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Ambiente

(IL VIDEO) "Il segno di speranza che ci danno i boschi": una riflessione a partire dal ciclo di vita degli alberi

Una riflessione sui concetti di vita e di morte a partire dall'osservazione della morte di un albero e del suo tronco rimasto per anni nel bosco. L’osservazione del bosco e dei suoi cicli di trasformazione, ci mostra la morte dentro il suo stesso rinnovamento, e forse può dare un senso anche alla nostra

di
Marco Albino Ferrari
28 aprile | 08:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Avete mai guardato attentamente un albero morto, rimasto schiantato per anni nel bosco?

 

Ebbene, fatelo. Il legno si è trasformato in un bianco pan di spagna, morbido e pieno di insetti di insetti xilofagi, di vermi, di pulci, di larve, di coleotteri, di batteri e tutt’intorno a questa purtedine una distesa di funghi chiodini.

 

Non c’è maggiore concentrazione di vita di quella che si trova in un albero morto. Vita sempre più minuscola che genera humus, materia preziosa per altre piante future.

 

Si sente spesso ripetere che la nostra generazione lascerà un mondo più povero di quanto noi stessi abbiamo trovato. Bè, un albero fa il contrario: trasmette più sostanze vitali di quanto ce ne fossero prima, a beneficio delle piante che verranno. Se questo non è un segno di speranza che ci danno i boschi!

 

Per noi umani la morte rimane il grande tabù. Ebbene, l’osservazione del bosco e dei suoi cicli di trasformazione, ci mostra la morte dentro il suo stesso rinnovamento. E forse può dare un senso anche alla nostra.

 

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