La faglia del Monte Vettore fa parte del "patrimonio geologico mondiale". Ispra: "È un geosito di nuova formazione, legato al terremoto del 2016"
La faglia del Monte Vettore, il massicio dei Monti Sibillini a cavallo tra Umbria e Marche, merita di far parte del "patrimonio geologico mondiale". Lo ha deciso a inizio settembre l'Unione internazionale delle scienze geologiche, nel corso del congresso mondiale che si è svolto in Corea del Sud. La candidatura è stata coordinata dall'ISPRA e L'AltraMontagna ne ha parlato con Luca Guerrieri, responsabile dell'Area per la realizzazione del sistema dei servizi geologici e la valorizzazione del patrimonio geologico nazionale dell'ente pubblico di ricerca
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La faglia del Monte Vettore, il massicio dei Monti Sibillini a cavallo tra Umbria e Marche, merita di far parte del "patrimonio geologico mondiale". Lo ha deciso a inizio settembre l'Unione internazionale delle scienze geologiche, nel corso del congresso mondiale che si è svolto in Corea del Sud. La faglia è "luogo chiave con elementi o processi geologici straordinari della massima rilevanza scientifica, utilizzato come riferimento globale o con un contributo sostanziale allo sviluppo delle scienze geologiche attraverso la storia". La candidatura è stata coordinata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e L'AltraMontagna ne ha parlato con Luca Guerrieri, responsabile dell'Area per la realizzazione del sistema dei servizi geologici e la valorizzazione del patrimonio geologico nazionale dell'ente pubblico di ricerca, che è sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE).
Qual è l'importanza di questo riconoscimento?
L'International Union of Geological Sciences individua un certo numero di siti rilevanti, in numero limitato, 200 siti in tutto il mondo, che meritano la massima valorizzazione e tutela. La candidatura può essere presentata solo di fronte alla presenza di caratteristiche geologiche uniche, che giustifichino la presenza in elenco. Come Servizio geologico d'Italia, abbiamo ritenuto che così fosse perché si tratta di un geosito nuovo, che si è sviluppato in occasione dell'ultimo importante terremoto. Con le scosse dell'ottobre 2016, si sono prodotti lungo il Vettore questi trenta chilometri di faglia. Questa striscia bianca, visibile ad occhio nudo, corre lungo il fianco della montagna. È importante sottolineare che la faglia ha fatto il terremoto, non il contrario: non è una frattura prodotta dal terremoto, ma la crescita della montagna ha prodotto anche il terremoto.
Per quale motivo ISPRA ha immaginato questo candidatura?
La cosa importante davvero importante è la novità, di un geosito che si è formato nel tempo presente: fino al 2016, tu lì vedevi una scarpata, effetto delle fagliazioni precedenti, perché negli ultimi 700-800 anni non c'era stato un simile evento precedente. Siamo perciò di fronte a una neo-formazione geologica. Se ci fosse stato in quel momento una persona con la telecamera, avrebbe potuto filmarla mentre si formava. Con la Faglia del Vettore siamo di fronte a una fagliazione superficiale, la traccia permanente di un cambiamento nella struttura della superficie terrestre. Anche se tutto questo contiene chiaramente un elemento tragico, rimandando alla distruzione collegata al terremoto, la faglia ha una sua bellezza, perché rappresenta in modo permanente la storia del territorio: il Vettore (che è la quarta cima degli Appennini, ndr) si è formato grazie a molti eventi così, in centinaia di migliaia di anni.
Come immaginate di promuovere il riconoscimento presso i cittadini?
Insieme al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, già nel 2021 ISPRA ha individuato 12 punti di osservazione, dove sono stati posti pannelli informativi che descrivono, quanto visibile sul terreno. Alcuni sono situati in prossimità della sede stradale, altri sono raggiungibili con brevi passeggiate nel territorio del Parco. L'iniziativa ha l'obiettivo di preservare la memoria del terremoto e anche aumentare la consapevolezza dei rischi naturali cui è esposto il territorio del Parco. I pannelli riportano foto fatte subito dopo l'evento. L'elemento di novità risulta ancora ben visibile a chi passa in quei luoghi, che capisce che sta attraversando un'area geologica con una sua rilevanza. In questo modo, intendiamo anche valorizzare il territorio, per rendere consapevole il cittadino e il turista della complessità del luogo in cui si trova. Senza far prevalere un sentimento di paura, dobbiamo imparare a portare rispetto agli elementi naturali, anche ai terremoti.