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Coronavirus, il turismo in Valsugana riparte dai ''residenti al centro'': ''Ambasciatori del nostro territorio per rilanciare in modo partecipato e condiviso un settore chiave''

La Valsugana riparte dall'assegnazione delle Bandiere blu e intanto cerca di tracciare alcune linee strategiche per salvare l'estate. Nel recente passato la Pasqua segnava il primo tassello di un periodo particolarmente importante per il tessuto economico, oggi l'ambito è giocoforza in ritardo, l'Apt: "Puntiamo sulla sostenibilità e il futuro passa dai residenti". E lancia un progetto per 40 persone

Di Luca Andreazza - 14 maggio 2020 - 23:18

LEVICO. "I residenti possono essere i nuovi portatori di sviluppo. Non si può dare scontato il vissuto economico, messo a repentaglio da questa emergenza. I presupposti del turismo sono cambiati". Così Denis Pasqualin, presidente dell'Azienda per il turismo Valsugana Lagorai, che aggiunge: "Tutte le azioni per fronteggiare questa gravissima crisi son portate avanti nel segno della sostenibilità. I residenti diventano ambasciatori del nostro territorio".

 

La Valsugana riparte dall'assegnazione delle Bandiere blu per Caldonazzo, CalceranicaLevico, Pergine e Tenna (Qui articolo) e intanto cerca di tracciare alcune linee strategiche per salvare l'estate. Un territorio che deve fare i conti con una stagione che parte in fortissimo ritardo a causa del Covid-19. Nel recente passato la Pasqua segnava il primo tassello di un periodo particolarmente importante per il tessuto economico e sociale dell'ambito. Quest'anno marzo, aprile e maggio sono stati cancellati. "Mesi che non si possono recuperare - evidenzia il direttore Stefano Ravelli - in gioco c'è la sostenibilità del comparto, anche sociale. Tutto è in stand-by e ci attrezziamo per trovare le contromisure".

 

E si punta sul coinvolgimento del territorio. Il residente diventa centrale. Questa la ragione che ha portato all'attivazione di un corso di formazione per 40 persone tra Calceranica e Caldonazzo. "I nostri clienti - dice Ravelli - provengono da VenetoLombardia e Emilia-Romagna, aree particolarmente colpite dal coronavirus e quindi l'accoglienza diventa fondamentale, importante dimostrare sensibilità e saper trasmettere sicurezza. Un distanziamento naturale, più che sociale: il lusso è lo spazio a disposizione".

 

Le incertezze sono ancora molte e in questi anni la Valsugana si è distinta come destinazione turistica da oltre 2 milioni e 200 mila presenze, oltre il 50% dall'estero, in particolare da Germania e Olanda (Qui articolo). "Un’intera filiera, fondamentale per il nostro Paese, per la nostra provincia, per la nostra Valsugana, è profondamente in crisi. Prima di ritornare a viaggiare - prosegue Pasqualin - a frequentare liberamente spazi e persone passerà del tempo. In questa prospettiva il turismo interno, le vacanze in strutture isolate o facilmente isolabili, l’attenzione all’igiene e ai servizi sanitari delle strutture ricettive sono cambiamenti già in corso. Occorre ripartire dall’utile, ripensare le abitudini e gli stili di vita, considerare e comunicare gli elementi della salubrità e dell’essenziale come prioritari rispetto a quello della semplice convenienza".

 

E' cambiato praticamente tutto nel giro di 12 mesi. Un anno fa la Valsugana è stata, infatti, la prima destinazione al mondo a aver ottenuto la certificazione per il turismo sostenibile secondo i criteri del Gstc, organizzazione nata per concretizzare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite. 

 

Una certificazione di sostenibilità scaturita da un processo partecipativo di confronto con le amministrazioni locali, le parti economiche e quelle sociali. Un risultato che non è mai stato considerato un traguardo, quanto un punto di partenza, anzi una missione, resa tangibile attraverso la definizione delle priorità di sviluppo che hanno messo al centro progetti di valorizzazione di stile di vita e valori del territori, oltre alla formazione delle persone che tutelano lo sviluppo in chiave sostenibile.

