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Ambiente

“Ghiacciai: i risultati preliminari mostrano accumuli nevosi fino al 40% superiori alla norma, ma praticamente nulla al di sotto dei 1800 metri”. Ecco i primi dati in Alto Adige

“I risultati preliminari – dicono le autorità della Provincia di Bolzano – mostrano accumuli nevosi mediamente del 20-40% superiori alla norma sia lungo la cresta di confine sia nella zona dell'Ortles. Il surplus maggiore si registra nella parte sud-occidentale dell'Alto Adige”

di
Filippo Schwachtje
15 maggio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un primo dato, riguardante in generale la riserva idrica nivale a livello nazionale, era arrivato ieri con l'ultimo aggiornamento sul tema della Fondazione Cima, i cui esperti hanno evidenziato come almeno sulle Alpi (la situazione sugli Appennini è infatti ben diversa) le copiose nevicate in quota abbiano riportato la riserva nivale su buoni livelli dopo due anni di deficit. E ora una nuova conferma arriva anche a livello locale: nei dati preliminari misurati sui ghiacciai dell'Alto Adige si segnalano infatti accumuli nevosi del 20/40% superiori alla norma.

 

A sottolinearlo sono le autorità della Provincia di Bolzano, dopo che negli ultimi giorni si sono svolte le misure di accumulo invernale 2024 sui ghiacciai altoatesini. “I risultati preliminari – scrivono – mostrano accumuli nevosi mediamente del 20-40% superiori alla norma sia lungo la cresta di confine, sia nella zona dell'Ortles. Il surplus maggiore si registra nella parte sud-occidentale dell'Alto Adige. La neve risulta generalmente molto compatta e distribuita in modo eterogeneo sulla superficie del ghiaccio a causa della forte attività eolica invernale”.

“Le altezze medie misurate mediamente tra 3,5 e 4 metri – continuano le autorità – e la densità dell'ordine di 400 kg/m3 e oltre corrispondono a un cumulo della neve fresca invernale di 15 metri circa. Nelle serie storiche l'accumulo di quest'anno si posizionerà indicativamente al terzo o quarto posto degli ultimi 20 anni, nel caso della Vedretta Lunga verosimilmente al secondo posto dietro solo all'inverno 2013/2014”.

 

I dati rilevati sul terreno, concludono le autorità, sono confermati anche dalla modellizzazione dei processi di accumulo e fusione della neve “che sono parte integrante del modello di simulazione idrologica in uso all'Ufficio idrologia e dighe e che mostrano un forte gradiente nella neve invernale residua disponibile in Alto Adige, praticamente nulla al di sotto dei 1800 metri e molto abbondante oltre i 2.500 metri per un dato medio nella norma che garantirà buoni deflussi dei corsi d'acqua nei prossimi due mesi”.

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