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Referendum, l'Italia dice "No" a Renzi che si dimette. Fraccaro: "Giornata storica". Panizza: "Persa un'occasione"

I No vincono con il 59,6% nel Paese e in Trentino con il 55%. In Alto Adige vince il Sì con oltre il 60%. Il segretario del Patt: "Loro hanno percepito maggiormente il valore dell'autonomia". Festeggiano Lega e Sel (Zannini: "Ha vinto la Costituzione antifascista"). Degasperi: "Tornati nell'alveo della democrazia"

Di Luca Pianesi - 05 dicembre 2016 - 02:19

TRENTO. Vince il No in Italia (con il 59,6%) e Renzi si dimette. Vince il No anche in Trentino (54,3%) mentre in Alto Adige stravince, unico caso in tutto il Paese, il Sì (con il 64,12%). Il risveglio, per tutti, oggi, è di quelli da "cambio di pagina". Il presidente del consiglio ha già annunciato che nel pomeriggio rassegnerà le sue dimissioni al presidente della Repubblica Mattarella e Di Battista, Di Maio Salvini si sono detti "pronti" alle nuove elezioni e ad aprire nuovi scenari di Governo. D'altronde ci sono chiari vincitori e vinti al termine di questo 4 dicembre che chiude l'esperienza governativa del Pd di Matteo Renzi. Vincitori e vinti che, ovviamente, ci sono anche in Trentino. Euforici Lega Nord, Agire, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle. Abbacchiati Pd e Patt.

 

Il segretario provinciale del Pd Italo Gilmozzi dopo aver visto il discorso di Renzi alla nazione ha commentato "se non sono mai stato renziano, da adesso lo sono". E il parlamentare Nicoletti ha aggiunto: "Adesso questi qua (riferito al fronte del No ndr) ci porteranno al proporzionale e all'ingovernabilità più assoluta. Staremo a vedere". Molto scettico anche il senatore del Patt Franco Panizza: "Abbiamo perso una grande occasione sia come Italia che come Trentino Alto Adige perché questa riforma avrebbe rafforzato la nostra autonomia e ci avrebbe permesso di pensare con serenità alla nascita nuovo Statuto. Adesso staremo a vedere. Staremo a vedere se il fronte del No riuscirà ad esprimere una proposta di governo in qualche modo unitaria e se riuscirà a presentare una riforma di legge elettorale. Io, francamente, sono molto dubbioso. E sono anche molto preoccupato per questo".

 

E sulle dimissioni di Renzi aggiunge: "Lo conosco personalmente ed ero sicuro che avrebbe agito così. Aveva preso un impegno e c'aveva messo la faccia sin dal primo giorno su questa riforma. Lui ha scelto di lasciare ma noi non saremmo sicuramente stati tra quelli che gli avrebbero detto farlo. Anzi mi auguro che resti, anche perché adesso arriva la legge di Stabilità e ci sono delle 'partite' aperte che non possono essere rimandate, come quella dell'assistenza alle zone terremotate e fare una legge elettorale. Noi, per conto nostro, continueremo a lavorare nell'interesse del nostro territorio e della nostra Autonomia. Anche se spicca il dato dell'Alto Adige. Da loro ha vinto il Sì perché gli altoatesini dimostrano di percepire maggiormente il valore dell'autonomia. In Trentino ci siamo fatti influenzare troppo da quanto accade in Italia e dal vento dei populisimi che soffia, ormai, anche nella nostra provincia. L'unica nota positiva di questa giornata elettorale è l'esito delle elezioni in Austria dove gli antieuropeisti sono stati respinti".

 

"E' una giornata storica di partecipazione e democrazia - il commento che Riccardo Fraccaro dell'M5S affida a Facebook -. Abbiamo combattuto contro partiti alimentati dai milioni di euro di finanziamenti pubblici, contro una informazione semilibera ed una Eurocrazia schierata per il sì. Vado a dormire contento e con la voglia di costruire da subito un Governo a 5 Stelle, il prossimo Governo. Ps - conclude - la governabilità non deve essere dei politici ma dei cittadini, per questo il futuro non è l'uomo solo al comando ma la democrazia diretta. A riveder le stelle". E anche Filippo Degasperi si dice super soddisfatto: "Siamo tornati nell'alveo della democrazia. Il governo Renzi non era collocato dentro i binari della Costituzione in quanto il suo programma e le sue azioni non sono state votate dai cittadini. Questo risultato è importante anche per tutta l'attività propagandistica senza precedenti, quando un Governo dovrebbe fare altro e stare lontano da questi giochi. Un discorso analogo si può fare anche qui in Trentino: dal Presidente Rossi a tutti i vertici dell'amministrazione si sono schierati senza dubbi e con grande potenza di fuoco per un proprio tornaconto personale. Nonostante le forze messe in campo, il cittadino non si è fidato. I voti mancano e dovrebbero fare delle riflessioni".

 

La Lega con Maurizio Fugatti gli fa eco e rilancia: "I dati raccontano di una netta vittoria del No. Lo scarto è importante e Renzi deve dimettersi. Dobbiamo andare al voto subito anche perché la partecipazione popolare è stata alta e questo è un segnale chiaro che dimostra l'inadeguatezza della riforma e di questo Governo".  "Alla fine la gente ha avuto più a cuore quello che è un patrimonio storico consolidato, qual è la nostra Costituzione - aggiunge Claudio Cia di Agire - una carta fondamentale che ha sempre garantito la nostra comunità. Questo non significa che la Costituzione non abbia bisogno di un 'lifting' , ma certamente il cambiamento non può avvenire in maniera imposta. Un riforma della Costituzione se si vuole fare, o si fa tutti assieme oppure non verrà riscritta. Il passato ci insegna che la Costituzione non ha mai escluso nessuno".

 

"E' stato una grande pagina di democrazia - chiosa Jacopo Zannini di Sinistra Italiana - una grande espressione di popolo. Un sano bagno di realtà, per chi ha personalizzato una cosa che dovrebbe unire e non dividere la Costituzione. Ha vinto la Costituzione antifascista e chi vuole cambiarla ma solo in meglio.  Anche in Trentino i risultati dimostrano come i comitati del no abbiano lavorato bene e ci sia stata una buona risposta popolare". 

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