Punto nascite di Arco, Luca Zeni accusa gli "irresponsabili", risponde alle critiche e spiega: "Ecco perché è stato chiuso"
"Alcuni irresponsabili hanno cavalcato il malcontento". L'assessore alla Salute in un lungo intervento risponde a tutte le critiche e spiega ogni passaggio che ha portato alla chiusura del presidio arcense
TRENTO. Luca Zeni, l'assessore provinciale alla salute scrive un lungo intervento sulla sua pagina web a proposito della chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Arco, oggetto di polemiche “da parte di alcuni rappresentanti delle istituzioni e di esponenti di comitati”. Zeni dice di “condividere il dispiacere” della mancata deroga, una deroga richiesta, sottolinea l'assessore, proprio dall'amministrazione provinciale che chiedeva di considerare anche l'orografia del territorio trentino.
“Ricordo – sottolinea Zeni - che la determinazione dei livelli di sicurezza delle strutture e delle procedure sanitarie pubbliche compete allo Stato”. Spiega cioè che l'ultima parola sulla chiusura è del governo nazionale e nulla può un assessore e nemmeno un'intera giunta. “Quando abbiamo ricevuto il responso negativo rispetto al Punto Nascita di Arco, la serietà istituzionale ci ha imposto di attenerci alla realtà dei fatti – spiega l'assessore - abbiamo evitato la protesta fine a se stessa che avrebbe forse smorzato alcune polemiche strumentali sul territorio – spiega Zeni – ma che avrebbe minato la credibilità delle istituzioni senza modificare l’esito finale”.
“Ritengo grave – afferma - l’atteggiamento di coloro che, pur ricoprendo cariche istituzionali, cavalcano il comprensibile malcontento mettendo in dubbio la correttezza del percorso seguito e alimentando nei cittadini la sensazione di negligenza o addirittura malafede da parte delle istituzioni”. Un “atteggiamento strumentale inaccettabile e soprattutto smentito dai fatti”, scrive l'assessore. “Le dichiarazioni infondate di chi cerca visibilità personale a prescindere dalle conseguenze riescono a mettere in dubbio persino le documentazioni ufficiali delle istituzioni”.
Segue un lungo e articolato elenco di dati, una specie di fact-checking. “Voglio comunque provare a fornire, per chi desiderasse approfondire e non limitarsi ad ascoltare chi urla di più, alcuni elementi che possono contribuire ulteriormente a chiarire il quadro, se ancora ve ne fosse bisogno”, continua Luca Zeni, che invita tutti a “recuperare un atteggiamento responsabile, utile a garantire ai cittadini della comunità dell’Alto Garda e della Valle di Ledro, quella serenità e fiducia necessarie per salvaguardare l’importanza dell’interno ospedale arcense”.
Luca Zeni lo sa che le polemiche non si placheranno con questa sua precisazione: è di pochi giorni fa l'esternazione della sua predecessora. “Io – ha detto Donata Borgonovo Re – il Punto nascite di Arco non l'avrei di certo chiuso”. Sarà una pagina in costante aggiornamento, scrive Zeni, "qui troverete infatti tutte le informazioni e la documentazione necessaria a comprendere gli stimoli e le critiche che sicuramente non si interromperanno”
Segue un documento fitto di link e di rimandi a decreti, circolari, tabelle. E per ogni “affermazione scorretta” una puntuale replica: “Il parere del Ministero non sarebbe vincolante e la Provincia avrebbe potuto comunque tenere aperto il punto nascita? Sbagliato, il parere è invece vincolante”, e basta cliccare che si entra direttamente negli archivi dei documenti che lo attestano. “Il punto nascita di Arco sarebbe stato chiuso per motivi economici?” Sbagliato”, ecco la dimostrazione che “I punti nascita che vengono chiusi non vengono mai chiusi per motivi economici, ma solo per motivi di sicurezza”.
“Nella domanda di deroga si è dimenticato di inserire la Valle di Ledro? Affermazione assolutamente infondata”, scrive l'assessore: “Già nel parere del Cpn provinciale veniva dato conto della distanza tra il Comune più distante della Valle di Ledro (Tiarno di Sopra) e il Punto nascita di Rovereto”, e seguono tabelle a dimostrarlo.
Seguono altri punti, altri link, documenti e tabelle che si possono trovare qui. “Uno degli elementi che favorisce l’alta qualità dei sistemi sanitari è anche il livello di fiducia percepita dai cittadini – conclude l'assessore - per questo sarebbe importante che tutti coloro che rivestono ruoli istituzionali, pur esercitando un doveroso diritto di controllo e di critica (preferibilmente costruttiva), riconoscessero la realtà delle cose, ad esempio che per l’ospedale di Arco si stanno investendo energie e risorse perché sempre di più sia un elemento forte della rete provinciale”.