 

A titolo di esempio, c'è il progetto di comunicazione turistica "giovani ambasciatori del territorio", che ha visto la formazione di 20 ragazzi e quindi l’inserimento lavorativo di cinque, meritevoli di aver interpretato al meglio l’essenza della Valsugana e di averla declinata sul campo durante il periodo di maggiore afflusso turistico (Qui articolo). "La Valsugana - prosegue Ravelli - valle sostenibile e naturalmente vera, valle dell’acqua e del benessere termale, valle della cultura, valle della mobilità dolce, valle delle tradizioni culinarie e degli antichi sapori. Il posto dove ci piace vivere".

 

Si deve ripensare il futuro e il presente di una destinazione turistica che non fa della sostenibilità una bandiera quanto una coscienza collettiva e significa partire, sempre, dal coinvolgimento dei residenti e degli operatori. "Una ripartenza che non è sopravvivenza. Anzi - commenta il direttore dell'Azienda per il turismo - una ripartenza che mette i residenti al centro, che ribadisce la veridicità di valori che tutti ci invidiano e sono centrali nei valori della montagna, della vita in natura, dell'identità alpina, della lentezza e della serenità. Abbiamo dei punti di forza unici, come la rete delle piste ciclabili oppure oltre 765 chilometri di percorsi Sat".

 

Un intento non nostalgico. "Il nostro variegato paesaggio di laghi, montagne, fondovalle coltivati, rappresenta un territorio complesso - aggiunge il numero uno dell'Apt - dove c’è spazio per tecnologie e innovazioni, dove le trasformazioni in chiave sostenibile trovano nuove opportunità professionali e garanzia di qualità della vita. La casa comune esiste dove c’è cura per qualcosa e per qualcuno e dove quello che seminiamo nel presente rappresenta il nostro futuro. La conferma dell’importanza della preservazione degli ecosistemi è sotto i nostri occhi. Non è solo “Pil”, alberghi, spiagge, ristoranti, commercio. Turismo significa artigianato, tradizioni locali, cura dei luoghi, dei nostri parchi, delle nostre oasi naturali, dei laghi e della montagna poco antropizzata. Ripartire dai residenti significa vedere oltre l’emergenza e insistere nella costruzione di una casa comune dove la qualità della vita è al primo posto, per noi e per i nostri ospiti".

 

Un progetto di condivisione e formazione sui residenti che vuole avere una forte valenza sociale di spirito. Le amministrazioni comunali di Calceranica e Caldonazzo hanno dimostrato grande interesse agli obiettivi e hanno pienamente aderito all’iniziativa, convinti nell’importanza di sensibilizzare e accrescere la consapevolezza dei residenti nei riguardi dell’importanza strategica del turismo. 

 

"Questo progetto risponde all'importanza di far accrescere la consapevolezza che siamo nati in un luogo meraviglioso - spiega il sindaco di Caldonazzo, Cristiano Uez - che siamo privilegiati perché risiediamo qui e godiamo di un territorio che offre moltissimo; un luogo che va conosciuto, riscoperto e valorizzato. L'esperienza di essere 'locale' è un vanto e una fortuna, da condividere come tesoro 'culturale' con chi poi finisce per innamorarsi della nostra terra".

 

Questo nuovo progetto si rivolge a 40 residenti (20 per Comune).  “Questa iniziativa è molto sentita da parte del Comune che ha sempre creduto nella necessità di mettere al centro i residenti, a maggior ragione in questa crisi Covid-19. Siamo certi del valore degli investimenti in formazione mirata per aumentare e strutturare la conoscenza di quello che offre il nostro territorio. Questo progetto - conclude Marina Eccher, assessora dell'amministrazione comunale di Caldonazzo - integra quello elaborato dal Comitato turistico locale di Caldonazzo che stimola i residenti a sentirsi parte dello sviluppo e della crescita turistica, diventando narratori capaci e empatici della storia, dell'ambiente, delle tradizioni, delle leggende del nostro territorio. La condivisione di obiettivi e strategie è la chiave vincente per accrescere la consapevolezza di vivere in un luogo meraviglioso, elemento fondamentale, in questi tempi incerti, ancor più dei grandi numeri".

