"Nella prima edizione non avevo pressioni e ho vinto l'oro". A un anno dalle Olimpiadi Deborah Compagnoni parla delle emozioni dei Giochi a cinque cerchi
L'ultimo appuntamento della rassegna "Parole di Neve", organizzata dal Collegio Veneto dei Maestri di sci, ha ospitato la campionessa olimpica Deborah Compagnoni

BELLUNO. L’ultimo appuntamento della rassegna “Parole di Neve” organizzata ogni terzo mercoledì del mese dal Collegio Veneto dei Maestri di Sci alla Casa dei Maestri a Borgo Pra di Belluno, ha visto come ospite d'eccezione la campionessa olimpica Deborah Compagnoni che, attraverso il racconto della sua straordinaria vita sugli sci, ha permesso ai presenti di cominciare a immergersi nelle emozioni dei Giochi Olimpici che tra meno di un anno avranno luogo proprio nelle Dolomiti Bellunesi.
A Luigi Borgo, presidente Veneto e Nazionale del collegio, il compito di introdurla: “E' per me un onore ospitare qui nella nostra casa Deborah Compagnoni che è l’unica sciatrice che è riuscita a vincere 3 ori in 3 Olimpiadi diverse. Mi domando se sia più importante un Nobel o un’Olimpiade in quanto il primo viene assegnato da una commissione mentre la seconda si vince solo con le proprie forze e la propria testa”.
A Deborah Compagnoni è spettato poi raccontare cos’è stato per lei partecipare alle tre Olimpiadi e come le ha vissute. "Nella prima Olimpiade ero molto giovane e non risultavo tra le favorite e questo mi ha permesso di viverle senza grandi pressioni addosso. Sinceramente mi piaceva molto quella pista, la neve era perfetta quel giorno e quindi sono scesa molto tranquilla vincendo l’oro al Super G”.

Nel secondo e terzo appuntamento olimpico le cose sono andate diversamente: "Nella seconda olimpiade la pressione c’era per via del primo oro già vinto che mi aveva reso più attenzionata ma nonostante ciò sono riuscita a vincere l’oro al Gigante mentre nella terza ero più consapevole di cosa stessi andando a fare, l’aspettativa su di me era tanta e difatti in albergo avevo anche la delegazione del Coni che monitorava i risultati. Nella mia preparazione vorrei sottolineare l’importanza di aver avuto come allenatore speciale Tino Pietrogiovanna, compaesano di Santa Caterina Valfurva, che faceva parte anche della Valanga Azzurra”.

Una riflessione è stata fatta poi su come oggi lo sci venga vissuto dall’utente medio riscontrando, da parte della campionessa, un evidente aumento di persone che sciano ma un numero sempre inferiore di persone che “usano” i maestri per imparare bene la tecnica e per migliorarsi: “Oggi l’obiettivo è macinare chilometri e andare veloci ma senza più stare attenti a come si scia. Credo sia fondamentale divulgare sempre più l’importanza di imparare la tecnica anche per evitare di farsi male”, ha commentato Compagnoni.
Luigi Borgo ha fatto poi presente che Deborah ha scritto un libro intitolato “Una ragazza di Montagna - Storia di un’infanzia felice tra neve, prati e avventure” dove emerge che il suo vivere in un piccolo paesino di montagna ha forgiato lo spirito avventuroso e curioso di una bambina che ha potuto crescere libera di sperimentare, sbagliare, rialzarsi, e costruire così il carattere di una campionessa che ha così spiegato questa sua iniziativa.
"Ho semplicemente messo nero su bianco 20 racconti che negli anni ho raccontato ai miei figli e poi ai nipoti con l’intento di trasmettere un mondo autentico, in cui la vita viene vissuta a pieni polmoni, di corsa, in modo un po’ indisciplinato e forse proprio per questo magico, un mondo che faccia re-innamorare bambini e genitori dell’avventura, dello sport e della natura. Perché se è dal gioco che nascono i sogni e le aspirazioni, allora è a quel gioco che bisogna ritornare, quando si pensa a chi siamo davvero”.
Tra i valori trasmessi dalla Compagnoni si trova anche l’attenzione al sociale che viene portata avanti attraverso una OdV fondata nel 2001 che, attraverso eventi sugli sci, raccoglie fondi per attività benefiche che negli anni hanno visto sempre più persone sposare la mission.
Uno sguardo è stato poi proiettato verso le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 delle quali la compagnoni è una degli Ambassador e che vengono individuati nella comunicazione nei termini “Ispirare” coinvolgendo le persone attraverso un programma diffuso nel territorio, “Valorizzare” il patrimonio culturale e artistico materiale e immateriale del Paese nel segno dello sport e “Promuovere” i valori dei Giochi, costruire ponti tra le generazioni e favorire l’accesso alla cultura ai più giovani.