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Ambiente

Dall'estero, l'Italia viene vista come buon esempio di conservazione, soprattutto dall’Inghilterra".  Francesco Romito racconta il film "The Wolf Within"

Dopo il successo della première del 6 novembre a Londra, il film "The Wolf Within" è stato presentato dall’associazione Io Non Ho Paura Del Lupo insieme a The European Nature Trust in due proiezioni in lingua italiana

di
Cecilia Molinari
08 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Dopo il successo della première del 6 novembre a Londra, il film The Wolf Within è stato presentato dall’associazione Io Non Ho Paura Del Lupo insieme a The European Nature Trust in due proiezioni in lingua italiana (il 21 novembre a Milano e il 28 novembre a Roma). Per capire come nasce questo progetto ci siamo confrontati con Francesco Romito, vicepresidente e responsabile della comunicazione per l’associazione Io Non Ho Paura Del Lupo

 

L’idea del film nasce più di un anno e mezzo fa sotto stimolo del The European Nature Trust, fondazione britannica che supporta la nostra associazione da più di due anni e svolge un bellissimo lavoro di sostegno anche a tante altre realtà europee che riguardano la conservazione della natura, in Italia per esempio supportano Salviamo L’Orso insieme alla quale danno origine a tante importanti iniziative riguardanti la salvaguardia dell'orso bruno marsicano” racconta Romito. “L’intenzione era quella di realizzare un prodotto che desse voce ai portatori di interesse coinvolti, le stesse categorie che compaiono nel film, e al tempo stesso raccontare questo animale alla gente comune”. 

 

Il film non ha un taglio prettamente scientifico, ma è rivolto a tutti coloro che non conoscono il lupo e che si vogliono avvicinare alla conoscenza di questo animale. Per raggiungere questo obiettivo sono stati inseriti tutta una serie di personaggi che direttamente o indirettamente hanno a che fare con il lupo, come il cacciatore, l’allevatore, il raccoglitore di funghi che rappresenta un generico fruitore della montagna e la guida. Per quest’ultima è stato portato l’esempio di Wildlife Adventures, per dare spazio anche al tema delle opportunità turistiche generate dalla presenza di grandi carnivori e le istituzioni rappresentate dal Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise.

“Mettendo insieme tutto questo abbiamo tentato di offrire uno spaccato dell’animale lupo (non in termini biologici) che aiutasse la gente a riflettere sulla complessità e la multiformità della delicata tematica - racconta Romito -. Sotto questo aspetto, come associazione abbiamo contribuito alla realizzazione non solo dal punto di vista economico, ma abbiamo supportato il regista e tutti coloro che hanno lavorato su questo prodotto, nella ricerca dei personaggi adatti a raccontare una storia che fosse quanto più vera possibile”. 

 

L'associazione infatti è conosciuta per il suo modo laico di approcciarsi alla tematica della coesistenza con il lupo raccontando l’animale non solo come creatura che ci può affascinare, ma farlo vedere per quello che è, anche un predatore. “Una parte interessante infatti è quella di Piero, un allevatore, che racconta la sua esperienza. In un panorama in cui gli attacchi alla coesistenza sono quotidiani e sempre più forti l’obiettivo era sottolineare che esistono belle storie di convivenza e che questa è possibile”. Confrontandosi continuamente con il regista, il produttore e tutti i collaboratori "l'associazione si è fatta garante dei contenuti del film, cercando di indirizzare il percorso di produzione per avere un prodotto che fosse valido”.

 

Il film è partito come un racconto della presenza del lupo in Italia, individuando due aree in particolare, quella alpina e quella appenninica, ma è anche un racconto fatto all'Europa essendo una produzione europea. “Proprio per il fatto che l’Italia viene vista da chi sta fuori nazione come buon esempio di conservazione, soprattutto dall’Inghilterra che ha eliminato gran parte della sua biodiversità in termini di mammiferi selvatici” spiega Romito. 

Quasi simultaneamente alla produzione del film c’è stata la proposta di declassamento dello status di protezione del lupo e ciò ha dato modo di stimolare il dibattito che riguarda la conservazione del lupo in Europa.

 

“Anche la decisione della modalità di distribuzione del film su una piattaforma gratuita che si chiama Waterbear, incontra l’esigenza di farlo arrivare a più persone possibili, rendendolo visibile gratuitamente nella sua versione internazionale. Molte organizzazioni europee sono state coinvolte mettendolo a loro disposizione con sottotitoli in cinque lingue diverse”.

 

La prima proiezione a Londra del 6 novembre, che è andata molto bene con la sala strapiena, è stata un’occasione per parlare anche del Trentino. Proprio rispetto al tema orso e conservazione dell’orso sulle Alpi c’era molto interesse da parte del pubblico britannico, sono stato molto stupito del fatto che una platea internazionale chiedesse informazioni a riguardo, che si interessasse alle vicende del Trentino. Noi dall'Italia non ci rendiamo conto quanta attenzione ci sia all'estero per la conservazione e dell’immagine che trasmettiamo fuori da qui”.

 

Tutte le foto sono gentile concessione di "Io non ho paura del lupo"

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