 

IL PROGETTO: LAGO DI CALDONAZZO, DOVE IL TURISMO E’ TUTTO. E DOVE GLI AMBASCIATORI DEL TERRITORIO DIVENTATE VOI.

Attività di formazione e sensibilizzazione sui residenti per avvicinare i cittadini agli operatori turistici.

Il turismo sul lago di Caldonazzo (Bandiera Blu dal 2014) è stato l’elemento di traino e di crescita dell’economia locale ad ogni livello: piccoli esercenti, lavoratori culturali, associazioni sportive, attività di ristorazione, settore alberghiero e campeggi, b&b e seconde case, agricoltori e piccoli produttori. Ultimo ma non meno importante, gli operatori stagionali impiegati a centinaia per garantire un servizio di eccellenza ai turisti che da aprile a settembre hanno sempre scelto il lago come destinazione per le loro vacanze.

Era scontato? L’attività turistica ha generato un livello di qualità di vita e servizi per i paesi di Caldonazzo e Calceranica che diamo per garantiti e acquisiti, ma che non lo sono.

In questa prospettiva l’accrescimento della consapevolezza dei cittadini diventa un elemento prioritario per aumentare la fiducia nelle istituzioni, nel potenziale del territorio e la responsabilità di un’azione comune in questa difficile fase di ripartenza. Consapevolezza che si deve tradurre in un ulteriore senso di ospitalità nei confronti dei turisti che giungono dall’Italia (ad iniziare da Veneto, Lombardia) e dall’estero (Germania e Olanda la fanno da padroni).

 

Obiettivi del progetto:

  1. La scelta di essere una destinazione sostenibile è un grande valore aggiunto: affermare il valore della marca.
  2. Valorizzazione delle attività che sono a favore di tutti, stanziali e turisti: relazioni buone, positive, di solidarietà, responsabilità e di mutuo beneficio.
  3. Insistere sulla capacità di creare economia circolare.
  4. Far conoscere le possibilità di distanziamento naturale piuttosto che sociale. Il vero lusso è lo spazio.
  5. Sviluppare modalità di fruizione alternative e non alienanti: socialità reale e non formale.
  6. Educazione alla fragilità dell’ecosistema, all’uso del tempo.
  7. Coltivarsi e non essere coltivati.
  8. Ospitalità come propensione e come moto di responsabilità sociale verso una comunità.

I DESTINATARI DEL PROGETTO

Un massimo di 40 residenti (20 per comune), maggiorenni.

L’unica richiesta è la volontà di mettersi in gioco per guardare con occhi nuovi il paesaggio e vivere le esperienze amate dai turisti.

 

Quando: 4 ore, dalle 15 alle 19 di sabato 30 maggio 2020. In attesa di nuove indicazioni si auspica di riuscire a fare tutto all’aperto presso la spiaggia Riviera nel rispetto delle normative vigenti e dei distanziamenti di sicurezza previsti.

 

Contenuti:

Raccontare il territorio

  1. Terra di confine: un breve tuffo nella storia, attività presenti e progetti futuri (collegamento Vezzena);
  2. Evoluzione del settore economico: miniera, mele, insediamenti produttivi e primi campeggi;
  3. Lago di Caldonazzo Bandiera Blu e certificazione GSCT;
  4. Il valore dell’acqua: sport, avventura e sostenibilità.
  5. Partendo da qui: percorsi di trekking, ciclabile e sentieri MTB che partono direttamente dal lago e esperienza Valsugana: dal Castello di Pergine ad Arte sella, dal Lagorai alla Vigolana.
  6. Il turista: indotto, valore nel tempo, ricadute su tutto il territorio.
  7. L’importanza dell’accoglienza.

Visitare le strutture ricettive

  1. Conoscere gli investimenti realizzati
  2. Degustare i prodotti locali
  3. Conoscere le attività pensate per valorizzare le bellezze naturali del territorio

Per partecipare:

inviare una e-mail a marketing@visitvalsugana.it e vi verrà inviato il link al quale iscriversi.

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