Scuola trentina, Bottamedi, Bezzi e Cia: "Quattro anni di fallimenti per Rossi: voto vicino allo zero"
L'8 febbraio scorso il presidente ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici per derogare sul Piano trilingue, mentre il 23 febbraio il Ministero dirà l'ultima parola sul commissariamento dell'istruzione. I consiglieri analizzano le riforme volute da Rossi e mai realizzate
TRENTO. "La scuola trentina - dice Manuela Bottamedi del Gruppo misto - è senza timone da quattro anni. Il presidente Rossi ha proposto una retromarcia totale su tutte le riforme firmate: piani e progetti che avrebbero dovuto far cambiare marcia al Trentino, ma alla prova dei fatti, questo settore così strategico per il nostro futuro, è in forte difficoltà".
Nella lente d'ingrandimento di Manuela Bottamedi, Claudio Cia (Agire) e Giacomo Bezzi (Forza Italia) ci sono tutte le riforme messe in campo dal governatore che si sarebbero rivelati dei fallimenti: "L'ultima in ordine di tempo è la retromarcia sul Clil e sul Piano Trilingue. Senza aspettare il monitoraggio e la valutazione delle ricadute del Piano sulla didattica e sull'organizzazione scolastica, Rossi si appresta ad affossare questo piano fortissimamente voluto dal presidente stesso".
Nella lettera dell'8 febbraio il presidente ha infatti autorizzato i Dirigenti scolastici a derogare sulle attuali previsioni normative delle 5 ore settimanali di disciplina in Clil durante l'orario obbligatorio permettendo l'effettuazione durante le ore opzionali facoltative e per un massimo di due ore settimanali. "Un passo indietro - prosegue Bottamedi - per problemi logistici, organizzativi, orario scolastico e corsi di formazione. La metodologia è valida, in quanto un Trentino trilingue può affrontare di slancio la globalizzazione e può internazionalizzare meglio, ma l'approccio è totalmente sbagliato. Purtroppo Rossi è sempre andato per la sua strada, sordo ai suggerimenti del mondo scolastico e delle minoranze in consiglio. Ora non raccoglie nulla, anzi il piano è controproducente e si rischia di mandare in fumo il contributo europeo da 22 milioni in 7 anni".
L'analisi però non si ferma qui e nel mirino finiscono anche il dimezzamento delle ore opzionali alla scuola elementare e l'assegnazione degli insegnanti non all'Istituto, ma all'ambito territoriale previa la chiamata diretta del Dirigente: "Questa è stata la vera grande novità introdotta dalla 'Buona Scuola' e approvata a giugno dal Consiglio provinciale - ricorda la consigliera - dopo una settimana in aula tra battaglie e 14.000 emendamenti. Noi ci eravamo battuti proprio contro gli ambiti territoriali, ma Rossi non era disposto a derogare su quella che lui stesso aveva definito come uno snodo cruciale di quella riforma. A dicembre, in finanziaria, la retromarcia: bloccati gli ambiti e la chiamata diretta almeno fino al 2018. A Bolzano invece hanno avuto una visione più lungimirante e non hanno neppure preso in considerazione questa possibilità".
I riflettori, in attesa del pronunciamento finale del Ministero atteso per il 23 febbraio prossimo, si spostano sul reclutamento dei docenti: "Bolzano ha semplificato e riordinato, il contraltare di Trento invece è un pasticcio tra ricorsi al Tar, l'intervento del Consiglio di Stato e l'imbarazzante Commissariamento".
L'attenzione si sposta prima sull'apertura del Metodo Montessori a Trento, Rovereto e recentemente a Pergine "salvo chiudere questa possibilità - dice - nonostante la forte richiesta di molti genitori in tutti i territori trentini" e quindi alla provincializzazione della scuola trentina attraverso il Dipartimento della conoscenza: "Una distorsione rispetto all'Autonomia e un abbraccio mortale - attacca Bottamedi -. E'necessario istituire il provveditorato, un organo tecnico imparziale e non condizionato alla politica: uno strumento presente in tutta Italia, ma non in Trentino".
"Il voto del presidente - insiste Claudio Cia - è negativo, molto più vicino allo zero che al cinque. Il mondo scolastico è insoddisfatto e Rossi non è mai riuscito a confrontarsi con quelle figure che vivono la scuola".
"Rossi ha promosso tre progetti cardine della sua legislatura - spiega invece Bezzi -. Il piano trilingue e sappiamo come è andato a finire: forse sarebbe il caso di fare una mozione di sfiducia a Rossi in qualità di assessore all'istruzione. Il secondo punto in agenda è la cablatura del Trentino per la quale sono stati stanziati 50 milioni, ma non si è mosso ancora nulla. Infine la gestione associata dei Comuni: solo le fusioni dal basso funzionano, mentre queste esperienze alla fine costano di più e non funzionano. Rossi è un cattivo ragioniere che lascia il Trentino ancora più indebitato".
In chiusura Manuela Bottamedi suggerisce alcuni punti da sviluppare per migliorare la scuola trentina come una seria e oggettiva valutazione dei docenti che permetta di premiare chi è capace di coinvolgere meglio i ragazzi e bambini "portandoli - dice - ad un apprendimento di qualità e allontanando i pochi, ma purtroppo presenti, docenti che non sono adeguati allo svolgimento di questa delicatissima professione e una potente sforbiciata alla burocrazia che sta schiacciando e mortificando la professione docente: ormai sono più le ore che gli insegnanti sono costretti a dedicare a carte, relazioni, compilazione documenti e improduttive riunioni, che non le ore in classe".