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Ambiente

Giornate storiche, in negativo: superati i 2 gradi di aumento dall’epoca pre-industriale

Due dati in particolare sono stati riportati negli scorsi giorni dagli esperti per ribadire, ancora una volta, quanto l’aumento delle temperature si stia facendo sempre più consistente: tra il 17 ed il 18 novembre infatti, come certificato dal Copernicus climate change service, la temperatura media globale è stata di oltre 2 gradi superiore ai livelli pre-industriali (il limite fissato dagli accordi di Parigi è di 1,5 gradi centigradi di aumento). L’analisi di Giacomo Poletti

di
Filippo Schwachtje
07 gennaio | 21:05
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Con ogni probabilità, il 2023 si chiuderà come l’anno più caldo mai registrato. Negli ultimi mesi i primi risultati erano già stati condivisi dagli esperti del Climate change service di Copernicus (Qui Articolo): da giugno in poi, ogni mese ha infranto i precedenti record di temperatura, segnando una successione ininterrotta alimentata, in parte, anche dagli effetti di El Niño. In riferimento alla crisi climatica però, ormai purtroppo di record si parla sempre più spesso e pochi giorni fa, tra il 17 ed il 18 novembre, Copernicus ha confermato come, per la prima volta, la temperatura media globale abbia superato di oltre 2 gradi i livelli pre-industriali (1850-1900). 

 

La soglia dei 2° è stata superata per poco negli ultimi giorni, certo – dice a il Dolomiti l’ingegnere ambientale e membro di Meteo Trentino Alto Adige Giacomo Poletti – ma ricordiamo che i protocolli siglati a Kyoto e Parigi avevano messo un tetto all’aumento delle temperature dal periodo pre-industriale di 1,5 gradi centigradi. La situazione a livello globale è esplosa in questo 2023. Bisogna ovviamente tenere in considerazione l’impatto di El Niño, che portando ad un surriscaldamento delle acque in una vasta area di oceano tende a far salire la colonnina di mercurio a livello globale, ma in questo contesto e visti i record anche rispetto ad altri anni con El Niño, ovviamente, c’è dell’altro: gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico”. 

 

Guardando in particolare alla soglia dell’aumento registrata da Copernicus (che proprio ieri ha confermato, tra l’altro, come la temperatura media della superficie degli oceani abbia raggiunto i 20,79 gradi centigradi, un altro triste primato rispetto alla serie storica), dice Poletti: “Siamo in anticipo rispetto alle previsioni climatiche. Quest’anno sta purtroppo sorprendendo proprio per l’intensità degli aumenti. Guardando al grafico delle temperature appare chiaramente come, per lunghi tratti, il 2023 sia andato fuori scala a livello mondiale rispetto agli ultimi decenni”. E proprio per la natura dell’atmosfera e dell’evoluzione climatica, gli effetti di questa ulteriore accelerazione potrebbero risultare esponenziali.

 

L’atmosfera è un sistema non lineare – precisa infatti Poletti – nel quale è quindi possibile che gli effetti di modifiche immesse nel sistema stesso raggiungano proporzioni inaspettate, magari attraverso processi di feedback che si autosostengono. Pensiamo, per esempio, alla superficie ghiacciata delle calotte polari: più la temperatura aumenta più aumenta la fusione, più aumenta la fusione più aumenta la superficie ‘scura’ sul mare (vista l’assenza di banchisa), che a sua volta spinge ancor più le temperature verso l’alto. Secondo le ultime stime, attualmente il livello dei mari sta crescendo nel mondo di circa 3-4 millimetri all’anno, ma ci sono proiezioni che vedono un aumento addirittura di 15 metri entro poco più di un secolo (130 anni) da oggi. Il punto è che attualmente ci troviamo, sostanzialmente, all’inizio di questo fenomeno di riscaldamento, all’interno del quale potremmo arrivare ad osservare non regolarità anche molto preoccupanti”. 

 

Una situazione che si riflette, ovviamente, anche a livello locale: “In Trentino – dice ancora l’esperto – il 2023 si giocherà il primato di anno più caldo con il 2022 nelle prossime settimane. La breve fase di raffreddamento prevista per i prossimi 7-10 giorni potrebbe risultare determinante, ma la questione di fondo non cambia: se guardiamo alla stazione di Trento Laste, sia settembre che ottobre sono arrivati al secondo posto nelle rispettive classifiche dei mesi più caldi. In 103 anni di serie storica, il mese di settembre più caldo è stato quello del 1961, per quanto riguarda ottobre invece quello del 2022 mentre agosto è rientrato nella top ten (al settimo posto). Stiamo osservando una velocità di aumento inaspettata”.

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