Rovereto, acque agitate nel PD: "Pallanch non può fare altro che dimettersi, impossibile recuperare i rapporti"
E Fabiano Lorandi rincara la dose: "La questione è personale, non è politica". E una parte sembra pronta a sostituirlo: "Sono in tanti capaci di fare il segretario"
ROVERETO. Italo Gilmozzi ci prova, cerca di smorzare l'incendio: “A Rovereto ci sono problemi interni, ma nulla di insuperabile”. Ma le dimissioni di Roberto Pallanch, il segretario cittadino, sono ancora lì sul tavolo, “congelate” fino alla prossima riunione. Ma ormai difficili da ritirare. Anzi, dopo le sue “esternazioni a mezzo stampa”, sembra che le dimissioni siano anzi richieste, invocate, quasi pretese.
“Come si fa ora a recuperare un rapporto – affermano alcuni esponenti locali – se sui giornali, ancora prima della riunione, il segretario aveva già espresso tutta la sua disistima nei confronti di altri iscritti, descrivendo una situazione che francamente non tutti vedevano così nera come l'ha descritta”.
Pallanch, da quello che raccontano i presenti, avrebbe aperto la riunione del direttivo roveretano annunciando la sua intenzione di lasciare. Avrebbe fatto un lungo intervento in cui evidenziava le difficoltà, “in cui ha buttato fuori tutte le sue amarezze. Poi c'è stata una sincera analisi della situazione da parte di tutti i presenti”. E la richiesta, sembra su pressione del segretario provinciale Gilmozzi, di sospendere la decisione di dimettersi fino al prossimo direttivo.
“Abbiamo provato in mille modi ad aiutarlo, proponendogli anche nell'ultima riunione di farsi affiancare da una segreteria, per condividere il lavoro, per delegare, anche solo per confrontarsi. Una segreteria con persone di sua fiducia”.
Un “consiglio” che il segretario Pallanch non ha mai voluto prendere in considerazione: “E questo è stato un errore – dicono tra i dem roveretani – perché la città deve essere presidiata: lui lavora a Trento, abita a Villa Lagarina”. Insomma, stanno dicendo che non c'è stato abbastanza, che non era presente a sufficienza. Ribaltando l'accusa che proprio Pallanch faceva al direttivo e all'ex sindaco Miorandi: “Non ci sono mai, non partecipano alle riunioni”.
Siamo ai ferri corti, siamo al muro contro muro. E da più parti arriva l'analisi che tira in causa questioni personali. “Non è una questione politica – afferma scandendo le parole l'ex segretario Fabiano Lorandi – è una questione personale”. Ma quando si cerca di andare a fondo a questa affermazione, chiedendo in che senso, come, perché, Lorandi dice solo questo: “Chi vuol capire capisce”.
Ma aggiunge anche questo: “Ci sono molti altri iscritti in grado di fare il segretario”. Ed eccolo l'affondo: “Possiamo fare senza di te”. E l'ex segretario "che quando interviene le sue parole pesano sempre molto e sono ancora capaci di dividere e creare tensione" gira anche un po' la lama : “Nessuno parli di commissariamento: c'è un gruppo di persone che ha tutta l'intenzione di andare avanti”.
Perché sembra che qualcuno, tra cui lo stesso Pallanch, abbia proposto di azzerare tutto, commissariare il circolo e andare a congresso a scadenza naturale. “Ma non sia mai, sarebbe come ammettere una sconfitta”. Che non c'è, per una parte del partito, “perché la sconfitta è sua, del segretario Pallanch, è personale, non è politica”.
Le beghe in quel di Rovereto sono forti, e non riesce il segretario Italo Gilmozzi a minimizzare, a fare da paciere con la sua solita tranquillità. Quell'auspicio che basta sedersi a un tavolo per risolvere i contrasti interni non sembra praticabile: il tavolo è stato rovesciato.