Dal ghiaccio al muschio: le aree verdi nella Penisola Antartica sono aumentate di oltre 10 volte in 35 anni (FOTO) per il riscaldamento climatico
Al momento la trasformazione si concentra nella Penisola antartica, l'estremo settentrionale del Continente di ghiaccio. La diffusione delle specie vegetali, per la maggior parte muschi, ha subito una netta accelerazione a partire dal 2016, hanno rilevato i ricercatori in uno studio pubblicato su Nature Geoscience
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Dal 1986 al 2021 la superficie coperta da vegetazione, principalmente muschi, sulla Penisola antartica è cresciuta da 0,863 a poco meno di 12 chilometri quadrati, un aumento di oltre 10 volte sostenuto dal continuo riscaldamento antropogenico che, negli ultimi decenni, ha interessato anche il continente di ghiaccio. A riportarlo un team di ricercatori in uno studio (Sustained greening of the Antartctic Peninsula observed from satellites) basato sull'analisi delle immagini di Landsat e pubblicato negli scorsi giorni su Nature Geoscience. Un aumento, hanno sottolineato gli esperti, che ha subito una netta accelerazione a partire dal 2016 e che rientra in un modello più ampio di rinverdimento negli ecosistemi a clima freddo in risposta al recente riscaldamento, suggerendo “futuri cambiamenti diffusi negli ecosistemi terrestri della Penisola antartica e nel loro funzionamento a lungo termine”.
“L'Antartide – scrivono i ricercatori nello studio – negli ultimi 60 anni ha registrato un significativo aumento della temperatura, con tassi di riscaldamento più elevati nelle regioni dell'Antartide occidentale e della Penisola antartica e molto più rapidi rispetto al riscaldamento medio globale”. Nonostante una recente pausa nel riscaldamento (dal '99 al 2024) legata alla variabilità climatica naturale a breve termine, per i ricercatori “la direzione e l'entità prevalenti del riscaldamento in tutta la Penisola antartica sono chiare e si prevede che la tendenza continui a 0,34 gradi centigradi per decennio fino al 2100”. Ed il conseguente aumento previsto di superficie priva di ghiaccio per la fine del secolo rende cruciale la comprensione dei cambiamenti biologici a livello terrestre nella regione, dove già oggi si trova la maggior parte della vegetazione terrestre antartica.
Guardando ai prossimi decenni, i ricercatori mettono poi in guardia sulle possibili conseguenze della diffusione della vegetazione, che potrebbe fornire un punto d'appoggio per specie aliene invasive nell'incontaminato ecosistema antartico. “Il paesaggio antartico – ha detto al Guardian il dottor Thomas Roland dell'Università di Exeter, nel Regno Unito, che ha lavorato allo studio – è ancora quasi interamente dominato da neve, ghiaccio e roccia, e solo una minima parte è colonizzata dalla vita vegetale.
Ma questa piccola parte è cresciuta in modo drammatico, dimostrando che anche questa vasta e isolata regione selvaggia è influenzata dai cambiamenti climatici causati dall'uomo”. “Il suolo in Antartide – ha precisato al giornale inglese il dottor Olly Bartlett, dell'Università di Hertfordshire e co-leader dello studio – è per lo più povero o inesistente, ma questo aumento della vita vegetale aggiungerà materia organica e faciliterà la formazione del suolo. Ciò aumenta il rischio di arrivo di specie non autoctone e invasive, magari portate da ecoturisti, scienziati o altri visitatori del continente”.