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Ambiente

Il ghiacciaio è già scoperto come in estate sotto Capanna Gnifetti (Monte Rosa). Baccolo: "Non è normale che a 3500 metri sia quasi completamente esposto"

Queste fotografie, scattate domenica scorsa da Riccardo Brusa mentre saliva sulla Piramide Vincent (Monte Rosa), stanno rimbalzando di social in social con una rapidità sorprendente. Il glaciologo Giovanni Baccolo: "Certamente anche il vento ha lavorato sul ghiacciaio, portando via parte degli accumuli. D'inverno capita ed è normale. Non è però la norma che un ghiacciaio a 3500 metri sia quasi completamente esposto"

di
Pietro Lacasella
01 febbraio | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“I ghiacciai d'inverno sono ben coperti di neve e si scoprono mostrando il ghiaccio vivo a estate inoltrata. Una volta funzionava così, oggi non più”.

 

Così inizia un post del glaciologo Giovanni Baccolo (membro del comitato scientifico de L’AltraMontagna), pubblicato sulla pagina Storie Minerali per riflettere sulle condizioni del ghiacciaio di Garstelet. Baccolo continua:

 

“Chiunque ha raggiunto Capanna Gnifetti, celebre rifugio sul versante italiano del Monte Rosa, avrà sicuramente attraversato questo piccolo ghiacciaio: il ghiacciaio di Garstelet. Vista la vicinanza agli impianti di Punta Indren, si tratta probabilmente di uno dei ghiacciai più fotografati, frequentati e percorsi delle Alpi.

Ero abituato a leggere del Garstelet in estate, quando per via della fusione il ghiacciaio perde il suo manto bianco e mostra una scorza nera malsana. Basta uno sguardo per capire che quel ghiaccio sporco e sempre più sottile non se la passa bene. Ogni anno i gestori della Capanna devono intervenire per rendere sicura la scala che permette di passare dal ghiacciaio alla rampa di roccia che conduce al rifugio. Aggiungere qualche piolo, allungare i canaponi”.

 

Questa volta però, come sottolinea il glaciologo, del Garstelet si parla anche in pieno inverno “quando i ghiacciai dovrebbero essere immersi nel silenzio amplificato da spessi manti nevosi”.

Queste fotografie, scattate domenica scorsa da Riccardo Brusa mentre saliva sulla Piramide Vincent, stanno rimbalzando di social in social con una rapidità sorprendente. “Guardate l'immagine – conclude Baccolo – il ghiacciaio è scoperto come in estate. Non ha nevicato molto e le temperature decisamente anomale che troviamo in quota hanno ridotto il manto nevoso a una timida spruzzata, come fossimo a inizio autunno. Certamente anche il vento ha lavorato sul ghiacciaio, portando via parte degli accumuli. D'inverno capita ed è normale. Non è però la norma che un ghiacciaio a 3500 metri sia quasi completamente esposto. Il piccolo e frequentato ghiacciaio del Garstelet rappresenta bene il glacialismo residuo delle Alpi italiane. Piccolo, esposto a sud e in totale balia del cambiamento climatico, d'estate come d'inverno. Un fossile climatico che esiste per pura inerzia”.

 

Per comprendere se si tratta di un episodio anomalo o di una dinamica frequente ci siamo inoltre rivolti a due guide alpine che frequentano regolarmente il massiccio del Monte Rosa.

 

Secondo Marco Tosi è un fenomeno piuttosto singolare, più facile da scorgere sulle pareti nord dove, a causa delle pendenze più marcate, il ghiaccio non attacca. Su pendenze modeste, come nel caso del Garstelet, è raro.  “In ogni caso – conclude la guida – il ghiaccio visibile a gennaio è una brutta cosa”.

 

Il ghiacciaio, dalla prima volta che l’ho visto, è cambiato totalmente, e ogni anno cambia totalmente” – racconta a L’AltraMontagna Shanty Cipolli, guida alpina e atleta Protect Our Winters Italia – “Forse negli ultimi tre o quattro anni i cambiamenti sono stati radicali, visibili ad occhio nudo”.

 

La percezione trova conferma nei dati riportati dal Geoportale "Catasto ghiacciai", dove è possibile ricavare preziosi dati e informazioni storiche sulle caratteristiche e l’evoluzione del glacialismo valdostano.
Alcuni dati sull’evoluzione recente:

  • nel 1975 i ghiacciai censiti erano 297 con una superficie totale di circa 188 km2;
  • nel 1999 il numero di ghiacciai era sceso a 216 con una superficie ridotta a circa 154 km2;
  • il censimento del 2005 contava 209 ghiacciai distribuiti su una superficie di circa 135 km2;
  • nel 2012 il numero dei ghiacciai si era ulteriormente ridotto a 184 apparati su una superficie totale di circa 127 km2;
  • nel 2019 il numero degli apparati è rimasto invariato rispetto al 2012 a fronte tuttavia di una ulteriore riduzione della superficie totale, pari a circa 120 km2
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