell’Alto Luinese, tra il lago Maggiore in Lombardia e il confine svizzero: la proposta è di avviare un processo di transizione territoriale, spostando il focus dalla dipendenza dal turismo invernale a un modello che integri turismo sostenibile, tutela ambientale e valorizzazione delle risorse locali.

 

Spazio poi ad "Alpine Leisure Transformation" con capofila l'Università di Bergamo. L'obiettivo portare in Val Gandino, valle delle Prealpi Orobiche bergamasche caratterizzata da un ricco intreccio di storia e cultura agricola e industriale, un modello turistico diversificato e che non dipenda in via esclusiva dallo sci alpino.

 

Ecco poi "Nuovi itinerari di comunità per la val Saviore", capofila Oxa Impresa Sociale. L'area si colloca in val Camonica, una zona che può vantare una straordinaria biodiversità, ma anche un'importante tradizione agricola e culturale. Purtroppo, questo territorio è colpito dal progressivo spopolamento e dal contestuale abbandono delle attività agro-pastorali. La soluzione? Un modello di gestione e di sviluppo attraverso, anche, il recupero dei terreni incolti e la promozione di un turismo esperienziale e lento.

 

Tra i propositi c'è l’identificazione degli attori chiave e la creazione di una “cabina di regia” per coordinare l’intero processo di rigenerazione.

 

Infine il progetto "Prato Valentino 2050", in Valtellina, con la storica vocazione turistica legata agli sport invernali, un'attività sensibilmente colpita dalla riduzione delle precipitazioni nevose e dall’aumento delle temperature. Capofila del progetto è Associazione Val.Te.Mo. e il segreto per rilanciare la zona potrebbe essere la co-creazione di una strategia di ampio respiro e una diversa pianificazione della fruizione del territorio. Tutto accompagnato dalla consapevolezza della comunità.

 

Il progetto prevede un approccio integrato e partecipativo, articolato in sette azioni principali dalla raccolta e analisi dei dati territoriali alle azioni operative e alla comunicazione dei risultati tramite eventi e networking.

 

Questi i progetti selezionati per cercare un nuovo paradigma del turismo e per puntare sulla diffusione di economie alternative al turismo da neve, sostenere buone pratiche di adattamento al cambiamento climatico e destagionalizzare l'offerta turistica, immaginando nuove forme di fruizione rispettose dell'ambiente e delle comunità locali.

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