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Ambiente

(IL VIDEO) Viaggio dentro al manto nevoso per studiare la polvere sahariana. Baccolo: "Accelererà molto i processi di fusione, con un impatto significativo sui bilanci di massa e sul comportamento dei ghiacciai"

Giovanni Baccolo, glaciologo, membro del comitato scientifico de L'AltraMontagna e ricercatore all'Università di Roma Tre, ci accompagna dentro al manto nevoso con un video girato nel Vallone dei Camosci (Prealpi Lombarde), dove ha campionato la neve che contiene al suo interno la polvere trasportata dal Sahara che si è depositata sulle Alpi meridionali con le ultime perturbazioni

di
Pietro Lacasella
04 aprile | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Giovanni Baccolo, glaciologo, membro del comitato scientifico de L'AltraMontagna e ricercatore all'Università di Roma Tre, ci accompagna dentro al manto nevoso con un video girato nel Vallone dei Camosci (Prealpi Lombarde), dove ha campionato la neve che contiene al suo interno la polvere trasportata dal Sahara che si è depositata sulle Alpi meridionali con le ultime perturbazioni. 

 

Indicando lo strato giallo/arancione che interrompe le campiture bianche della neve, Baccolo spiega che la variazione di tonalità è causata "dalla presenza dei minerali all'interno della neve".

 

"Questo è un processo assolutamente naturale - prosegue - che avviene soprattutto in primavera e un pochino anche in autunno perché le condizioni meteorologiche favorevoli a questo tipo di trasporti si verificano in queste stagioni".

 

"Ci sono ancora tanti aspetti interessanti da studiare - aggiunge -. Sempre rimanendo in ambiti neve/ghiaccio, lo strato di polvere sahariana, quando con la primavera scomparirà lo strato di neve pulita che ora lo copre e quindi sarà esposto alla superficie, qui ma anche dove ci sono i ghiacciai, accelererà molto i processi di fusione, con un impatto significativo sui bilanci di massa e sul comportamento dei ghiacciai. Questo è solo uno dei tanti aspetti che stiamo studiando".

 

 

Immagine della croce di vetta in copertina di Nazario Ferrari

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