Di freddo neanche a parlarne e precipitazioni che sanno di primavera. Betti: "La neve è caduta a quote relativamente alte, non certo da fine inverno"
"La neve però è caduta a quote relativamente alte, tipiche della primavera e non certo di fine inverno, ad eccezione di parte del Piemonte. Per l'Appennino pioggia prevalente, ancora una volta, a quasi tutte le quote. Di fatto la stagione invernale 2023/2024 è stata quasi inesistente, sia per la neve che per le temperature e questa cosa è grave"
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Siamo tutti giustamente felici per le copiose nevicate cadute sulle Alpi e per le previsioni che annunciano ancora tanta neve peri i prossimi giorni. Risorsa idrica preziosa che riduce notevolmente le preoccupazioni in vista dell'estate".
Così inizia un post, pubblicato ieri su Instagram, del meteorologo e climatologo Giulio Betti (Consiglio Nazionale delle Ricerche), finalizzato a commentare le recenti precipitazioni che hanno coinvolto Alpi e Appennini.
"La neve però è caduta a quote relativamente alte - prosegue Betti - tipiche della primavera e non certo di fine inverno, ad eccezione di parte del Piemonte. Se ci pensiamo a neve nei fondovalle alpini o a quote inferiori ai 1000/1200 metri è diventata una rarità anche in inverno e quando riesce a cadere rimane sempre per pochissimo tempo. Un problema particolarmente evidente sulle Prealpi. Della Val Padana neanche a parlarne.
Per l'Appennino pioggia prevalente, ancora una volta, a quasi tutte le quote. Di fatto la stagione invernale 2023/2024 è stata quasi inesistente, sia per la neve che per le temperature e questa cosa è grave".
"Nelle ultime 48 - conclude il meteorologo - al Nord e sulla Toscana, dove non è nevicato, è piovuto talmente tanto da generare criticità rilevanti sul territorio. Accade sempre più spesso: passare dal troppo poco al troppo in un battito di ciglia. E nelle prossime ore toccherà anche al centro-sud dove molte regioni aspettano la pioggia in gloria e dove, purtroppo, si potranno registrare disagi. Quello che stiamo vivendo rientra perfettamente negli scenari proposti relativi al cambiamento climatico: alternanza tra lunghi periodi anticiclonici secchi e caldi e brevi fasi molto perturbate ricche di precipitazioni. Di freddo neanche a parlarne, ovviamente".
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